domenica 27 ottobre 2013

Lou Reed | Transformer

Siccome da piccola la usavano per fare la pubblicità dei trucchi, per me voleva dire semplicemente passare all'adolescenza e al rossetto honey poco vistoso. Insomma, non ci avevo capito niente. Poi inizi a crescere e a camminare per davvero. Ti innamori dell'arte e della musica, della factory, Transformer lo ascolti tutto, ma mica solo quello. Impari a conoscere Jackie Curtis, Holly Woodlawn, Candy Darling e Joe Sugar Plum Fairy, ma mica solo quello. Anche il cibo per l'anima e le quintalate di valium. Poi tutto il resto, da Pale Blue Eyes a Songs for Drella. Musica e arte. Non si tratta solo di curiosità, è questione di contaminazione. Grazie.
 
 
 
 

zebra crossing


venerdì 25 ottobre 2013

Io un mantra non ce l'ho

Io un mantra non ce l'ho, ma quando sento che dovrei averlo penso al mare e sto subito meglio per via dell'acqua che mi calma fortissimo e più di tutto. Se vogliamo fare le cose in grande, comunque, se proprio ma proprio, vorrei anche una canzone tutta per me, un libro oh ma sei te e una luna di quelle delle foto anni Trenta da usare in casa come altalena. Siccome il cielo in questo periodo tutto tranne un biliardo, mentre salgo un attimo, vorrei anche la Madonna di Munch, quella con gli spermatozoi e gli occhi che non lo sai chi fissa chi, che poi nella mia testa è sempre mare, solo più agitato.
Ho letto che il sesto senso esiste veramente, lo dicono dei neurobiologi, mica alieni, ci hanno fatto studi su studi e sono arrivati a scoprire questo senso che hanno chiamato numerosità e ci serve a stimare le quantità appena le vediamo. Non contare, stimare, tipo che se perdi qualcuno che non c'è più stai malissimo perché ti senti impotente da vivere e invece se perdi qualcuno che c'è, a stima, dovresti sentirti subito un po' stupido, che insomma un modo per relazionarsi si trova sempre e ben venga la numerosità al posto della solitudine. Non bisogna andare sulla luna per capirlo, nemmeno avere un mantra, basta seguire i nostri sensi.



 

Noir Désir | Le Vent Nous Portera



Pendant que la marée monte et que chacun refait ses comptes
j'emmène au creux de mon ombre des poussières de toi
le vent les portera

mercoledì 23 ottobre 2013

L'anno scorso avevano studiato in inglese il "present continuous"

