giovedì 27 dicembre 2012

saturno contro

Nel 2013 avrò Saturno contro, non il film, proprio il pianeta. Me lo ha detto preoccupata una che di astrologia ne sa, non una scettica ed ignorante come me: avrò a che fare con grandi cambiamenti e periodi difficili che mi porteranno ad eliminare rapporti ormai sfaldati.
Non essendo un alieno mica posso mettermi a discutere con un pianeta, nemmeno con un'esperta di astrologia, ma questa cosa del taglio non la vedo poi tanto negativa, anche perchè ho ben chiaro il genere di persona sfaldata che voglio perdere.
Via il paladino dell'ironia che se poi gli fai notare qualcosa si offende e si chiude in un mutismo incomprensibile, via quello pronto a dare giudizi su tutti e tutto ma guai a guardarsi dentro, via quello che si finge radical chic e super intellettuale ma scivola sempre nel volgarotto con frasi ed allusioni sessuali che servono solo ad attirare l'attenzione su di sè, via le persone finte, via quelli che si lamentano sempre ma non fanno mai niente per cambiare.
Preferisco di gran lunga chi non ha paura di mostrare i propri limiti e fragilità e sa ridere anche di sè, chi non usa maschere per mettersi in mostra e sbandierare la propria unicità a tutti i costi, chi si sforza ogni giorno di capirsi e migliorare veramente il rapporto con se stesso e con gli altri.
Che venga da Saturno o da un altro pianeta, per questo strano tipo di alieno ci sarà sempre posto nella mia vita. Non solo nel 2013.

domenica 23 dicembre 2012

Zebra Crossing


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                                                      immagini via pinterest 

giovedì 20 dicembre 2012

sano egoismo

A Natale bisogna essere tutti più buoni e guai a non pensare ai buoni propositi che da gennaio farò, sarò, avrò va tanto di moda. Ora, considerando che tutti dovrebbero imparare a volersi un po' più bene, ho chiesto qua e là la definizione di "sano egoismo", il mio motto dell'anno nuovo, ma con enorme stupore ho notato che gli uomini hanno risposto con una sicurezza e con definizioni plurime, sintetiche e varie da lasciarmi a bocca aperta, le donzelle invece hanno avuto una difficoltà inaspettata e sono rimaste molto sul vago. Il motivo mi sfugge, lascio a voi capire dalle risposte il perchè e il per come, ma resto dell'idea che basterebbe seguirne anche una sola veramente per farsi un gran bel regalo.

- il meglio per sè
- chiedo la domanda di riserva
- farsi i cazzi propri, esiste altra definizione?
- emmm, io non ne ho
- non sprecare tempo con chi non ti merita
- smetterla di dondolarsi con l'eleganza di un elefante su una ragnatela
- stoppare stoppare stoppare, corazzarsi e non ascoltare le cavolate degli altri
- non essere mai il premio di consolazione
- più ironia e leggerezza, meno rabbia inutile
- nessun compromesso
- trombare di più e pensare di meno
- una parola, riservato.
- hai già bevuto a quest'ora? Ok hai bevuto. Fare quello che ti pare senza pensare alle conseguenze.
- ti è andata male? Amen, non rimuginare.
- non tenere i piedi in due scarpe, piuttosto fare di tutto per quel paio nuovo bellissimo che ti sta dicendo comprami dalla vetrina.
- il vero motto? Mors tua vita mea. Eccessivo?

(continua..)




lunedì 17 dicembre 2012

la Via di Natale Onlus

"Grazie alla Via di Natale abbiamo capito ancora una volta di più il senso ed il significato della parola Amore."
 
