sabato 31 dicembre 2022

El camino

Zoo o lettere non d'amore. È stato con questo libro che per la prima volta, a gennaio, ho sentito la voglia fortissima di tornare a passare un fine settimana analogico, senza cellulare, netflix, internet, social, mail, notifiche eccetera eccetera.
Mi è piaciuto talmente tanto stare due giorni con me stessa, che ho continuato tutto l'anno in questa direzione: ho riletto Terzani e ho visitato i suoi luoghi, ho camminato nella natura, ho ascoltato in salita il silenzio, non avendo più paura di caderci dentro.
Un giorno, anzi due, mentre camminavo ho pianto, facendo scivolare via le mie pseudo difese che diciamolo, facevano acqua da tutte le parti. E nel momento di massima trasparenza, eccola all'improvviso la rivelazione, lo squarcio nel mio passato, presente e futuro: non avrei potuto fare altrimenti per sopravvivere, davanti ad un trauma ci si difende come si può per non annegare e io, arrabattando un pochino di qua e di là, ho fermato come potevo il dolore, ma sono comunque riuscita a non annegare.
Non è sempre necessaria la perfezione, conta il risultato: questo sto continuando a ripetermi mentre cammino e respiro sui colli, fotografando tutti i paesaggi che voglio perché mi riempiono finalmente di colore la vita.
Penso che volersi bene senza sensi di colpa sia una gran bella avventura, una forma di libertà tutta nuova e da scoprire, che auguro davvero a tutti.

lunedì 21 novembre 2022

Overdose d'amore

Oggi mi hanno chiesto in tono finto ironico che tipo di famiglia ho, e io, che non so mentire, tra gli sguardi scioccati dei presenti, ho detto che io non lo so cosa sia una famiglia, non me lo ricordo più purtroppo, ma una famiglia tradizionale ecco, io mi sento di dire che proprio non ce l'ho. 
Mi spiego meglio, ne ho bisogno.
Io adotto i randagi, persone e animali, più uno ha dei problemi ed è diverso, più diventa parte di me, è questa la mia famiglia, credo. Ho il compagno della vita che se crolla una montagna si sposta e mi dice tesoro, tranquilla, non succede niente e mi calma sempre, ho le amiche che sono le mie inseparabili sorelle merda e sanno tutto di me, ho un fratello vero che più di tutti sa quanto a volte sia dura, ho Paolo che è Paolo, ignoranti di queste fate, c'è poi ovviamente anche la fluo, meravigliosa cagna vagante che ha deciso di fermarsi qui sul mio divano. E poi. Insieme a un mio collega sono la madre di un altro mio collega che ha dieci anni in meno di noi, io e suo padre siamo diventati nonni due mesi fa e l'altro giorno nostro figlio ci ha mandato il video di lui che legge al bimbo favole al telefono che gli abbiamo regalato, mi sento di dire che anche questa è una famiglia, no?
Potrei continuare l'elenco prendendo e descrivendo una a una la mia colorata "tavolata", ma in realtà adesso scatta il momento seduta psicologica e andiamo sul difficile. Respiro, salto. La verità è che io, purtroppo, davanti al dolore fortissimo della perdita dei miei, da più di vent'anni ho rimosso tutto, io non me lo ricordo proprio quando ero figlia, non ricordo nulla se non che ero protetta e avevo dei punti di riferimento, ma le cose tradizionali, quelle da famiglia cuore, ecco di quelle non ricordo niente. Prima, ad esempio, ho chiesto a mio fratello che è più grande cosa succedeva il giorno di Natale, perché la vigilia la ricordo un po', darei qualsiasi cosa per avere qualche immagine anche del 25, invece ho il vuoto totale. Eravamo insieme? Pranzavamo con chi? Che fatica costruirsi un nuovo Natale, che peccato non ricordare quello vecchio con loro.
Di questi episodi ne ho mille, ogni tanto arrivano a caso domande irrisolte come cazzotti, a volte qualche ricordo arriva, ma molto più spesso le domande restano sospese e non posso farci niente, evidentemente per ora le difese dal dolore sono più forti delle finestre spazio temporali, cambierà mai? Lo sentite anche voi zucchero che canta ho bisogno d'amore per Dio? 
Passato presente futuro. A proposito di famiglia, già che ci siamo, quante volte mi hanno chiesto perché non ho figli? Peggio. Non mi sento egoista a non aver procreato? Vallo a spiegare alla gente che non sarei capace perché rivivrei un dolore innaturale di madre e figlia strappate troppo presto l'una all'altra? Che non riuscirei ad essere madre perché non ricordo quella che ho avuto?
Il dolore credetemi ti toglie il respiro, ti blocca, cancella le emozioni, ti dissocia, però comunque sempre, anche in mezzo al mare di merda, mi sento di dire che sempre dopo arriva un sorriso o un'emozione che fa stare meglio.
Fa parte della vita sto rovescio della medaglia e questo rovescio, lo dico pianissimo, vita dolore vita dolore vita, lo includere nel mio personalissimo stato di famiglia.