“L'anno scorso avevano studiato in inglese il "present continuous". Aharon si era proprio entusiasmato per questa invenzione che non esisteva in ebraico, "I am going", "I am sleeping". Ghideon non aveva capito questo suo far faville. D'accordo, lui era contrario a tutto quello che non fosse israeliano e sionista, e se l'era presa allora con quegli inglesi che devono complicarci la vita anche adesso, e aveva detto se noi avessimo avuto solo un briciolo di coscienza nazionale, non saremmo certo qui a studiare la loro lingua. Aharon avrebbe voluto discutere con lui e dimostrare che anche in ebraico ci sono diversi problemi e forme irregolari, ma era stato zitto e si era detto fra sé, con compiacimento: "I am jumping..." e nel suo pensiero si era disteso in un salto lungo lungo, quasi infinito, che dal momento in cui lo cominci, ti ci trovi immerso dentro con raccoglimento e abbandono assoluti, e sei tutto solo; "jumping", come se ti fossi rinchiuso dentro una bolla di vetro sigillata, e quelli che stanno di fuori pensino pure, sbagliando: ehi, lui "is" solo "jumping", ma dentro, dentro la bolla sigillata succedono cose, tantissime cose succedono lì in quel mentre, e ogni secondo dura un'ora, e solo tu conosci i segreti che si svelano a quel qualcuno che sente il tempo come lo senti tu, attraverso una lente d'ingrandimento, e tutto quello che ti succede li e proprio, privato, e fuori la gente guarda, bussa sulla bolla di vetro, si stupisce di quel che gli succede là dentro; ma loro sono solo fuori, loro con i loro volti e l'odore del loro sudore e le loro schifezze, e di nuovo si chiese come si sarebbe sentito tra un po' di tempo, tra un anno e mezzo circa, supponiamo intorno al suo "bar-mitzwah", quando cominceranno anche a lui peli neri e duri su tutto il corpo, forse i suoi saranno gialli, perché è piuttosto biondo, ma comunque duri, quand'è che questo comincia, com'è che arriva da te, e chissà forse c'è una forza potente e invisibile che spinge con forza dal di dentro questi peli, come si schiaccia fuori dalla buccia il frutto del fico d'india, con i due pollici, e forse questa spinta e questo bucherellio fanno male alla pelle, e così fece un voto, che anche quando sarebbe stato adulto e grande e peloso, e con la pelle ruvida e dura come quella di suo padre, come saranno tutti, si sarebbe ricordato del bambino che era adesso, se lo sarebbe inciso profondo nella memoria, perché forse ci sono cose che si dimenticano in questo diventare adulti, è difficile definire esattamente cosa, ma comunque c'è certamente qualcosa che rende gli adulti tutti un po' simili uno all'altro, non sulla faccia, ovviamente, anche non nel carattere, ma in un qualcosa che esiste in tutti, una cosa cui tutti "appartengono", cui persino ubbidiscono, e quando Aharon sarà diventato così, cresciuto come loro, lui sussurrerà a se stesso almeno una volta al giorno, "I am go-ing"; "I am fly-ing"; "I am aharoning"; e così ricordando a se stesso che è anche un po' Aharon nome proprio sotto tutti questi nomi comuni. Otto minuti. Tanto era assorto che ne ha saltati due insieme.”
David Grossman, Il libro della grammatica interiore

lunedì 21 ottobre 2013

Vino, sorriso e nebbia

Sporcarsi con un bombolone come biglietto da visita e poi inciampare, che è un'arte, ma su tutto la luce e un pranzo, che una persona per me la conosci così, senza fretta, tutto il resto dopo.
Vino, sorriso e nebbia. A noi emiliani ci piace troppo perderci e ritrovarci e infatti come simbolo, prima di Novecento, Zavattini e Ghirri, per me una piazza, di quelle piccole della bassa, quelle che non ci puoi fare niente, solo annusarla e farti avvolgere te e i campi ed aspettare che qualche scampanellata di bici ti riporti testa e sciarpa colorata sulla terra.
La nebbia va ascoltata, ha un linguaggio tutto suo fatto di dettagli lenti e silenziosi che quando li capisci sei sulla luna. Come quando guidi e ti trovi un muro, inutile voler guardare avanti, ancora peggio correre, bisogna solo imparare a leggere in basso e seguire la striscia bianca della strada. Solo così, immersi nella loro atmosfera surreale, si raggiungono sempre i portici.

venerdì 18 ottobre 2013

Memo

era stata qualcuno

Gli anni fanno distanza, molta distanza. Ci sono certe persone che non contano almeno più, anche se tutte le cose che passano nel cuore rimangono, non ce ne è nessuna che se ne scappi, che se ne sfugga, restano tutte lì infatti il mio cuore è un tram affollatissimo, spaventoso, per fortuna senza controllori perchè li sbatterei giù io, comunque è un tram, che va da qualche parte come quello di tutti e non scende mai nessuno una volta che è entrato e così succede che si sopraffollano gli affetti e gli amori e anche a distanza di tanti anni, magari dodici, quindici anni, una sera, perchè succede sempre che le sere si sia un po’ spiattellati tra il vino e le altre menate, una sera si può ricordare una persona, anche se non la si ama più, perchè tutte le persone hanno dato qualche cosa, sono contate per qualche cosa.