La Via di Natale è un' associazione laica che accoglie gratuitamente, aiuta e supporta i malati oncologici ed i loro familiari, riuscendo ad offrire loro, in momenti così pieni di incertezze e fragilità, una serenità ed un amore che sono veramente difficili da spiegare a parole.
Ogni anno mi dico che prima o poi tornerò ad Aviano per rivedere tutto con i miei occhi, ma non ce la faccio, non so davvero come gestirei l'emozione, i ricordi però sono ben nitidi dentro e appena posso cerco nel mio piccolo di dare una mano ad una realtà che si merita veramente l'aiuto di tanti.
Ed oggi, mentre facevo uno slalom tra pacchi e pacchettini vari riflettendo che quest'anno il clima natalizio non lo sento proprio, che vorrei fosse già primavera e che devo piantarla di restare stupita quando ricevo gli auguri perchè in fondo manca una settimana a Natale, mi è tornata in mente questa frase, scritta da una coppia che è stata talmente unita ed innamorata da essere ancora oggi una famiglia per tutti quelli che hanno avuto la fortuna di viverci accanto.
Ed ho pensato che sarebbe bello se tutti rinunciassimo almeno ad un pacchettino ed aiutassimo gli altri. La vera Via di Natale secondo me è questa ed andrebbe seguita tutto l'anno, senza navigatore, semafori o deviazioni varie. 
 

sabato 15 dicembre 2012

giovedì 13 dicembre 2012

un muro

Ho conosciuto un muro, un muro vero in carne ed ossa, uno che ha iniziato mattoncino dopo mattoncino a difendersi e rimuovere situazioni, sensazioni, cose e persone ed ora vive come pietrificato.
E la gente, quando gli passa accanto, non se ne accorge che è un muro, perchè lui parla, ride e scherza come se niente fosse. L'importante è che tutto possa rimbalzare, perchè un muro portante può reggere case e persone, ma i legami no e guai a cercare una fessura, dentro non si può guardare.
E a dirla tutta, ormai non lo sa bene nemmeno lui come sia fatto, sa che fuori è bianco, ma dentro tutto è fermo e caotico insieme ed è meglio non pensarci, mangiare qualche schifezza per colmare un vuoto indefinito e continuare a comportarsi come se niente fosse, che tanto chi gli passa di fianco nove volte su dieci non se ne accorge che è fatto così. All in all it's just another brick in the wall. 
E a me, che sarò pure logorroica ma ho avuto dalla mia un bel muretto solido per anni, dispiace proprio per questo muro qua. Sono stata la campionessa indiscussa dei rimbalzi e del nascondere qualcosa che neanche sapevo cosa fosse ma c'era e faceva male, e proprio non ci riesco a passargli di fianco senza accorgermi di niente.
Non voglio giudicarlo, solo lui può sapere o scoprire quello che ha, ma non voglio continuare a conoscerlo in questo modo così superficiale. Sarebbe inutile anche tentare di aiutarlo, perchè in tutti i muri la voglia di stare bene scatta da sola, da dentro, e gli altri non possono proprio farci niente. Quello che so di certo però è che prima o poi qualche mattoncino inizierà a toglierselo, perchè è troppo intelligente e brillante per non ricominciare a volersi bene.
E non vedo l'ora che sia quel momento per conoscerlo veramente, pronta ad offrirgli risate, picchi e piccozze per sgretolare via tutto.

martedì 11 dicembre 2012

Claudia Marini – Ritratto di mio padre

Ci sarà un motivo se quando si parla di fotografia digitale si continua ancora ad usare un aggettivo per distinguerla dalla fotografia.
Ecco, io e Claudia ci siamo conosciute parlando di questo. Lei usa il banco ottico, che richiede tempi lenti, ma offre la possibilità di pensare e relazionarsi molto di più con il soggetto ripreso. E proprio grazie a questo le sue fotografie non sono mai un semplice scatto, ma una serie di immagini che si legano l'una all'altra formandone concettualmente una sola, più ricca e intima.
Questa ricerca è al centro di "Ritratto di mio padre", il suo progetto che mi ha emozionato di più: attraverso i ritratti degli abitanti di Pejo, un piccolo paesino della Val di Sole, Claudia ha cercato (e trovato) il viso di suo padre, che era uno di loro. Ha invitato tutti per un caffè o un bicchiere di vino chiedendo mezz'ora del loro tempo, li ha conosciuti e poi ha realizzato primissimi piani in cui è chiara la partecipazione attiva ed emotiva non solo del fotografo, ma anche del soggetto ritratto. Perchè come per il banco ottico, anche in Val di Sole il tempo scorre un po' più lento, ma le tradizioni ed i valori che ti trasmettono le persone sono talmente saldi e veri che poi ti rimangono dentro sempre.

