sabato 23 dicembre 2023

2023: lavori in corso dopo il tunnel

Ci sta questa cosa che ogni anno provo a fare un riepilogo di quello che mi è successo, ci provo perché scrivere mi fa definitivamente "digerire", ma non è facile, trattasi di pippone personale psicologico che manco rileggo, quindi nel caso ricordatevi che in alto a destra ci sta la x, cliccate quando non ce la farete più e sarete salvi. Altrimenti proviamo, buona lettura.

Gennaio ho trovato un piccolo talismano, Come d'aria di Ada d'Adamo, libro importante che parla, tra i tanti stimoli, di incorporazione, il passaggio da un corpo all'altro durante la gravidanza di informazioni e conoscenza. Cosa mi ha trasmesso mia madre, mi sono chiesta? Educazione, valori, ma anche ansia e agitazione? E mio padre? Follia creativa, senso dell'estetica all'ennesima potenza, snobbismo, ma anche distanza? Da lì, domanda dopo domanda, purtroppo è partito un viaggio di scorporazione necessario e doloroso. Perché perdere i genitori da piccoli li fa cristallizzare nella perfezione, invece diventare "grandi" te li fa accettare per quello che sono stati. Due persone che hanno fatto quello che potevano, ma che, probabilmente senza rendersene conto, hanno commesso anche tanti errori, ad esempio preferire mio fratello a me. Lui calmo, io vivace. Lui voluto, io capitata. Lui devoto a sua maestà la matematica, io all'arte. Lui buono, io sì vabbè. Perché non mi ero accorta di nulla? E che cosa ha comportato questo farmi sentire sbagliata? Questo viaggio nel passato è culminato, a fine settembre, con crisi di pianto, rabbia, credo tutti i passaggi della rimozione del lutto e finalmente è finito con un meraviglioso senso di liberazione, tipo come quando l'eroe fa il suo viaggio difficilissimo e trionfa oppure quando una fagiana, io, prova a fare una maratona, poi devastata si siede a godersi il panorama e il meritato riposo.

Pensate che da settembre mi sia goduta questo successo? Ovviamente no, perché parallelamente, da marzo, ho avuto sul lavoro un anno di merda decisamente non adatto ai deboli di cuore. Da un giorno all'altro mi hanno spostato fisicamente e lavorativamente dalle "mie persone" e messo a fare un progetto che di creativo non ha niente. Peggio. Le mie persone pian piano sono state a casa, in un crescente clima che mi ha portato ad avere crisi di panico e annientato l'entusiasmo, in assoluto il mio super potere per sopravvivere. 
Presente Dalla e la quinta luna, con la testa di un signore che giocava a biliardino? Uguale. Hai voglia a piangere e dispiacerti e guardare in faccia la mancanza, tutto inutile tranne sperare di non perderle le mie persone, non succederà, abbiamo seminato amicizia, mica lavoro. Per fortuna. 

Epperò. I miei randagi e gli amici di sempre, nuotare, camminare, leggere, viaggiare, distrarsi, andare a teatro, scalare montagne. Sopravvivere è dipeso da me. Credo che se mi fosse successo tutto questo anche solo l'anno scorso, sarei stata letteralmente calpestata da tutta la gente cattiva e ignorante con cui ho avuto a che fare. Invece eccomi qui. Pian piano, in rigoroso silenzio, ho osservato, dubitato e incanalato la rabbia in maniera costruttiva per difendermi dagli altri, tanto passare la vita arrabbiati è inutile.
Ho accettato la mia fragilità, imparato a fermarmi, capito chi volevo e chi no e sono riuscita a fiorire. Ho imparato a volermi bene, senza lasciare scampo alle paranoie. Ho provato a superare i miei limiti e scoperto giorno dopo giorno di avere una forza molto razionale che mi ha spinto semplicemente a fare quello che potevo, anche sbagliando, per stare un pochino meglio e sentirmi libera da tutti e tutto. Sono diventata quella che esulta a Napoli il giorno dello scudetto, fa pace con la Val di Sole, attraversa a piedi la Val d'Orcia, respira alla buca delle fate e riabbraccia il Marocco. Quella che sceglie, non più la bambina capitata e non prevista, che non doveva manco nascere per via di una rapina. Ho imparato a surfare tra paletti e no, a chiudere porte e riaprirle solo quando lo voglio veramente io e ho persino fatto sopravvivere una pianta. D'accordo, mi sono trovata una scimmia in testa, ho pianto un sacco soprattutto in macchina, ho parlato con una mantide, ho perso la voce in continuazione e sono 15 gg che sono malata, credo come forma finale di espiazione, ma ok, chi mi ferma più a me? 
Penso che potrebbero succedere altre mille cose negative ormai, le affronterò cercando di non perdere l'ironia e di cucirmi un po' di cambiamento positivo addosso (me l'immagino azzurro). Morte a parte, obviously, proprio nessuno riuscirà a mettermi in un angolo. Mica mi chiamo baby, del resto.