Rery | Étonnants voyageurs

Rery | on Tumblr - Étonnants voyageurs

mercoledì 16 ottobre 2013

Il treno partì senza di lei

Il treno partì senza di lei. Ella lo colpì con un intercity notte, sottotitolo niente classe nemmeno in coda, solo luce bassa e puzza dei freni che ti spalanca le narici e scende nella gola.
Niente più professionisti con la valigina, niente colpi di sole e burberry, solo gente che dorme a parte madre e figlia che si parlano una di fronte all'altra al telefono, un nonsignor che ascolta la radio senza auricolare preo di disturbare gli altri e due ragazzi che per sedersi spintonano un extracomunitario in piedi senza nemmeno chiedergli scusa.
Zero sorrisi, sonno misto a nebbia, ombre sparse, nessun colore.
Nemmeno un teletrasporto o uno straccio di asciugamano a quest'ora, improbabile che la situazione migliori, pensò la fanciulla mentre osservava il mondo fuori e dentro il finestrino senza riuscire a leggerci nulla. Dato che tra due minuti nessuna quasi casa, ma tra alcune settimane potrebbe essere addirittura al mare poiché le mezze misure nei cambiamenti non sia mai, ella decise di scendere da questa introduzione sospesa e accendere la luce dentro. Aveva decisamente bisogno di respirarsela tutta.

martedì 15 ottobre 2013

e se non ne vuoi parlare con nessuno, scrivi. Ti aiuterà.

Dimmi, Mathias, piangi qualche volta la sera quando sei solo?
Il bambino dice:
Sono abituato a stare solo. Non piango mai, lo sai.
Sì, lo so. Ma non ridi neanche mai. Quando eri piccolo, ridevi sempre.
Doveva essere prima della morte di Yasmine.
Che dici, Mathias? Yasmine non è morta.
Sì. E’ morta. Lo so da molto tempo. Se no sarebbe già tornata.
Dopo un silenzio, Lucas dice:
Anche dopo la partenza di Yasmine ridevi ancora, Mathias.
Il bambino guarda il soffitto:
Sì, forse. Prima che lasciassimo la casa di nonna. Non avremmo dovuto lasciare la casa di nonna.
Lucas prende il viso del bambino fra le mani:
Forse hai ragione. Forse non avremmo dovuto lasciare la casa di nonna.
Il bambino chiude gli occhi, Lucas lo bacia sulla fronte:
Dormi bene, Mathias. E quando avrai troppa pena, troppo dolore, e se non ne vuoi parlare con nessuno, scrivi. Ti aiuterà.
Agota Kristof, Trilogia della Città di K.

Wangechi Mutu, Misguided Little Unforgivable Hierarchies, 2005

Wangechi Mutu

Per Barclay|Mario Merz

Per Barclay's Ballerina "Cathrine" (2002) and Mario Merz' Fibonacci Igloo (1972)  at Galeria Giorgio Persano, Torino

venerdì 11 ottobre 2013

memo

 
 'Cause I'm going to Strawberry Fields Nothing is real. And nothing to get hungabout. Strawberry Fields forever.

martedì 8 ottobre 2013

sassicaia e blau blau

Ci sono persone sassicaia che vanno decantate per essere gustate al meglio, io sono più un uvaggio tipo quello del blau blau, che a me fa impazzire già dalla bottiglia, ma mica è detto che il sentore si capisca subito, pazienza, lo scopriremo la prossima volta o quella dopo ancora, forse, intanto beviamo. Questo per dire che ho realizzato che c'è gente che programma tutto, anche gli amori e le amicizie e 'sta cosa qui, per me, è impensabile. A me piace troppo il tu pensa il caso, mi piace talmente tanto che tutte le persone più importanti non solo sono arrivate a sorpresa nella mia vita, ma ci torneranno pure. Nei modi e nei tempi che vorranno loro, vuoi mettere l'emozione? Altro che lambrusco e popcorn.

