lunedì 7 marzo 2016

sogno

Stanotte ho sognato che io e la mia migliore amica salvavamo un bimbo profugo di 4 o 5 anni che si chiamava Nadir. Era stranissimo perché Nadir, dopo, lui viveva coi genitori della mia amica, lei all'estero e tornava nel we, io gli facevo da zia durante la settimana. Gli insegnavamo le dritte, gli presentavamo amici e morosi, giravamo in centro, parlavamo fino a quando piano piano lui iniziava a fidarsi e infatti a un certo punto sorrideva di un sorriso molto molto luminoso che si vede mi ha emozionato, infatti mi sono svegliata, poi non vorrei sembrare banale, nel caso chiedo scusa, però oltre al fatto che eravamo delle zie sorelle proprio brave, ho pensato che due donne, due uomini, due genitori, pure due amiche coi nonni come in questo caso, l'importante è l'amore. Il resto tutte minchiate.

domenica 6 marzo 2016

Sei tutto nuovo

"Poco fa, dopo l'amore, steso a pancia in giù, in un bagno di sudore, svuotato, soddisfatto, già mezzo addormentato, ho sentito cadenti sulla schiena, sulle cosce, sul collo, sulle spalle, a intervalli regolari, delle gocce fresche. Un lento e delizioso goccia a goccia, piacevolissimo anche perché non sapevo né dove né quando sarebbe caduta la successiva, e ogni goccia mi faceva scoprire un punto preciso del mio corpo, rimasto fino ad allora, mi pareva, inesplorato. Alla fine mi sono voltato: Suzanne, inginocchiata sopra di me con un bicchiere d'acqua in mano, mi innaffiava con la punta delle dita, concentrata come su una mina. La sua pelle, costellata di efelidi e di nei, è un cielo stellato. Con la biro ho ricostruito la mappa celeste del mese, Orsa maggiore, Orsa minore, ecc. E adesso, mi ha detto Suzanne, vediamo un po' il tuo cielo e i tuoi cieli. Ma niente, né davanti né dietro, neppure un neo, niente. Pagina bianca. Cosa che mi rattrista, ma che lei traduce a modo suo: Sei tutto nuovo."
Daniel Pennac, Storia di un corpo