venerdì 28 giugno 2013

le 5 fasi

photo by Dragan Todorović
          Dragan Todorović, To throw a stone at Charlotte Mayhew           

Allontanarsi da chi fa male fa mare. Erre come ricordi, non elle.
Niente rabbia che quella proprio non riesco ad averla, nessun rimorso, rimozione, rancore o recriminazione.
Erre come respirare, riflettere, ritrovarsi, ridere e ricominciare.

martedì 25 giugno 2013

ciao Valerio!


Benvenuto Valerio! Valerio? Provolo, per noi sarai sempre e comunque Provolo e dovrai abituarti a questo e alle nostre cavolate (si può dire cavolate ad un Provolo di due giorni vero mamma Provola?), ma non ti preoccupare, imparerai a conoscerci e vedrai quanto sarà bello farci delle gran risate insieme!
Adesso però, subito, ora e da ora in poi, con un sorriso mille denti e molta emozione, io e il Cubotto ti auguriamo una vita piena piena piena di colori, perchè te la meriti tutta!
Un abbraccio forte a te, alla mamma e al papà
Cub e Quella

e se non trovi la risposta la scoprirai domani

Mario Merz
Mario Merz, Se la forma scompare, 1982-89, Venezia, Collezione Peggy Guggenheim
Da piccoli abbiamo imparato a camminare un passino alla volta, senza fretta. Camminare, cadere, piangere, rialzarsi e riprovarci fino a correre con un sorriso che vola.
Liberi da ansie non ci importava di avere una risposta all’istante, ci emozionava di più scoprirla piano piano come un tesoro nascosto, acqua fuochino fuoco senza se e senza ma.
E le salite ci stimolavano come vette da conquistare, mica esistevano i no basta questa volta non ce la faccio sul serio.
La vita era più semplice? Spiegatelo voi ad un bimbo che vede tutti correre e non sa ancora come si fa oppure vuole chiacchierare ma il suo linguaggio nessuno lo capisce.
La vita non era tutta in discesa, era semplicemente un po’ più spensierata e secondo me il vero problema è che da grandi ci dimentichiamo questa cosa qui di “giocare”, come se coerenza fosse per forza necessariamente ed esclusivamente sinonimo di serietà e non di libertà.

grazia

Pinned Image

 

“Ciascuno cerca, per la propria strada, la grazia, quale cosa essa sia, un semplice paesaggio con un po’ di cielo sopra, un’ora del giorno o della notte, due alberi, tre se di Rembrandt, un mormorio, senza  che sappiamo se con ciò si chiude il cammino o se finalmente esso si apre, e verso dove, verso un altro paesaggio, o ora, o albero, o mormorio..”

Saramago, Memoriale del convento

lunedì 24 giugno 2013

inspire someone today

(via ohnorachio!)

Voi chi siete? (dalle stelle alle stalle)

sturdust by Kouichi Chiba
“È sempre più chiaro in voi il senso dell’intreccio e dell’interdipendenza di tutti i fenomeni.
Voi siete abitanti della Dimora Terra, sempre più ecologiche (dal greco oikos, dimora).
Siete come un tema musicale che può essere suonato in diverse tonalità senza perdere le proprie caratteristiche essenziali.
Se questa settimana non baciate, siete malate.
Molti terrestri di buon cuore sono pronti a dar(Vi) tutta la loro solidarietà.”

Mi sono divertita a fare un collage delle prime frasi dell’Oroscopo di D, il settimanale de la Repubblica, un pirlissimo D – segno solo per dire che alla fine, secondo me, chi siete e che cosa volete veramente lo sapete solo Voi, indipendentemente dal segno – sogno.

