giovedì 31 dicembre 2015

l'effetto autostrada

Son mica capace io di fare i bilanci, però a me il 2015, lo dico piano, a me è piaciuto. Cioè, ha avuto dei momenti di merda tipo le paludi di Atreiu che non so come ho fatto a tornare pulita, però l'odore di lagavulin l'ho sentito, quindi sì, gli alti e i bassi sarà la vita, a me è piaciuto. La svolta, se devo dire una svolta, continuo a non essere capace di un sacco di roba, però la svolta è stato realizzare che il mio sorriso è prezioso e che non voglio rinunciarci per nessuno per niente, e allora non che sia diventata più forte, resto sempre la solita fragile e sottile, ma la svolta è stata quella, di pensare a cosa mi fa stare bene me. La musica. Chissà se riuscirò mai a rispondere quando è ora alla gente maleducata. Tipo, io l'odore delle sigarette me lo ricordo fin da piccolina, mi ricorda mia nonna e i miei genitori, pure la mia maestra alle elementari, è un odore che mi piace anche se non fumo, anche il lagavulin è un odore che mi piace anche se non lo bevo, anche il lexotan è un odore che mi piace, anche quello speziato dell'umanità dei souk, invece mia nipote di anni due, se vede uno che fuma lo guarda e gli dice puzza dritto in faccia, che glielo insegneranno all'asilo o sua mamma non so, però sta cosa a me non sembra naturale, io così mica son pratica. Ancora più che rispondere e far scivolare, comunque, io se devo dire un proposito, devo dire un proposito? io l'anno prossimo vorrei imparare a regolare l'effetto autostrada, tipo quando guidi ai 130 e dopo esci nei paesini, dopo ti vien lo stesso di andare forte e invece non va bene, ecco io vorrei imparare ad andare pianino e soprattutto a fermarmi quando è il caso, che non mi accorgo quando mi stanco troppo ed è una cosa che dopo mi fa male fisicamente mentalmente tutta. Tipo gli odori, a me ad esempio degli uomini fa impazzire l'odore tra collo e orecchio, di me quello della pelle abbronzata, però la verità sacrosanta è l'odore del sesso, maledetto Ligabue che c'ha fatto una canzone banale come poche, che va bene che passi dalla chimica alla testa e diventiamo tutti animali con istinti uguali ma diversi, però se non ti piace l'odore del suo cazzo è già un amore andato a male scaduto che non puoi farci niente, non funzionerà mai, invece se l'odore ti piace la meraviglia, ci sei già dentro fino all'utero e non ti resta che ballare, però, caro stivaletto, le paure le difese il branco, mica vero che l'odore del sesso non va più via, ti entra pian piano dentro poi ti appartiene talmente tanto che alla fine, troppo veloce o troppo lento, dopo non lo riconosci più. E io no, io almeno per un po', io 2016 non vorrei questo. Mi senti?



lunedì 28 dicembre 2015

dal libro che ne vorrei altri mille così nel 2016

“Avercele delle braccia grandi tutta la città per poterti coprire e stringere ovunque tu sia amore mio, avercela una lingua lunga mille leghe per leccarti e un uccello in volo sopra i mari e ai monti e ai fiumi per raggiungerti affezionato mio caro, e per venirti dentro e strusciarti e spezzare così questa atroce lontananza e invece rimango solo, la notte tutt'intorno tace e la mia stanza invece urla e grida per te che non ci sei, io, io non ce la faccio proprio più.”

“Ma in fondo chissenefrega del Johnny e di tutta la baracca del postoristoro, io ci voglio sopravvivere anche se l'ho capita ormai che nel sangue e nella merda ci dormo da quando son nato per cui non me la meno più di tanto, qualcosa succederà o s'aggiusterà e non ha importanza adesso quello che sarà domani o posdomani e ancora dopo, perché primaoppoi qualcosa cambierà e sarò uomo e non me la farò più con tutti i porci lerci del postoristoro e troverò una donna e ci farò dei figli e mi sbatterò coi buchi fin che ho vene e soldi e un pezzo di culo da dar via, perché perché perché.”

“Lacrime lacrime non ce n’è mai abbastanza quando vien su la scoglionatura, inutile dire cuore mio spaccati a mezzo come un uovo e manda via il vischioso male, quando ti prende lei la bestia non c’è da fare proprio nulla solo stare ad aspettare un giorno appresso all’altro. E quando viene comincia ad attaccarti la bassa pancia, quindi sale su allo stomaco e lo agita in tremolio di frullatore e dopo diventa ansia che è come un sospiro trattenuto che dice vengo su eppoi non viene mai.”

