giovedì 30 agosto 2018

camminare

"Per fare quello che fai hai bisogno di camminare. È camminare che ti porta le parole, che ti permette di sentire il ritmo delle parole mentre le scrivi nella tua mente. Un piede avanti, poi l’altro piede, il doppio battito di tamburo del tuo cuore. Due occhi, due orecchie, due braccia, due gambe, due piedi. Questo, e poi quello. Quello, e poi questo. Scrivere incomincia nel corpo, è la musica del corpo, e anche se le parole hanno significato, possono a volte avere significato, è nella musica delle parole che i significati hanno inizio. Siedi alla tua scrivania per scrivere le parole, ma nella mente stai ancora camminando, sempre camminando, e quello che senti è il ritmo del tuo cuore, il battito del tuo cuore. Mandel´stam: «Mi chiedo quante paia di sandali avrà consumato Dante mentre lavorava alla Commedia». Scrivere come forma minore di danza." 

(da "Diario d'inverno" di Paul Auster - cito, non potendo camminare in questi giorni)

lunedì 27 agosto 2018

Citazione

"Ogni volta che arrivi a un bivio il tuo corpo cede, perché il tuo corpo ha sempre saputo quello che la tua mente non sa, e benché scelga di cedere, sia per mononucleosi o per gastrite o per attacchi di panico, il tuo corpo ha sempre sostenuto in gran parte il peso delle tue paure e delle tue battaglie interiori, incassando i colpi a cui la tua mente non vuole o non può reggere."

(da "Diario d'inverno" di Paul Auster, che sto leggendo adesso e boh, ha frasi taglienti tipo bufere di neve)

venerdì 24 agosto 2018

Caselline rosa coi bordi sfumati

Cammino per scrivere perché ho un nervoso molto forte, tanto forte che è tutto il giorno che al lavoro resisto, poi sono salita in macchina, ho ascoltato quando di Pino Daniele e sono scoppiata a piangere tipo una fontana.
Ho un difetto enorme, che è quello di annoiarmi facilmente e di voler sempre far qualcosa di diverso e stimolante, invece è un periodo che lavoro tipo con degli zombi ben contenti del loro ritmo, a loro non gli interessa correre, pensare, creare qualcosa, non gli interessa mi sa nemmeno niente, e sto bradipamento è tremendo.
Mollali mi dico, cercati dell'altro, stavi lì perché eri convinta di cambiare le cose e perché di fianco avevi una persona intelligente - seppur cagacazzo - che la pensava come te, ora sei circondata da gente che non gli interessa niente, sei lontana anni luce dal - seppur cagacazzo - e soprattutto dal puntino che volevi raggiungere, cosa fai ancora lì?
Di questa settimana, se devo pensare due cose una bella e una brutta per ragionare su sta situazione e trovar na quadra, come cosa bella mi viene da dire che io, a sto - seppur cagacazzo -, gli ho detto ridendo che abbiamo in effetti uno strano rapporto, che secondo me è una frase bellissima. A me, il nostro in effetti è uno strano rapporto davvero strano, tipo che invece di tener il muso e non parlare per 15 giorni come di solito faccio quando mi incazzo, io questa persona intelligente - seppur cagacazzo - lo mando subito a fanculo in tutte le lingue del mondo all'istante, poi siccome le parole mi tornano indietro tipo boomerang, dopo mentre mi manda a fanculo lui, pian piano le ingoio e le risputo e mi passa. Lui non riuscirà mai ad inquadrarmi nelle sue cazzo di caselline Excel, io non riuscirò a fargli staccare i piedi da terra, eppure alla fine delle nostre litigate, un punto di partenza si trova sempre, alla fine qualcosa di costruttivo lo creano.
Ma veniamo alla cosa brutta. Ieri ho pensato un progetto che coinvolge le persone in modo attivo per recuperare energie sostenibili. Mi sono innamorata della mia idea, mi piaceva proprio pensare in un momento così di merda di riuscire a realizzare qualcosa di positivo per noi.
Presentandolo, mi son sentita dire dal demente zombie che dovrebbe lavorare al progetto con me, che la mia è un'idea comunista che rischia di far fare azioni positive a marocchini in ciabatte, ottenendo solo un effetto cafone. Ecco, con sto demente non mi sono uscite le parole, non usciranno manco tra mesi, ho pensato solo che il mondo sta rotolando, che ste merde ignoranti e razziste van fermate, che non voglio proprio lavorare con gente convinta di sapere tutto, poi sono andata via, tanto il progetto non l'ha nemmeno letto e sicuro non lo abbandonerò mai.
Il mondo, boh, forse non riuscirò mai a cambiarlo nemmeno un pochino, forse è vero che sono solo un'illusa convinta di vivere nel mondo dei puffi, ma mentre razionalmente lo so che devo cercare dell'altro se l'azienda non mi offre alternative, nella mia pseudo casellina Excel (rosa), al momento le uniche cose che riesco a inquadrare sono che del mio entusiasmo ho bisogno come l'aria, che non tutto il mondo è uguale, che non avrò mai paura di mettermi in discussione e di difendere le mie idee, e soprattutto che il mio puntino di arrivo, quello di partenza, quello sociale, culturale, economico, religioso e politico, tutti i puntini del mondo sopra e ben più grandi del mio, tutti uniti insieme, tutti i puntini su sempre più su, noi, il mondo, siamo io e te.

sabato 11 agosto 2018

Sei di Reggio Emilia

❤Sei di Reggio Emilia se ..