domenica 23 giugno 2013

delle affinità mentali

.
Perdo tutto: strada, ombrelli, carrelli della spesa, senso del tempo, pensieri, testa, a volte anche me stessa. Mi hanno regalato navigatori, orologi, ho scoperto scommesse clandestine sul numero di volte in cui sarei riuscita a perdermi in un supermercato, ma niente, totalmente priva di senso di orientamento, senso pratico, senso di guarigione e sensi affini.
Metti ieri sera: tutti a dire che la Luna fosse rosa non di colore e a spiegare i motivi geo qui e geo là, io con l’occhio fisso convinta ancora oggi che a guardarla più a lungo rosa sarebbe diventata veramente.
E insomma, lasciate ogni speranza o voi che leggete: ragiono per immagini, cucino per colori, volo con la fantasia che è un piacere, chiamo per nome oggetti inanimati, adoro pensare sotto ai tavoli o seduta nell’armadio e mi rendo conto di non essere proprio proprio una tonna pinne gialle, ma del mio mondo non cambierei proprio niente.
Mi sono messa vergognosamente a nudo perchè ci tengo a dire una cosa, e cioè che a capirmi veramente, a me e alle mie stranezze, ci vuole tempo ed io per prima non aiuto, perchè sono chiusa, occhi e sorriso due linguaggi diversi e soprattutto nel mio mondo non faccio entrare quasi nessuno proprio per paura di essere fraintesa.
Resta il fatto che una volta entrate, mi fido talmente tanto di queste persone che dalla mia testa e dal mio cuore non escono più. Persone concrete, astratte, divertenti, tristi, ironiche, tutte diverse, affinità mentali che possono pure allontanarsi per un po' per fraintendimenti o mille motivi, ma poi in silenzio, in tempi indeterminati si determinano e perderle impossibile. Come per la strada di casa, che una volta trovata la giusta direzione, la si ritrova sempre. 

Zebra Crossing

Kate Spade

venerdì 21 giugno 2013

solstizio d’estate

Logan by Oli McAvoy 2012

A Stonehenge a vedere i monoliti ci sono stata e mi ricordo che con un inglese lentissimo che impossibile non capire ci avevano raccontato la magia del solstizio d’estate, l’unico giorno in cui il sole si leva proprio sopra al macigno centrale, un po’ calendario un po’ perchè i druidi ce lo volevano ricordare che la cosa più importante nella vita sia proprio lui, non tutto quel grigiume che rischia di farci ombra e toglierci il sorriso.
E insomma, tutti i popoli antichi festeggiavano la giornata più lunga dell’anno ed impossibile non considerare il sole vita, invece oggi stiamo facendo un po’ di confusione, nel senso che ci lamentiamo del caldo fuori che non rinfresca e del freddo dentro che non riscalda, e per fare un po’ di chiarezza su questo sole caratteriale e dispettoso molte sbuffate e pochi respiri, secondo me, oggi potremmo fare il gioco dei sorrisi, ossia regalare e regalarci sorrisi inaspettati, coccole e sane follie, sorprendendo a tal punto gli altri e se stessi da voler provare ad essere un po’ più solari anche domani.
 
(quando oggi c’è stata l’ennesima scossa di terremoto avevo appena finito di scrivere questi pensieri qui, poi via, scappa, inutile pubblicarli, ma ora che ho ancora le gambe ballerine e paura sparsa ovunque, penso che un sorriso ed un abbraccio regalato spontaneamente ed in silenzio alle persone sia più prezioso che mai)

martedì 18 giugno 2013

pensieri sparsi: un ombelico.

“La mia attenzione si scollò quasi subito dalle sue parole perchè sul teleschermo era apparso qualcosa che la reclamava tutta.
Un ombelico.
La ragazza che osava esibirlo in pubblico si chiamava Raffaella Carrà ed era romagnola come nonna Emma e bionda come la mamma. (…) Soltanto allora sentii crollare il sipario di piombo dentro di me. Quell’illusione di riavere indietro l’amore perduto che mi aveva tenuto abbarbicato a un mondo immaginario per un anno intero.
Ammisi con me stesso che la mamma se n’era andata per sempre e che nessuno mi avrebbe più amato, accettato e protetto come lei.
Il viso schiacciato contro il cuscino del sofà, piansi finalmente per la sua sorte. E per la mia”
M. Gramellini, "Fai bei sogni"