“Bando a isterismi, depressioni scoglionature e smaronamenti. Cercatevi il vostro odore eppoi ci saran fortune e buoni fulmini sulla strada. Non ha importanza alcuna se sará di sabbia del deserto o di montagne rocciose, fossanche quello dell'incenso giù nell'India o quello un po’ più forte, tibetano o nepalese. No, sará pure l'odore dell'arcobaleno e del pentolino pieno d'ori, degli aquiloni bimbi miei, degli uccelletti, dei boschi verdi con in mezzo ruscelletti gai e cinguettanti, delle giungle, sará l'odore delle paludi, dei canneti, dei venti sui ghiacciai, saranno gli odori delle bettole di Marrakesh o delle fumerie di Istanbul, ah buoni davvero buoni odori in veritá, ma saran pur sempre i vostri odori e allora via, alla faccia di tutti avanti! Col naso in aria fiutate il vento, strapazzate le nubi all'orizzonte, forza, é ora di partire, forza tutti insieme incontro all'avventuraaaa!”


Pier Vittorio Tondelli, Altri libertini (leggetelo, nel caso)

sabato 26 dicembre 2015

Perché scrivere

Perché scioglie i pesi. Perché libera. Perché delle volte non capisco. Perché mi domando. Perché dentro brucia. Perché l'ansia nella pancia. Perché canto, ma la leggerezza la respiri. Perché la musica. Perché tu. Perché elaborare il male. Perché vedo le immagini e descriverle è una sfida. Perché serve a leggersi. Perché ricordarsi. Perché il sorriso è prezioso. Perché io. Perché le domande ci vuole lo sforzo. Perché le risposte. Perché la ricerca. Perché la coccola. Perché senza non sarei. Ecco perché.

venerdì da tre giorni

Sono qui con un libro fotografico stampato in carta kiwi che mi osserva, il cane di fianco che dorme e mi ignora, una candela da accendere e la tovaglia da sparecchiare, da ieri. Non so che giorno è, forse venerdì, ho perso il conto. Non so un sacco di cose, tipo che il libro è scritto metà in cinese e chissà che vorrà dire, mi fissa lo guardo e sorrido, ma va bene. Non ho nemmeno voglia molto di pulir casa, anche se tra carte e bottiglie sembra stata abitata da mille persone. Ho tipo un po' una paura generica, l'annuso e non la distinguo, avrò bevuto troppo in questi giorni, ma va bene, oggi le cose non le voglio sapere. Pensavo. Nel senso che adesso non penso più, accendo la candela, e mi metto di fianco al cane a fissarla. Il resto, per oggi, lo faccio profumare poi meglio domani.

domenica 20 dicembre 2015

zeroquindici

Mi fido di zerocalcare, del panino con la mortazza dopo la sbronza, dello scrivere per elaborare. Non son capace di giocare a briscola, di solito appena lo dico tutti si scandalizzano manco fosse non sapersi allacciare le scarpe, comunque di chi mi insegnerà a giocare a briscola mi fiderò. Mi fido di chi inciampa ma si rialza, di chi non si vergogna e quando c'ha voglia canta ignorante e poi si commuove tipo con Stevie Wonder. Non son capace di stirare, di fare la composta tipo la Bellucci, di parcheggiare in retromarcia, ma forse questa cosa del parcheggio è femmina quindi ok. Io di quest'anno gennaio è stata la primavera anticipata che anche coi metri di neve di febbraio mi faceva sentire caldo e raccontare tutto, e io ci credevo a quella primavera lì, si capiva dal sorriso. Dopo poi marzo son venuti dei momenti di delusione da averci male a tutte le parole e non riuscire a infilarle (perché non mi hai letto?), ma più che tipo collana, dopo mi son sentita come una chiocciola offesa con le ferite serie, una che ha provato ad aprirsi ma siccome non c'è riuscita allora ha preferito dormire, maledetto freddo umido della primavera vera, non funziona dormire, non funziona manco per un cazzo. Venerdì in una mail mi hanno scritto "imbocca" il lupo, che a pensarci è un lapsus bellissimo, a me fa ridere molto. Vorrei il calore della vasca da bagno, tipo far la nebbia nella stanza e ascoltare la musica, o forse anche solo le parole, si infilerebbero da far intenerire pure il lupo più stronzo di tutti, vero? Aprile depistar la bestiola non è stato facile, tutto lento e grigio, e strano e ovattato e senza vino, poi però son arrivati dei cambiamenti inaspettati di un veloce che maggio giugno luglio caldo fuori freddo dentro, pian piano son cambiata pure io. E io adesso, io non li sto a descrivere tutti i miei cambiamenti, c'ho pure il viso diverso che tutti mi chiedono sei dimagrita e bla bla bla, io adesso continuo a cercare la stabilità del cuor di mela, però se devo dire una cosa sola come bilancio di quest'anno, la cosa da dire è che tutto può cambiare da un momento all'altro, ma io, io i punti fermi nonostante i nonostante ci sono, e infatti, esattamente come un anno fa, continuo a tifare per l'aragosta di Annie Hall. 
E non c'è niente da capire, o forse tutto, vedremo.

