lunedì 25 febbraio 2013

due

Ma il karma, di preciso, che cavolo è? Un rito, un atto religioso, il principio di causa effetto tipo se faccio questo la conseguenza è quella? Non lo so.
So solo che sabato notte, mentre guardavo i fiocchi di neve cadere, ovviamente senza ombrello, mi sono sentita molto molto spirituale.
E alla faccia di chi guarda solo le stelle cadenti in agosto al mare, io, al freddo e al gelo, ho fatto pensieri poeticovattati del tipo che nessun fiocco segue la direzione dell'altro, che se li guardi cadere dal basso dopo un po' stordiscono ma il loro silenzio riesce a togliere ogni confusione, che sono tutti diversi ma si fondono alla perfezione come fossero destinati a diventare uno e via via in un crescendo che alla fine mi ha ricoperto completamente la testa di neve.
E forse, forse, un po' ho esagerato, perchè poi, mentre dormivo, mi sono sentita abbracciata e al risveglio mi sono trasformata nel fiocco di neve femmina più romantico del mondo, pensando a chi mai potesse abbracciarmi così fortissimimamentefortissimo con la forza del pensiero e a quanto quella sensazione fosse rassicurante, magica, meravigliosa in un crescendo di aggettivi genericospirituali che secondo me comunque si avvicinavano alla definizione di karma.
Magari ti stai semplicemente ammalando, mi ha detto un fiocco di neve maschio con una calma ed un rapporto causa effetto decisamente poco poetico, ma tanto pratico pragmatico.
Ed io lì per lì, incompresa offesa tipo la Callas fischiata all'Opera di Paris, non ho nemmeno provato a spiegare i miei viaggi spirituali, poi però la febbre è arrivata veramente e mentre mi sentivo abbracciare tutte le giunture possibili ed immaginabili, ho realizzato che no, ancora non l'ho capita bene questa storia del karma, ma che comunque i rapporti migliori sono sempre tra due fiocchi complementari.




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