Fai bei sogni l’ho letto due volte. La prima ho detto che cagata usa il dolore per tirare su i lettori e non si fa, ma mentre lo dicevo evidentemente non ne ero convintissima perchè dopo neanche tre mesi l’ho riletto e di solito lo faccio con i libri che mi sono piaciuti e mica dopo poco tempo.
E mentre lo rileggevo mi sono accorta di frasi che avevo rimosso completamente la prima volta, perchè è comoda concentrarsi sull’ironia e non su quello che ti scombussola troppo il vissuto personale e questa, in particolare, mi ha fatto piangere di un pianto liberatorio da sentirsi male e bene insieme, un passo di testa che senza guai. E anche oggi, quando sento criticare questo libro, penso che se non hai vissuto anche tu certi episodi o lo leggi sulla falsa riga della leggerezza non puoi capirlo del tutto, ma mica mi offendo, perchè se tutti fossero attratti dallo stesso libro non ci sarebbero speranze per la fantasia e la letteratura e poi, senza varietà, come faremmo?
Resta il fatto che oggi è il Raffa70 day e a me è venuta in mente proprio questa frase qui, un po’ per l’ombelico, un po’ perchè da piccola quando mi dicevano disegna tua mamma io facevo il ritratto della Carrà visto che per me erano la stessa persona, un po’ perchè vorrei fare la mossa di testa ma con la pressione da formica andrei giù e lei invece a settant’anni balla balla e ha il fisico migliore del mio, un po’ perchè fai bei sogni è un augurio meraviglioso per tutti, ma soprattutto perchè la Raffa, regina indiscussa dello spallotto anni ‘80, fa venire sempre il sorriso, non come Belfagor.

lunedì 17 giugno 2013

my name is abstract


Ed Ruscha - my name is abstract
Ed Ruscha - My name is abstract

Come quando una vecchiettina che guai per te ti abbraccia, ma il tuo nome non se lo ricorda più e allora si commuove e ti chiama solo amore e a te viene in mente che esistono tante forme di amore, solo che spesso si fa fatica a ricordarsele tutte.

del mio cane

Il mio cane ha messo su la morosa e voi mi direte che tutti gli animali vanno in calore, ma no, a me la parola calore fa venire in mente il caldo che ti appiccica i vestiti addosso, tra loro due c’è qualcosa di diverso che quel gran genio del Berselli capirebbe subito, un qualcosa che a me proprio a me ieri ha lasciato letteralmente senza parole.
Il fatto è che noi abitiamo al piano terra in una casa immersa nel verde, una casa tutta vetri anche la porta che senza luce poi l’umore va giù, una casa due passi via tutti al parco perchè senza la nostra coccola fisico mentale quotidiana guai.
E questa settimana, proprio al parco, è scattato il colpo di fulmine, via barboncine, bassottine, chissenefrega delle cagnoline profumate con i fiocchi in testa, via tutte via, solo occhi per lei, lei apparentemente senza padrone, lei magrolina che (perdonatemi lo devo dire) bella bella non è, lei sparita da un momento all’altro, lei che senza si mangia e dorme lo stesso ma si cerca ovunque, lei che tornerà vedrai tornerà so che la rivedrò me lo dicono le orecchie e di loro mi fido, lei che vuoi mettere la gioia a rivederla?
E ieri, per distrarsi nell’attesa, tutti sul divano a guardare la motogipi, che al mio cane non sono riuscita ad insegnare i comandi base tipo dai la zampa o a cuccia, ma a tifare Vale sì e quando corre guai a non derapare con lui. Quarto, niente ci stupirà ad Assen, certo che Bautista non capisce un benemerito, che tenero Lorenzo sul podio, ululata. Ululata? Ululata.
Qualcuno ulula alla porta, è Lei. E non chiedetemi come abbia fatto a trovarlo, so solo che è passata a prenderlo e non ho mai visto il mio cane così contento, gli ho aperto la porta e via, solo loro due fino a sera.
E non mi interessa il parere di Eco, so solo che mentre si allontanavano sono rimasta senza parole con un sorriso mille denti stampato in viso ed ho pensato che anche a noi bipedi non farebbe male imparare a trovarsi, sorprendersi e capirsi come loro, senza troppi giri di parole.
Meno freni più istinto, direbbe il mio cane.