domenica 13 dicembre 2015

Le regine cattive

Le tasche scucite. Non sono mai stata capace di impormi per ottenere qualcosa. Tipo il mio ex aveva il terrore di volare, con la nuova morosa dopo neanche un mese era in aereo. Le tasche cucite. Di pensiero praticante, frullo e mi tengo il male dentro. Quando hai paura hai tutte le difese in allerta e in un certo senso sei più protetta, appena ti rilassi la prendi nel culo, penso sia una qualche legge o corollario sul non mollare o giù di lì. Gli occhiali da sole. Mica li capisci gli incisivi sulla pelle, ho il sorriso che mi viene naturale e sdrammatizza sempre, pure quando piango delle volte rido e a illuminare tutto non ci si capisce giustamente mai un cazzo. Gli occhiali da vista. Quelli da lontano, mi servono, soprattutto per il lato sinistro. Simmetria. Non ce l'ho. Intonazione. Secondo me mi manca, ma il mio musicista di fiducia sostiene di sì, in ogni caso l'ottava giusta vorrei trovarla. I vuoti a perdere, sono le possibilità? Mai capito perché le sprechiamo, forse la cosa del farsi condizionare andrebbe rivista. Li voglio. I vuoti a prendere, son quelli che colmano i pieni? Ascoltare la pancia, che ad essere se stessi pure coi difetti ma con la verità, si vince sempre. Voglio anche quelli. Le regine cattive fan sempre una brutta fine, io credo.

martedì 8 dicembre 2015

spolmonare quel che ho dentro

Tipo:
"perché la vita è davvero vita cioè una porcheria dietro l'altra e allora è come sbattere giù merda ogni giorno che poi ti dimentichi che fa schifo, e ne diventi magari goloso"

Oppure:
"però l'intensità della scossa fra le gambe sale e stringe lo stomaco e le tempie si inumidiscono leggere e tiepide che paiono baciate dalle perle e allarga le braccia e trema, troppo bella quella scossa, troppo diretta al cuore"

E anche:
"Notte raminga e fuggitiva lanciata veloce lungo le strade d'Emilia  a spolmonare quel che ho dentro, notte solitaria e vagabonda a pensierare in auto verso la prateria, lasciare che le storie riempiano la testa che così poi si riposa".

Pier Vittorio Tondelli, Altri libertini
No niente, le certe notti lungo la via Emilia o a cavalcioni sui leoni di piazza San Prospero le ha raccontate meglio lui.

mercoledì 2 dicembre 2015

Camomilla

Io cosa c'è di preciso preciso nell'amore mica lo so, però due tazzine da caffè ci stan per forza, anche guardare novecento tutto intero sotto Natale con l'albero acceso. Poi la musica e la scossa. Tipo tutte le cose che ti fanno stare bene col sorrisetto pirla, ma anche quelle che ti sbadilano via l'ansia quando stai male, che poi è uguale, credo. Camminare di notte che sembra di essere ovattati, fare la spesa ignorante, perdersi i nervi nella coperta, il vino, le cazzate stonate di voce bella, la neve al mare che vorrei fotografarla da sempre, chissà se ci riuscirò mai, il sesso da non riuscire a smettere di sentirsi, le caramelle, conoscersi le pance da farsi un quadro. Volersi vivere, ma un viversi davvero da lavarsi via il non capirsi sotto la doccia, fidarsi senza parlare, la fissa. Magari sembro banale, io di preciso preciso infatti cosa c'è nell'amore mica lo so, ci deve essere un odore buono, al resto ci penso.