   



 
















Claudia Marini
Ritratto di mio padre
16 dicembre 2012 – 15 gennaio 2013
Ex scuola di Pejo Paese (Trento)

sì e no

Oggi ho ascoltato la canzone di Laura Pausini e sul fatto che la bimba si chiamerà Celeste non ci sono dubbi. Ma tutte quelle parole "primaverili" e smielose mi hanno fatto pensare a ben altre frasi che sento fin troppo dire ai bambini piccoli.
Non correre, non disturbare, non urlare, lavati le mani, non accettare caramelle dagli sconosciuti, se qualcuno ti offre qualcosa rispondi sempre no grazie anche se vorresti proprio mangiarlo quel cioccolatino, basta giocare è ora del riposino, dai non piangere, non ti allontanare troppo, non bere cose fredde che ti si piantano, copriti che poi ti ammali, non mettere niente in bocca.
Ora il mio istinto materno non è ancora pervenuto, dubito seriamente possa mai arrivare quindi mamme abbiate pietà di me, ma è strano pensare che tutti questi no, man mano che cresciamo, si trasformino in enormi sì.
Per imparare a stare a galla impareremo a correre, disturbare, urlare e non lavarci le mani se qualcosa non va, ci ritroveremo a giocare con periodi di insonnia cronica in cui piangeremo e ci consoleremo con caramelle, cioccolatini e nutella e anche da grandi saremo presi dalla voglia fortissima di allontanarci da situazioni che ci diventano strette o fanno soffrire, ritrovandoci a meditare con un brancamenta in mano stracolmo di ghiaccio.
E sul coprirsi e non mettere le cose in bocca direi che non servono proprio chiarimenti.

lunedì 10 dicembre 2012

dolci di natale

Pinned Image
via pinterest
 
Tutte le volte che vedo immagini così mi viene una voglia pazzesca di imparare a fare i biscotti almeno per Natale, poi passa subito, ma belli sono proprio belli. Mi rincuora però il fatto che due persone due abbiano avuto contemporaneamente la stessa idea di "dolce" per il nostro pranzo natalcolizio e non mi sembra un fatto casuale. Panettone? Pandoro? Cioccolatini decorati al posto dei biscottini? La risposta esatta è Egg Nog, bevanda speziata a base di latte e brandy, beverone alcolico consigliato niente di meno che da Pippa Middleton. Siamo nelle mani della Pippa insomma. God save the food.
 