domenica 16 giugno 2013

Zebra Crossing

Colum McCann, the author, most recently, of ­“TransAtlantic,” called Bloomsday “one of my favorite days of the year,” contrasting it with “all the crass paddywhackery” of St. Patrick’s Day. For the past 10 Bloomsdays, he has organized readings at Ulysses’, a pub in Lower Manhattan. “We stand out in the cobbled street and read parts of the novel, including the naughty parts from Molly’s soliloquy. You should see the look on the faces of the Wall Street crew as they walk past.” (via Bloomsday Memories - NYTimes.com)
Tomorrow is a magical confluence of Father’s Day and Bloomsday! How will you be celebrating?
via housingworksbookstore

"Miss Dunne picchiettò sulla tastiera: 16 giugno 1904"

Il 16 giugno 1904 è la giornata in cui inizia e finisce il viaggio di Leopold Bloom e degli altri protagonisti dell'Ulisse di Joyce ed ogni anno, proprio in questa data, viene organizzato a Dublino e in molte parti del mondo il Bloomsday per commemorare il celebre scrittore.

venerdì 14 giugno 2013

una nuvola chiusa

alice |  Object and space installation competition - 岡田公彦建築設計事務所  Office of Kimihiko Okada

 

“Guarderai la volontà dentro le persone, Non l’ho mai vista, come non ho mai visto l’anima, Non vedi l’anima perchè l’anima non si può vedere, non vedevi la volontà perchè non la cercavi, Com’è la volontà, È una nuvola chiusa, Che cos’è una nuvola chiusa, La riconoscerai quando la vedrai”

José Saramago, Memoriale del Convento

giovedì 13 giugno 2013

io non cerco la via di fuga, cerco quell’altra

Arno Rafael Minkkinen

Se chiudo gli occhi e penso al mare non mi viene in mente l’immagine del liberi tutti via partiamo guai a lavorare siamo in vacanza bisogna divertirsi se no poi come ti rilassi, no, a me viene in mente un angolino deserto dove posso stare per ore ad ascoltare le onde e pensare.
Il punto è che non mi interessa la via di fuga che ti fa rimandare o rimuovere momentaneamente un problema, preferisco tuffarmici dentro ai miei dubbi, girare e rigirare tutte le difficoltà, pormi delle domande, cercare di ottenere risposte e piano piano risalire, seguendo una direzione che non potrò mai sapere a priori se sia quella giusta, sicuramente diversa e ponderata lo è.
E insomma, io non cerco la via di fuga dal problema, cerco quella del problema, fermamente convinta che sia questa la vacanza più bella che una persona possa regalarsi.

We'll talk in my dreams

We'll talk in my dreams by Kouichi Chiba

We'll talk in my dreams photo by Kouichi Chiba

50 Years Of Wildly Successful Beatles Albums

50 Years Of Wildly Successful Beatles Albums

martedì 11 giugno 2013

breath

BREATH<br />[noun]<br />1. the air inhaled and exhaled in respiration: derived from Middle English breth, breeth, from Old English brǣth - smell, exhalation; akin to German brodem - vapour, steam.<br />2. respiration, especially as necessary to life.<br />3. life; vitality.<br />4. the ability to breathe easily and normally.<br />5. time to breathe; pause or respite.

nel vero nostro elemento che si estende senza rive né confini

 
♋
 

“E in fondo ad ognuno di quegli occhi abitavo io, ossia abitava un altro me, una delle immagini di me, e s’incontrava con l’immagine di lei, la più fedele immagine di lei, nell’ultramondo che s’apre attraversando la sfera semiliquida delle iridi, il buio delle pupille, il palazzo di specchi delle rètine, nel vero nostro elemento che si estende senza rive né confini.”
Italo Calvino, Le Cosmicomiche

ridere

Come al solito lui ha ragione e terapie indiane a parte, anche solo a guardarlo, a me questo video un (sor)riso l’ha acceso subito.
E insomma, potrà essere una persona speciale, un ricordo, una frase, una situazione talmente buffa da non riuscire proprio a stare seri, un paesaggio, una luce, qualsiasi cosa, ma alla fine torneremo a sorridere, poi a ridere e ci stupiremo talmente tanto dei nostri occhi luminosi e della testa leggera da non voler proprio più tornare indietro.
E questa cosa qui, che niente e nessuno potrà mai spegnere del tutto il nostro sorriso, anche solo a pensarla, fa sentire talmente abbracciati da regalare subito un po’ di buonumore.
 

