domenica 23 settembre 2018

Partenze

Parto.
Porto con me il mio cane cubotto, una coperta azzurra per coccolarni, il kindle, una o forse mille candele, una tazza, le tisane, me, te.
Tutta la merda che in questo periodo mi ha centrifugato il cervello via, la getto in qualche cestino indifferenziato, niente trucchi o vestiti eleganti, niente lavoro, corazza o pubbliche relazioni del cazzo, voglio essere solo me stessa, indifesa e fragile con questo nuovo bisogno fortissimo di abbracci e dolcezza tutto da conoscere. Le lacrime le tengo, magari le infilo nella borsa coi pinguini, per gettarsi alle spalle certi passati devi attraversare i ricordi, e non è facile a livello di testa, i miei piantini servono tutti.
Non ho idea di quando finirà questo periodaccio, nemmeno il mago più mago degli oroscopi al momento può saperlo, tutti mi dicono non preoccuparti, non pensarci, l'importante è star tranquilla e riposarti, invece non avere idea di quando tornerò a stare bene o sarò almeno in grado di star seduta ad una scrivania a lavorare è angosciante, non lo auguro davvero a nessuno.
Però, per la salute, l'ho capito che al momento devo concentrarmi solo su me stessa, il resto dopo, solo che fermare i pensieri non è facile.
È tipo quando ti dicono non pensare alla neve e tu ci pensi subito, sai benissimo che sta arrivando l'autunno e manca un sacco di tempo, ma tu non vedi l'ora di sentire nell'aria l'odore di neve e veder cadere all'improvviso un fiocco, poi un altro e un altro ancora, perché sai che quando tutto si coprirà di bianco, nel silenzio magicamente tornerai a sorridere. Combinerai pocci uguale, non saresti tu senza quel cazzo di entusiasmo irrazionale, ma camminare sotto la neve è il bacio migliore del mondo.
Un passo alla volta, lasciarsi andare, si può arrivare lontano. Mi sembra una buona partenza.

mercoledì 19 settembre 2018

Un possibile intro


C'è stato un tempo in cui tutto brillava a Camelot. Lo diceva Jackie Kennedy parlando della casa bianca, sappiamo tutti com'è andata, quindi sorvolerei sui dettagli.
Cosa succede invece nella Camelot di una quarantenne non sposata, senza figli, pseudo professionista pur non sapendo contare, stordita e molto, ma molto, reincarnazione di Ally Mcbeal?
Sticazzi re Artù o Mago Merlino, da un giorno all'altro la nostra povera Ally si ritrova a rotolarsi dal dolore per strada, con un'enorme profezia luminosa tra cielo e coliche: tu partorirai sassi.
Questo libro parla di lei, forse di noi.

domenica 16 settembre 2018

Nel mentre

Confini
- scavare -
Comunicazione verbale
- scavare -
Sottotesto
- scavare -
Inconscio
- scavare -
La tana del coniglio
- scavare -
Eccomi.

Il mio in sti giorni non è un trasfert, è uno scrociarmi contro quello che mi ha fatto soffrire tantissimo in passato.
Forse certe paure si rimuovono solo attraversandole, alla faccia di mille sedute dallo psicologo, chissà cosa direbbe Freud.
Nel mentre, però, Maledetto il giorno che t'ho incontrato, il film, in sti giorni sembro la Buy, calma nevrotica uguale al film, nel mentre, però, dicevo, Freud o Jung o En o Lexotan, nel mentre, però, facciamo che mi tieni molto forte la mano nel mentre che piango e attraverso?

giovedì 13 settembre 2018

immaginate un punto

Immaginate un punto.
Dal punto partono due linee identiche, ma in direzioni ostinate e contrarie. Il nome esatto di sta figura in geometria non lo so, in fisica mi viene da dire che sarebbe un bilanciamento distruttivo delle forze, negli imprevisti e probabilità del monopoli un andare in prigione direttamente senza passare dal via,  ma vincendo contemporaneamente il parco della vittoria.
È atroce non essere padroni del proprio domani e dover aspettare risposte da altri. E no, non vale la formula chettefrega degli altri segui l'istinto corri bla bla bla, per certe cose tipo la salute bisogna imparare ad aspettare ed accettare tutte le prospettive possibili. Che mica è facile, i miei momenti di angoscia pazzesca e fragilità me lo dimostrano ogni giorno, però arrivi a un punto che accetti e vuoi solo andare avanti, qualunque direzione decidano per te, tu sai che testa dritta e mani da coccola in pancia, la percorrerai. Magari colorandola un po'.

(Quanto è difficile scrivere senza poter camminare)

giovedì 6 settembre 2018

Istantanea

Ti accorgi che son dei giorni che stai cambiando e non puoi farci niente, non sai bene chi sei, non ti riconosci nemmeno fisicamente, sai solo che rivoluzioneresti un sacco di cose, forse solo per trovarti.
In te domina incontrastato il caos puro: una vulnerabilità totale fatta di micropianti tenerissimi nel loro disorientamento totale, un dolore fisico pressoché costante, la paura di non ripetere in futuro situazioni che ti hanno annientato, una stanchezza cronica che ce la stai mettendo tutta, ma non riesci a diminuire. Tipo adesso, sto cercando di scaldarmi al sole col felpone, davanti a David Bowie che è un coniglio nano dolcissimo che non scappa più, sta qui con me: io me lo chiedo veramente perché mi viene da piangere a guardare un coniglio bianco, saranno i punturoni che mi hanno smosso i sentimenti, sarà che ho voglia solo di abbracci, sarà nostalgia di Alice, non lo so davvero, ma di certo mi viene da dire che l'ordine, direi apparente, che c'era prima nella mia vita non funzionava poi così alla perfezione, quindi ben venga sto caos psicocreativo, vediamo cosa salta fuori dal cambiamento.

domenica 2 settembre 2018

Spontaneità uguale verità

Non etichettare, parlare di qualunque cosa, non trattenere la rabbia, chiarire subito, cogliere l'attimo, sicuramente limonare duro.
Io, in generale, sono un bel casino, non amo seguire consigli o regole imposte, sono stordita, diffidente e incomprensibile, faccio sempre a modo mio, niente testa, ragiono di pancia.
Spontaneità uguale verità, la testa viene sempre dopo, frulla e analizza ogni dettaglio, mi dà pseudo razionalmente della pazza, sembra tipo il lysoform, che ha un odore buonissimo e infatti mi piace, ma francamente a me viene da usarlo per camminare scalza, non per i germi.
Pancia e testa, bianco e nero, pochissimo grigio, al momento stanno però così: la prima, invece che normalissime farfalle, è piena di calcoli e caselline Excel, la seconda, invece che analizzare ogni minimo dettaglio di ansia manco fosse Jessica Fletcher, è costretta a concentrarsi solo su sta povera crista di pancia incasinata e dolorante.
Tutto questo per dire che, anche se bombardata da punturoni che annienterebbero il cinismo a chiunque, testa e pancia lucidissime oggi la pensano uguali già su na roba: la gente, settembre, bisogna amarci come ci pare.