sabato 8 dicembre 2012

ho perso la zucca


Ho perso la zucca. Non la testa, la zucca nel senso letterale del termine. E mentre oggi tutto il mondo è alle prese con l’albero di Natale, palle e palline comprese, ci tenevo proprio a dire che ho fatto le cose in grande, perchè non ho perso una zucca qualsiasi, ma il Grande Cocomero in persona, quello che Linus considera mille volte meglio di Babbo Natale. 
I semini venivano direttamente da Santa Rosa, dal Schulz Museum, erano proprio quelli di Linus e rispettosissima ho seguito le istruzioni senza saltare nessun passaggio, con un amore che solo la sua copertina potrebbe capire. C’era scritto di piantarli entro settembre e l’ho fatto, nei limiti massimi ma l'ho fatto, e le piantine sono nate quasi subito, crescevano anche bene centellinando l'acqua piovana, che in California voglio dire se la sognano la nostra pioggia, insomma sembravano talmente a loro agio che da un momento all'altro mi immaginavo un dialogo con il mio nuovissimo pollice verde. Mettendoci cento giorni a trasformarsi in zucche non mi aspettavo niente per Halloween, ma almeno per Natale sì, anzi a dirla tutta avevo già pensato di decorarle con sciarpine e cappellini rossi, ma questi sono dettagli che è meglio non approfondire.
Poi questa settimana il fattaccio, pouff, da un giorno all’altro il nulla, sono sparite, scappate senza lasciare traccia, scomparse, smaterializzate, evaporate, nemmeno una foglia o un rametto secco.
“Maledetta neve che ti piace tanto”, mi ha detto l'unica amica pronta a decorare le zucche insieme a me, oserei dire anche la sola veramente interessata a vederle nascere, ma no, sono sparite prima dei fiocchi, la nevicata non c'entra.
Che abbiano capito di essere destinate ad una fine ingloriosa e siano scappate verso veri pollici verdi o emigrate nelle cucine di casalinghe serie? Che siano tornate radici in mano a Santa Rosa canticchiando California Dreamin’? Avranno fatto tutta la strada a piedi zampettando o chiesto almeno un passaggio a qualcuno?
Non capisco (lungo sospiro), ma in fondo quando si perde la zucca non si possono avere risposte, si perde e basta.

venerdì 7 dicembre 2012

attese

No, non andiamo affatto bene. Ieri ho ricevuto una lettera cartacea e sottolineo cartacea che non sembrava il solito invito, aveva l'aspetto di qualcosa di serio ed ovviamente l'ho aperta subitissimo. Era la mia lavastoviglie, mi scriveva che si sente vecchia e che vorrebbe essere protetta di più. E meno male che non mi ha detto di sentirsi trascurata, perchè ormai nemmeno il cucchiaino del caffè lo lavo a mano. Questa mattina, invece, mi sono svegliata con un BlackBerry Messenger romanticissimo, anzi due, un "Frutta ti amo" con tante a ed o, seguito da un "Frutta" senza a e senza o, cui ho dovuto rispondere con un "Em hai sbagliato, sono tua sorella" con tante emme e senza faccina.
Non ci siamo. E fortuna che ormai gli sms non si usano più, ma visto che non c'è due senza tre sono proprio curiosa di sapere quale strana forma di non romanticismo arriverà dopo queste qui. Manca solo la mail ormai.
Detto questo, io sono per le attese, per le piccole cose (gesti?) che arrivano poco per volta, non mi piace il romanticismo troppo romanticismo tutto in una botta, penso di non essere proprio capace di reggerlo emozionalmente. Ma sul 12|12|12 non accetto scuse, quella mi piace troppo come data e quel giorno lì voglio (niente condizionale) una sorpresa vera da togliere il fiato, alla faccia della lavastoviglie. Per oggi mi accontenterò che arrivi sto benedetto fiocco di neve, che lo sto aspettando da una settimana e ho la smania e non vedo l'ora di spiegargli che chi lo ha chiamato Attila ha sicuramente avuto a che fare con strane forme di non romanticismo molto peggiori delle mie.
 
(Devo aggiungere una postilla, che come parola mi piace proprio: mentre stavo scrivendo, la mia amica che conosce a memoria Sex and the City in italiano, inglese e francese mi ha scritto una mail dicendo di non riconoscere una canzone che le ho mandato, che non è una canzone, è la canzone, quella della festa sulla terrazza a casa di Sam Jones, ma ho deciso di considerare questa grave amnesia come forma acuta di stress con tante esse, non mancanza di romanticismo. In attesa dei fiocchi, comunque, visto che stonare mi viene bene e gli ohohoh propiziatori non li so fare, proverò a cantarmela tutta che non si sa mai. Attila non mi fai paura.)





mercoledì 5 dicembre 2012

non penso a parole, ma a immagini

David LaChapelle, via pinterest
"Non penso a parole, ma a immagini che scorrono in testa, mescolate a sensazioni"
                                                          (David LaChapelle)
 