sabato 5 ottobre 2013

pioggia da farci la pace

Mettiamoci pure tutta la vita a fare alla pace, mica abbiamo fretta. Voi avrete altre frasi, io voglio questa, parola per parola sulla pelle e poi negli occhi, la voglio seria tutta di un fiato seguita da uno di quei sorrisi da pioggia col silenzio che tutto tranne dividerci.
Inutili altre parole, le perderemo una ad una, via il senso del tempo e dello spazio, via tutto il fuori, saremo solo contatto da chiudere gli occhi e riaprirli quando ci pare per vedere che colore c'è dentro. Saremo un colore bellissimo, già lo so, che cosa aspetti a farmi sentire la musica?  

giovedì 3 ottobre 2013

Mi manca troppo l'Africa

Mi manca troppo l'Africa, minchia l'Africa, aprite gli occhi, spalancateli tutti i sensi, che oggi ho letto e sentito dei pensieri talmente razzisti da farmi crollare e oggi no, ma decisamente no, non è il caso e non solo oggi.
La prima sera avevo una paura fottuta, ero io la diversa con una scimmia sulla testa, quella che cercava di integrarsi ma aveva paura del serpente, poi però dopo un giorno camminavo per mano con le bimbe che mi facevano vedere i loro disegni, dopo due me ne stavo seduta in piazza con un sorriso grande così ad ascoltare le storie fantastiche e la musica ipnotica che non puoi non ballare, dopo tre l'Africa era già nel cuore, ma solo ed esclusivamente grazie alla gente.
I colori, le spezie, le usanze tutte dopo, prima i sorrisi, l'umiltà, la serenità nonostante la povertà, la disponibilità, il senso di rispetto verso il prossimo e di appartenenza ad una famiglia mai solo geografica, l'educazione e la capacità sempre e comunque di riflettere prima di agire. Quello che a noi, decisamente, manca.

mercoledì 2 ottobre 2013

niente discrezione

Ai Buddenbrook preferisco i Tenenbaum, ma a parte questo, per me ottobre niente discrezione.
A parte il mare e le sorprese da restare a bocca aperta, a parte la musica bella bella, a parte l'ironia che insomma senza guai, a parte faccio così passo di lì ti prendo e ti porto via, questo mese qui voglio ridere da averci le lacrime e gli occhi che illuminano tutto, voglio dire quello che non mi va per non buttare giù l'amaro e sentirmi leggera con niente di brutto almeno dentro, voglio fare finta di avere perso le orecchie coi discorsi no e vedere se in tutte le stazioni la gente quando corre è sempre stanca, voglio visitare un sacco di posti e vivere mostre e disegnare e fotografare mani, voglio gli abbracci e sentire il ciccic delle foglie mentre cammino, voglio la prima nebbia da perdermici e poi la doccia bollente, la cioccolata col sale e la copertina, voglio i miei amici e le cene e le chiacchiere e il vino, voglio i pocci buffi e gli esperimenti di cucina malfatta, voglio cantare da non vergognarsi mai, voglio prepararmi a diventare zia che insomma manca poco e per lei voglio un mondo più colorato, voglio la tenerezza che scioglie ed emozionarmiticisi. E niente condizionali, non mi interessa se non sta bene, tutti questi voglio dipendono da me e per una volta li voglio proprio tutti.

Negrita | Sex


per noi malati di scarpe

Forse voi siete sani e salvi e non ve le ricordate le Gucci nere bright calf di Kate Moss tacco a spillo verde scurissimo coi brillantini e un cinturino che tiroso così mai, io le ho amate talmente tanto che stanotte mi sono venute in mente e stamattina sono andata a salutarle e a parte che sono ancora stupende e stanno benissimo, a parte quello mi è caduto l’occhio sul prezzo che c’è ancora sulla scatola e niente, quando le avevo comprate me lo ricordo che sembrava una follia, ma insomma adesso mi è venuto proprio da ridere. Costavano 139,44 euro, poi uno dice la crisi.
 
Gucci - Tom Ford