sabato 25 aprile 2020

nidi

L'altro giorno stavo male da scoppiarmi testa e cuore, allora ho detto alla persona che mi compensa, quella posata, razionale, concreta, adorabile che non sono io, che volevo il pisolone. Lei, la mia persona che mi compensa e completa, non conosceva il pisolone, lui solo lego da vero matematico unisco tutti i pezzettini che non sbaglio. Mai usato i lego io, al massimo lanciavo dalla finestra quelli di mio fratello, chenfatti mio fratello poi ha studiato economia ed io arte contemporanea, lui sa contare, io no. Comunque. Il pisolone è un nido. Io sempre nidi, cucce, posti piccoli: giocavo che ero uno scoiattolo in letargo e vivevo sulla scala, creavo un rifugio dell'albero, pure da grande mi sono sempre rifugiata sotto ai tavoli o nell'armadio a meditare, perché a me il nido mi calma e tranquillizza, gli spazi aperti o costruiti ansia.
Ieri stavo male di una stanchezza da piangere, perché è un periodo che mi alzo, mi metto a lavorare davanti al computer e non vivo, un periodo difficile da respirare il covid,  chiusi in casa senza poter mai uscire. Ieri piangevo e tremavo dalla stanchezza, allora mi è venuto in mente che forse mi serviva un nido. L'ho fatto oggi, il giorno della mia liberazione, il mio giardino magenta. Ora posso giocare coi lego. Non rilegge, perdonate refusi, pubblica.


domenica 19 aprile 2020

rutto

Mi ricordo che, il mese prima di iniziare l'università, un pomeriggio all'improvviso mi sono trovata davanti alla porta un ragazzo che avevo conosciuto in montagna. Avete presente il classico figone alto e muscoloso che pensi minchia non potrebbe cagarmi mai? Ecco.
Mi ricordo che l'ho guardato e ho detto cosa ci fai qui? Come fai a sapere dove abito? Poi è stato un secondo, mi ha detto ti ho pedinato mentre tornavi a casa in scooter e mi ha baciato. Romanticissimo, direte. No. Mi ha buttato a terra e conficcato la lingua in bocca, mi ha palpato e poi mi ha bloccato la faccia dicendomi adesso fai meno la figa eh? Tutti tranne me, ora come fai a respingermi? Sentiamo. Non respiravo, non capivo, sono rimasta immobile mentre mi toccava ovunque e conficcava mani e lingua con una rigidità e violenza che ancora ora a pensarci chiudo gli occhi dallo schifo. Bisogna baciare morbidi, mi spiego? Io nel mentre pensavo solo al mio ragazzo, stavamo insieme da pochissimo e mi sentivo in colpa non per la violenza, ma perché questa merda mi diceva nell'orecchio sei una troia e pensavo oddio sì, sto già tradendolo senza nemmeno volerlo. Dopo è stato un attimo, giù in taverna c'era la signora delle pulizie che stirava, ho fatto finta di voler fargli un pompino e invece ho urlato il suo nome con tutta la forza in petto. Mi sono salvata e non ne ho più voluto parlare con nessuno. Lui è tornato davanti a casa, non ho aperto, stammerda.
Essere dissociati, vuol dire dimenticarsi di queste cose, rimuoverle completamente, anzi completamente no perché a distanza di anni poi riaffiorano e vanno elaborate uguale. Essere invece bionda e con le tette grosse, invece, non vuol dire essere facili. Rido, scherzo, faccio la facile, ma in tutta la mia vita ho detto ti amo solo a due persone perché credetemi, quando si tratta di amore sono la persona più timida e zitta del mondo. Non so come mai sta cosa mi sia venuta in mente ora, penso perché in questo periodo sto tornando la fighetta che ero, snob da far schifo, mi fa molto schifo pensarci e ho voluto scriverne perché lo sapete, quando "rutto" il brutto lo rimuovo per sempre e volto pagina. Guardo fuori, piove e respiro, tutto qui. Non rileggo nemmeno, meglio guardare avanti.

domenica 5 aprile 2020

Senza l'impedimento del mio passato

"Quando le paranoie hanno la meglio diventano un’ombra che mi segue e scurisce tutti i miei pensieri, mi rendono debole e insopportabile a me stessa. Però non voglio più permetterlo. Ho imparato che esiste anche la spensieratezza, e voglio che sia costante, non più intermittente. Voglio godere delle persone che dicono di amarmi, del lavoro che faccio, essere fiera di aver realizzato i miei sogni senza l’impedimento del mio passato. Il mio istinto mi porta a voler stare bene." 
da "Per il mio bene" di Ema Stokholma