lunedì 10 giugno 2013

forte senza forza


photo by Oleksandr Hnatenko
photo by Oleksandr Hnatenko

Sei dimagrita ancora? Ma mangi?
Mangia, mangia più di te e me messi insieme e non ingrassa, vergogna!
Sono solo stanca, senza forza fisica e mentale, sto facendo dei sogni legati al passato che non mi fanno riposare, poi l’allergia, l’antistaminico, ma sto bene, sono solo stanca, passerà.
Questo avrei voluto dire, ma si ride, si scherza, è sabato sera e buonanotte ai sognatori e ai balordi come me, ne parleremo un’altra volta, fa lo stesso.
Poi il risveglio e bum, non tutti giù per terra, solo io, svenuta senza un briciolo di forza e niente grazia da diva non sia mai.
Ora ho male ovunque, faccio fatica a parlare, sono a letto, piove, ma mai come in questo momento vorrei essere talmente forte senza forza da risolvere tutto il più presto possibile e sciogliermi in un sorriso ed un abbraccio luminosissimo.

venerdì 7 giugno 2013

un percorso

photo by Aneta Ivanova

A me questa cosa che in inglese una parola abbia tanti significati diversi piace troppo.
Prendi Run, ad esempio. Vuol dire litigare, finire, buttare, scappare, ma soprattutto correre, risalire, rifugiarsi, sciogliersi, funzionare.
Ecco questa parola qui, secondo me, è perfetta per descrivere un percorso mentale, uno di quelli difficili, in salita, dove devi litigare con te stessa e scavare per capire che ricordi buttare o tenere, fermarti ogni tanto a riflettere e dopo la sosta ripartire, pronta ad affrontare un’altra tappa con un po’ di consapevolezza in più e qualche lacrima in meno.
Un percorso che inevitabilmente ti cambia, ti porta altrove, ti allontana o avvicina con chi voglia condividerlo o meno, ma che prima di tutto fai con te stessa, perchè chi sei e cosa vuoi lo puoi scoprire solo ed esclusivamente tu.

giovedì 6 giugno 2013

mi è solo entrato un ricordo in un occhio

Ormai si era abituata a svegliarsi due tre volte a notte, niente sogni, impossibile dormire senza guardare il soffitto o fumarsi una sigaretta sul balcone avvolta dal cielo umido senza stelle.
Quella però era una notte strana, calda, appiccicosa, una notte che la svegliò con un bruttissimo presentimento e via velocissima a cercarla.
Lei era là, in bagno, a terra. Aveva cercato di fare tutto da sola, era fatta così, guai a preoccupare gli altri più del dovuto e poi guardati piccolina mia come sei magra, i dispiaceri ti stanno prosciugando.
Perchè non mi hai chiamato, ero sveglia.
Mi dispiace, mi dispiace tantissimo, mi dispiace perchè non ci sarò quando sarai grande, il giorno della tua laurea, non vedrò i tuoi sorrisi quando incontrerai lui, non potrò abbracciarti e consolarti quando starai male, non ci sarò il giorno del matrimonio, non ti vedrà mamma. Tuo fratello è più grande, ma tu hai ancora bisogno di me e lo so che ce la farai, ma sei la mia piccola e vorrei ancora un po’ di tempo per noi.
Ma non lo hai scelto tu, non è colpa tua, non possiamo farci niente e poi sarai nei miei pensieri sempre, figurati in quei momenti.
Inutili parole, non ce la fanno a descrivere certe emozioni, meglio il silenzio, occhi  negli occhi e poi lacrime e un abbraccio di quelli che non si dimenticano più, un abbraccio che anche oggi quando ci penso rimango convinta che il cordone ombelicale non venga mai tagliato del tutto.