domenica 11 settembre 2022

l'acronimo di gatto

C'era una signora che ieri, in un negozio, diceva che gatto, come parola, era l'acronimo del suo nome. Ga sta per il nome, Maria Lucia, diceva, tt per il cognome, Rossi, o per la firma finale.
Diceva che l'acronimo gatto ce l'aveva anche quando lavorava nell'ospedale psichiatrico, scritto e disegnato, diceva, e io l'ho adorata all'istante.

martedì 26 luglio 2022

come questo temporale

Oggi sono stata al funerale di una mamma di 52 anni, che lascia 4 figli, il più piccolo di 10 anni.
Sportiva che scalava montagne e navigava in barca a vela che noi non possiamo nemmeno immaginare, non fumatrice, magrissima, si è ammalata a gennaio all'intestino e non c'è stato niente da fare.
Oggi guardavo i bimbi e mentre il prete diceva di non piangere perché rivedranno la loro mamma prima o poi, ho pensato tra le lacrime no ragazzi, buttate fuori la rabbia, sfogatevi, non scherziamo, incazzatevi con sta vita puttana, non trattenete come avevo fatto io, vi risparmierete un sacco di sedute future, il prima o poi non basta a sopravvivere, arrabbiati è legittimo.
Poi però il prete ha anche detto che lei, la mamma, non avrebbe voluto che loro stessero male per tanto, perché la vita è breve e va vissuta al meglio, non perdendo nemmeno un minuto bello che ci può regalare,  allora lì ho smesso di brontolare tra me e me e pensato che è proprio così, barca a vela, alpinismo, sci o semplicemente un abbraccio, tutto quello che ci regala un sorriso ce lo meritiamo, senza mi mo ma aspettiamo, subito ora. Come questo temporale dopo 40 e passi giorni di afa.

giovedì 30 giugno 2022

la gente deve lasciarmi stare

La gente deve lasciarmi stare.
La gente mi ha rotto il cazzo.
E perché ho le tette grosse e perché sono bionda e perché a piacere sono un po' o tanto troia. E perché non sono madre e perché non sono figlia e perché faccio un lavoro creativo quindi non capisco un cazzo e se capisco, e perchè in un ambiente maschile devo per forza averla data via altrimenti non si spiega. La gente non sa fare i format, tutti a coordinare nessuno a fare.
La gente ha sta libidine di etichettare che è più forte di lei stracciare i maroni. Questa settimana mi hanno affibbiato ben tre uomini diversi, come no, con sto caldo il mio chiodo fisso è proprio il sesso.
Ora. Son maschiaccio e ironica e scaricatrice di porto, allora molti pseudo alfa si sentono legittimati a fare battute su ste cose, ma ehi, siamo nel 2022 e le porcate non fanno proprio più ridere.
Ho una testa bellissima, ho i cazzi miei che non racconto a nessuno, mi sono talmente strutturata, che ormai, cara gente, semplicemente sfanculo e dedico me stessa, il mio tempo corpo e anima a chi non mi chiede proprio niente. Semplicemente c'è e la sua presenza, ciao mondo se c'è.

lunedì 13 giugno 2022

il fagiano tenebroso

Oggi una signora mi ha detto che vicino alla mia via hanno avvistato il mitico fagiano tenebroso.
Che uno dice ma questa si droga, e invece no, ho cercato e scoperto che il fagiano tenebroso esiste veramente ed è molto raro, tutto blu come un pavone, ma fagiano. 
La mia immaginazione allora è partita, confesso, me lo sono immaginato capo di una gang di fagiani non tenebrosi, il più bello tra i belli, in posa col chiodo in pelle stile grease, circondato dalle povere fagiane beige marroncini, tutte sfagianate invano. Neutre siamo neutre rimarremo ragazze, lui rarissimo punta le pavonesse, povero solitario di un wannabe, a noi non ci guarda, siam mica all'altezza, come la mettiamo con la coda? Scordiamocelo.
Fagiani e buoi dei psesi tuoi, questa la morale della favola del mio delirio fantasy (perdonatemi), perchè ok la bellezza e il rigore, ma vuoi mettere essere storditi e ridere, invece di pavoneggiarsi invano?
Essere simpatici e volare bassi è molto meglio che tirarsela e starsene tenebrosi da soli, ne sono certa.

(però è bello)