mercoledì 27 settembre 2023

capitata

Sono capitata come stile di vita da quando mia madre ha scoperto di aspettarmi. Capitata a uomini che non l'avrebbero mai detto e arrivano a guardarti manco fossi la Madonna (sarebbe piuttosto blasfema), pure al lavoro sono capitata per caso. Capitare non è figo, crea relazioni tossiche e possessive (per gli altri) che mi tolgono l'aria e fanno scappare via come un missile fin da quando ero piccolina.
Adesso basta. Voglio scegliere ed essere scelta. Senza casualità o leggerezza, ma con tutto il raziocinio che una persona adulta sa usare.
Che sollievo.
(dai miei pensieri che nuotano sott'acqua è tutto)

lunedì 11 settembre 2023

regola

La me illogica irrazionale per la prima volta si è data una regola: pensare a tutti i problemi momentaneamente irrisolvibili solo dalle 7 alle 7e30 di sera. Ansia, paure, ossessioni, ma anche sogni lontanissimi, solo in quell'ora lì. Frasi o atteggiamenti di merda della giornata, negatività oppure pensieri piacioni che vorrei analizzare mille volte attimo per attimo, tutto rimandato a sera. Non so se le persone razionali facciano così normalmente e non l'avrei mai detto, ma funziona. Senza l'irrisolvibile mi sento incredibilmente sicura e rido un sacco, come se per la prima volta in vita mia nella mia testa ci fosse dell'ordine. In realtà, però, la cosa che mi fa più ridere e mi fa capire che sono sempre io, è che, non portando nemmeno l'orologio, quasi sempre mi scappa l'ora della finestrella e devo rimandare i pensieri irrisolvibili al giorno dopo. Se mai mi ricorderò, perchè vuoi mettere la folle leggerezza del concentrarsi sul risolvibile? 

martedì 23 maggio 2023

l'ansia è una merda

Dopo una settimana di insonnia, stanotte ho avuto un attacco di panico. Di quelli pesanti che non mi capitavano dalla morte dei miei. Di quelli che respiri per calmarti e non riesci e tremi e spiegarli bene bene non puoi, ma scriverne forse aiuta.
Stanotte ho avuto un attacco di panico e la paura era esattamente come allora, uguale, mi sento legittimata a dire che l'ansia è una merda, ti lascia dei meccanismi che sotto stress si risvegliano e gestirli è difficile.
Dopo oggi è stata durissima, soprattutto perché di giorno ho avuto a che fare con persone arroganti o con sbalzi di umore e io le reazioni improvvise o rabbiose non le so tanto gestire, le vorrei evitare perché mi fanno male da sempre. Su tutto, mi hanno insultato perché sbuffavo in faccia, vallo a spiegare che invece cercavo di respirare perché sentivo dentro che nel mentre l'ansia stava dandomi dei cazzotti in pancia da farmi male e non la volevo e avevo paura di stare ancora male.
L'ansia è una merda, pochissimi ne parlano, come se raccontare le proprie paure sia un difetto o faccia perdere l'autorità. 
Nel mondo c'è pieno di gente arrogante e urlante e sempre meno di persone capaci di ascoltare. E sorridere. E abbracciare. E dire in faccia ti voglio bene. Sono loro che aiutano tipo copertina che protegge. Anche dall'ansia. Ci sono. E ti fanno respirare la calma, per fortuna. Voglio loro, questo so.
Scriverne aiuta.

lunedì 17 aprile 2023

gran casino il concetto di limite

Quando nuoto sott'acqua e invece del silenzio sento pian piano il battito che aumenta e il ritmo che cresce. Oppure quando col vento in faccia cammino in salita e la fatica fa male ovunque, ma il puntino che si intravede lassù mi chiama tipo calamita.
Vai avanti mi dico, non mollare, un pezzettino in più, senza paure, da sola. Ed è lì che mi calmo e mi sento incredibilmente viva. 
Per una persona totalmente irrazionale come me, il concetto di limite è sempre stato un gran casino, soprattutto quando ci sono in ballo dei divieti che non capisco del tutto, oppure ho a che fare con persone razionali che non rischiano mai le emozioni per paura di sbucciarsi il cuore.
Sul limite ci hanno fatto pure un numero stupendo di una rivista che si chiama krang, analizza un sacco di sfaccettature, il limite esiste veramente? Ce lo creiamo noi? E se non ci fosse cosa succederebbe? C'entra con la libertà? La paura?
Tutto sto giro infinito perché ho bisogno di scrivermi e ricordarmi che in questi giorni ho superato un gran pezzo di limite, quello di dire no alle cose che non mi stavano più bene, mettendo finalmente me stessa davanti al resto, senza paura di sbagliare.
Non è che le cose si siano magicamente sistemate, anzi, in questa transitorietà non so nemmeno se questo sentirsi senza tensioni sia pura incoscienza, volersi bene o libertà, ma dentro è come se avessi spostato un macigno e questo credere in me stessa mi fa sentire finalmente bene.