Io volevo scriverne di questa cosa del pensare per immagini, che guai se mi abbandonassero nel mio lavoro e nella vita di tutti i giorni, ma proprio non ci riesco a parole.
Posso solo dire che quando cerco di spiegarla a chi non la capisce e non mi conosce, di solito uso l'esempio di Ally McBeal che parlare di Cremaster non mi sembra il caso, ma su Amelie non ce la faccio proprio a mentire, devo dirlo che lei e il suo nano non c'entrano niente con le mie immagini.
E non crediate sia facile, perchè anche ora mentre scrivo mi vengono in mente due occhi sgranati che mi leggono come se fossi una pazza, quindi preferisco lanciare il nano per aria ed andare avanti per la mia strada canticchiando Barry davanti allo schermo.
Un po' come per chi ha ironia e chi no una cosa comunque l'ho pensata, non credo che si possano leggere libri, guardare film o ascoltare musica senza immagini e fantasia ed è un peccato poi che vengano trascurate nella vita di tutti i giorni.


martedì 4 dicembre 2012

io la neve la amo, non posso farci niente

Io la neve la amo, non posso farci niente.
E lo so che poi non si può andare in macchina, ci si sporca, sarebbe meglio che non si attaccasse come fa la pioggia, dovrebbe nevicare solo per Natale, ma non mi interessa, quando nevica mi viene un sorriso da ebete che nessuno può togliermi.
Peggio di un bambino che aspetta l'arrivo di Babbo Natale non dormo la notte prima e appena vedo i primi fiocchi devo subito andare a salutarli, braccia aperte e testa all'insù.
Mi piace troppo annusare l'aria e camminare nella neve, fuori silenzio e dentro tanta musica, una pace che niente e nessuno può smuovere. Poi adoro rientrare in casa al calduccio, farmi una doccia bollente e sorseggiare un caffè davanti alla finestra mentre fuori diventa buio e il paesaggio sussurra un sacco di parole che calmerebbero anche il più ansioso degli ansiosi.
Ed ogni volta che ascolto questa magia spero sempre che venga tanta di quella neve da rimanere bloccata in casa con la persona giusta per qualche giorno, piumone, letto, amore e di nuovo piumone, letto e amore. Tutto ovattato fuori ma vivissimo dentro.

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A parte lui che si sa alla topa da del tu da sempre anche ora che è ingrassato, in generale io non ci credo più alle promese, uno non può essere diverso da com'è, non può essere speciale, non può migliorarsi. Una persona può mettersi a dieta, smettere di fumare, fare mille cose, ma la sua natura non può cambiarla. E onde evitare scuse inutili, sarebbe molto meglio essere se stessi da subito mostrando pregi e difetti su un piatto d'argento e se va bene bene, altrimenti è stato un piacere, non fai per me e basta. Punto e a capo. Sarebbe tutto più semplice.
 

 

lunedì 3 dicembre 2012

mai e sempre non lo dirò mai

Metti un'amica quasi casalinga che cerca di spiegare la ricetta della bomba di riso alla non casalinga,
aggiungici un sacco di impegno da parte della quasi casalinga a spiegare che il prosciutto deve tenere bene la fetta, persino un disegno della sezione dello stampo per farle capire come metterla questa fetta, se no quando aggiungi il riso crolla tutto. Ecco, non so quale espressione la non casalinga abbia fatto in quel momento, ma è uscita una riflessione sulla cocacola e il cianuro, sul mai e sempre che sto ancora cercando di cucinare:
"Lo so che non la farai mai la bomba di riso, ma sappi che mai e sempre non lo dirò mai. C'è una ripetizione e questo è il bello del gioco.
Mi spiego. Guarda Cocacola, gli voglio un gran bene, è dolce, presente, affidabile, c'è sempre, ma non ci starei mai. Lo schiaccerei. Io ho sempre avuto uomini cianuro che punzecchiano, ti mettono in crisi, fanno soffrire e non ci sono mai. Con quelli ci casco sempre e alla fine loro schiacciano me.
Mai dire mai e niente è per sempre, tutto è possibile e con il prossimo potrei ricadere nel cianuro oppure perdermi in una bollicina, non posso saperlo a priori cosa mi diranno cuore e testa, quello che so è che sbaglierei in entrambi i casi perchè per funzionare un rapporto ha bisogno di un equilibrio perfetto dove nessuno schiaccia nessuno e si ride e ama in modo spontaneo senza mah o se o boh. E con quell'equilibrio che dico io fidati che tutte le ricette vengono alla prefezione semplicemente con leggerezza ed allegria, senza il minimo sforzo. Capisci ora come dev'essere la fetta di prosciutto nello stampo per non essere schiacciata dal riso?"