• se da piccola andavi sul PINCO-PANCO;
• se dal salumiere alla domanda “ALTRO?” rispondi con “ALTRO!” (e   lui capisce che sei a posto così);
• se i piatti li asciughi con un BURAZZO;
• se la GRAMIGNA è una pasta (ed è rigorosamente con panna e salsiccia);
• se i POCCI li puoi fare o mangiare;
• se si chiamano TRAM anche se non vanno su rotaie e i piccoli tram si chiamano MINIBU;
• se a uno che ti spinge chiedi gentilmente di “smetterla di CUCCIARE”;
• se i fogli li tieni insieme con un CAVALIERE;
• se per dire che sei sudato fradicio dici che sei PASSATO;
• se un più o meno grande pezzo di cuore ce l’hai da qualche parte sulla riviera romagnola;
• se l’incidente lo chiami CIOCCO;
• se almeno una volta ti hanno detto di “far meno la SIMPIETTA”;
• se in bocca ti vengono i ROSPETTI;
• se il limone per te è BRUSCO;
• se i capelli in casa li raccogli con il CIAPPO;
• se butti via il RUSCO;
• se libro lo pronunci con almeno tre B;
• se i toponi grossi li chiami PUNGHE;
• se il giorno dopo un’intensa attività fisica ti viene la CARNE GREVE;
• se dietro al divano ci sono i GATTI;
• se il prurito per te si chiama SPIURA;
• se bere un bicchiere di troppo significa PRENDERE LA BALLA;
• se ai piedi metti le PAPERINE;
• se a scuola facevi FOCACCIA;
• se quando piove poco dici che SPIOVIGGINA (e quando nevica poco che SNEVISCHIA);
• se con gli amici FAI BARACCA;
• se SENTIRE significa anche assaggiare;
• se la neve con il caldo diventa PATOCCA;
• se ogni tanto senti il bisogno di mangiare qualcosa di CIUNTO;
• se inciampare lo chiami STRAMBUCARE;
• se da piccola la mamma ti dava le PATACCHE;
• se d’estate ti rinfreschi con un BIF;
• se ti chiedi come facciano gli altri senza ERBAZZONE;
• se per te è normale in gelateria chiedere LA GIOVANNA;
• se LAVORO è per te sinonimo di cosa/roba;
• se LA SONNO è rigorosamente femminile.. e anche LA COCOMERA;
• se il gnocco può essere fritto o al forno (ma comunque è IL GNOCCO, punto e basta e non si discute);
• se alle persone assillanti rispondi “C’HAI PRESSIA?!”;
• se ci sono frasi che non puoi proprio non finire con un VEH;
• se PERBACCO è parte integrante del tuo vocabolario quotidiano;
• se lo stupore lo esprimi o con un “VACCA BOOIA” o con un “EH VAACA” a seconda dei contesti;

.. se tutto questo ti sembra così straordinariamente normale!❤❤❤❤

giovedì 9 agosto 2018

Passione semplice

Vivo in una casa con spiaggia privata e il mare delle Tremiti è una cosa che non sono capace di descrivere, la spiaggia privata al posto del giardino ancora meno, unico compito annaffiare le piante alla padrona di casa ogni due giorni, spero siano autosufficienti, ma posso farcela. Ho una terrazza e una candela che la sera mi incanto e ho appena letto un libro di Annie Ernaux su come la passione cambia il corpo. È un libro un po' del cazzo, viene molto prima di Facciamo un gioco di Carrere e si vede, dice che la scrittura deve tendere a descrivere l'impressione dell'atto sessuale, e già qua ti viene da dire parla come mangia, chiamala scopata, trombata, sesso da paura, dipendenza, passione, forse relazione, forse forse forsissimo amore. Gli anni 90 erano di parola più delicati, probabilmente. Va beh, il mio problema è un altro, il mio corpo non mi sta dando retta, non sta cambiando per passione, ma per stress. Sono stata malissimo ieri, tre giorni fa ho rischiato guidando. È un dolore improvviso e lancinante, non respiri e non riesci a fare nulla, solo aspettare che passi. Ho rischiato di finire all'ospedale di Termoli o peggio tornare a casa e soprattutto, non so se e quando si ripeterà, se sia solo stress o dell'altro, se mangiare mi faccia male, se sia il caso al ritorno, oltre a fare gli esami dentro (devo impormerlo), di farli anche fuori, perché se il mio corpo sta veramente così male per stress andare avanti con certe cose non si può più. Ogni momento di dolore mi vengono in mente i miei genitori malati, hanno avuto lo stesso dolore? Sta capitandomi qualcosa di brutto? Perché sei così cretina e non fai gli esami? Perché la gente negli ospedali fa i bambini e io ci vomito dallo schifo di quello che ci ho passato? Piango mentre scrivo di getto e su questo nel suo libro l'Ernaux ha dannatamente ragione, "sbaglia chi paragona a un esibizionista colui che scrive sulla propria vita, poiché il primo non ha che un desiderio, mostrarsi ed essere veduto nel medesimo istante." Si scrive per capirsi, corpo compreso.