giovedì 27 settembre 2012

A Conversation With My 12 Year Old Self




No. Non le chiederei mai com'era la vita prima di Internet. Piuttosto, di farmi rivedere i cani per salutarli da giovani, senza avere il coraggio di confessarle che non ci sono più.
I giochi me li ricordo, anche i disegni e i sogni. E la fantasia, fortunatamente, si è ben conservata nonostante il passare del tempo.
Sarebbe un dialogo strano, ma simile ad una telefonata chilometrica, di quelle con il sorriso.
Canteremmo, mi racconterebbe una favola e mi parlerebbe di tutti i suoi animali reali e non. Poi, però, curiosissima, mi chiederebbe anche che cosa succederà da grande.
Lo ammetto, sarei in difficoltà. Nel senso che oggi non cambierei niente del mio passato, ma non vorrei sapere nemmeno nulla del futuro.
Sto imparando a vivere giorno per giorno, con la sola certezza che se non ci fossero dei cambiamenti, difficoltà comprese, non si crescerebbe mai.
Le direi solo che non posso svelarle niente, perchè se no tutte le sorprese rischierebbero di finire nella tana dello scoiattolo in letargo.


2 commenti:

  1. Ero certa che a trent'anni sarei stata a capo di uno squadrone di maschi tutti innamorati di me, che sarei stata ben pagata e molto, molto in carriera. Non avrei mai immaginato che sarei finita a fare l'impiegata e a combattere contro i chili (concedendo loro un notevole vantaggio, tra l'altro). Soprattutto, non avrei pensato che sarei stata comunque felice così. (Il cane comunque, contribuisce molto a questo lieto stato d'animo. E vabbé, pure Lui)

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  2. Vero? Conta il presente, non il futuro..cane e Lui compresi!

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