sabato 1 dicembre 2012

dicembre e il brodo

Verde acido biologico?
Giallo polenta - Valentino Rossi?
Quando due amici prima ancora di salutarmi mi guardano con un sorriso tra l'ironico e la presa in giro e mi chiedono curiosissimi un colore, capisco subito che è iniziato il mese del brodo.
Non so chi abbia inventato il detto "Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi", ma va precisato subito che per me non vale proprio, perchè da anni passo tutte le feste con la mia pazza famiglia allargata che ai legami di sangue gli fa un baffo.
E anche noi, sbronza a parte, anno dopo anno abbiamo istituito le nostre tradizioni pseudonatalizie ed una su tutte, purtroppo, mi riguarda direttamente. Sto parlando della preparazione del brodo per i cappelletti, brodo che regala sempre un misto di stupore, incredulità e prese in giro tra i commensali a causa del suo colore finale assolutamente casuale, ma decisamente pittoresco.
Dorato non mi è mai venuto, ma una volta all'anno ci provo lo stesso a farlo senza delegare, sperando sempre nel miracolo natalizio. E ho capito che non ci va il dado, anche se due o tre devo aggiungerli per forza per dare un po' di sapore all'acqua, ma ad oggi sono rimasti indimenticabili i cappelletti margherita che galleggiavano in un verde prato che sfido chiunque a ricrearlo, il brodo grigio che tutto era tranne che natalizio, quello talmente arancione che sembrava di mangiare un uovo e soprattutto il brodo burrocacao, che il nettare dei cappelletti va colato a freddo e l'ho scoperto troppo tardi, regalando agli ospiti un effetto unto da garantire labbra morbide e protette tutto l'anno.
La ricetta base l'ho capita, sono sul pezzo anche con il mio kit da brodo di verdure già assemblato dal supermercato, ho ancora un po' di problemi con la carne da usare visto i nomi assurdi come suora, paletta e doppione, ma anche per quella posso farcela.
La mia vera difficoltà resta sempre l'ingrediente finale. Perchè se chiedi la ricetta del brodo a dieci persone, tutte ti diranno più o meno la stessa cosa, regalandoti però sul finale il famoso ingrediente segreto, che è sempre diverso ma guai a non metterlo se no il brodo resterà comunque di serie B.
Pomodoro, chiodi di garofano, noce moscata, peperoncino, crosta di formaggio, alloro, ci sarebbe da scrivere un libro sulle varianti da brodo e prima o poi qualcuno mi illuminerà su quella giusta, perchè ancora non l'ho proprio capita e penso che il colore dipenda tutto da questo.
Comunque l'anno scorso, stanca di tutte queste varianti, ho deciso di fare di testa mia, pensando che nella vita non puoi sempre ascoltare i consigli di tutti per trovare il brodo giusto.
Come le vere casalinghe ho cercato il mio ingrediente e, senza pensarci neanche troppo, ho optato per un colorante alimentare rosa fluo glitterato, che non è ancora entrato nella classifica dei suggerimenti da brodo, ma si abbina perfettamente al vino rosso e regala un effetto tra sorpresa e risata perfetto per la vita che intendo io.