giovedì 30 dicembre 2021

scava scava 2021

Gennaio: perso mio secondo papà, dolore atroce tipo strappo di un pezzo di pancia, non si respira più, tutto fermo.
Febbraio: cucinato tantissimi biscotti non troppo commestibili, fortunatamente fase breve post lutto, capito che non si potrà mai competere col mulino bianco, servono altri tipi di abbracci.
Marzo: capo sbiellato insulta come un pazzo, chiesto aiuto psicologico per paura di crollare (farebbe bene anche a lui).
Aprile: iniziato viaggio dentro di me, che buio che fatica che rabbia che lacrime, che nostalgia fortissima di mamma e papà.
Maggio Giugno Luglio: scavato scavato scavato e sempre più pianto, dove sono? Tanta voglia di ricordare il prima del lutto, bisogna imparare a volersi bene, non ho idea come si faccia, ma sono determinata.
Agosto: ritrovata me stessa su uno scoglio, l'ozio è un gran modo di pensare e coccolarsi, nuotare ancora di più. I ricordi affiorano a suon di serate tra stelle e mirto.
Settembre: perso zia e cane (uno zio cane perdonate ci sta), dolore forte, ma non come quello di gennaio. Quando mi dicono che zia è morta sono a un concerto, ballo e canto e urlo e piango fino a sentirmi meglio: vita sei una puttana decisamente imprevedibile, te lo riconosco.
Ottobre: iniziato a nuotare, smesso di pensare. Senza ossessioni tutto affiora naturalmente, prevedere altre pale vanghe o ruspe, si scava verso l'infanzia.
Novembre: i genitori in carriera non giocavano con me piccola, tirata su da nonna severissima e religiosissima a suon di si deve, si fa, bisogna, impara. Giustificata svolta ribelle, recuperare parte bambina, giocarci di più, ha bisogno di me.
Dicembre: accettati i limiti di me stessa e degli altri, vuoi mettere la fiducia? Lavoro sempre più in secondo piano, nonostante attacchi su più fronti, vengo prima io. Voglia di sentimenti da toccare, di sorrisi e trovare una conclusione, al momento non c'è, godersi questa stranissima pace sospesa e continuare a scavare.