mercoledì 5 giugno 2013

questa frase qui io non l'ho capita bene

Ieri sera ho letto che regalare un sorriso fa di te una persona semplice e questa frase qui io non l'ho capita bene, il problema è che ho provato a spiegarmela e rispiegarmela mille volte, ma da sola è stato solo uno sforzo inutile e dannoso e una spiegazione al mio sicuro fraintendimento potrebbe darmela solo chi l'ha scritta, non di certo io.
La frase, comunque, non mi è piaciuta perchè in quel momento avevo proprio bisogno di leggere un pensiero da sorriso e insomma, ho pensato che sì, sarò esagerata, logorroica, insistente, mai modi e tempi giusti, ma se chiedo o regalo un sorriso non mi sento una persona semplice, che da noi vuol dire sempliciotta e superficiale, ma trasparente, perchè sto mostrando e condividendo una necessità intima e personale solo ed esclusivamente con l'altra persona coinvolta, con nessun altro.
E niente, alla fine ieri più che semplice mi sono sentita proprio confusa e quando si inizia a viaggiare con i pensieri negativi poi si entra in un tunnel orrendo che mi ha portato addirittura ad immaginarmi come un giullare di una superficialità imbarazzante da usare per ridere e distrarsi solo in caso di bisogno.
A mente lucida e alla luce del sole, però, gli spettri sono spariti subito perchè le Persone che fanno e stanno iniziando a far parte della mia vita hanno tutte la P talmente maiuscola da cancellare questi pensieracci proprio con il sorriso che mi regalano anche solo a pensarle. E lo so benissimo che non mi usano, anzi chiedo scusa per aver pensato una cavolata del genere, mi aiutano casomai ogni giorno a prendere la vita con leggerezza che, come diceva Calvino, "non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.
E queste Persone qui, io proprio io, spero di non perderle mai.

martedì 4 giugno 2013

proprio io proprio te

Ciao dico a te proprio te, lo so che oggi non è una giornata facile, ma dammi la mano che un passino alla volta, senza fretta, ci riusciremo proprio io proprio te a stare meglio.
E no, non ce l’ho una sfera di cristallo, niente vetro o plastica, non credo nemmeno agli oroscopi o agli indovini a dirla tutta, ma questa cosa qui la so, fidati, me l’ha detta il mare. Mi ha spiegato che per tornare a galla bisogna seguire le bollicine, che loro la direzione giusta la conoscono, solo che le mille bolle blu che volano e volano e volano io mica le ho mai viste, quelle dell’angolo della posta le ho bevute e quelle di sapone mangiate perchè impossibile resistere al lasciami sognare lasciami sognare in pace.
Comunque, non ci crederai mai, cerca cerca e ricerca alla fine io proprio io una bolla l’ho trovata, una bollacoperta da far applaudire Linus, capace di proteggere perfettamente da tutto e tutti nelle giornate no e farti pensare in silenzio che è una meraviglia.
E adesso che ti ho raccontato questa storia qui, ora, te proprio te fila subito nella bolla, perchè ben vengano le risate e la pirlaggine, ma il primo vero passino per allontanare il grigio è condividere proprio io proprio te tutto quello che fa andare verso la luce.

lunedì 3 giugno 2013

Raymond Carver, il dono

Stamattina c’è neve dovunque. Ci facciamo sopra dei commenti.
Mi dici che non hai dormito bene. Dico che
neanche io. Tu hai avuto una nottata terribile. “Anch’io”.
Siamo straordinariamente calmi e teneri l’uno con l’altra,
come se ognuno di noi percepisse la fragilità mentale dell’altro.
Come se sapessimo cosa l’altro prova. Non è così,
naturalmente. Non è mai così. Non importa.
È della tenerezza che m’importa. Questo è il dono
che stamattina mi commuove e sostiene.
Al pari di ogni mattina.

Nosaj Thing "Eclipse/Blue"