mercoledì 3 ottobre 2018

Ci son delle teste, la mia, tipo

Ci son delle teste, la mia, tipo, che vanno maneggiate con cura.
Devi imparare a guardarle con molta calma, perché son come un labirinto di quelli che ti fanno perdere apposta così dentro non ci capisci un cazzo, che forse è meglio.
Ci son delle teste, la mia, tipo, che poi una volta che ti ci affezioni, anche se ti mandano in bestia non le molli, questione di bene, credo, l'importante è non cercare di inquadrarle, perché manco loro lo sanno fare, niente caleidoscopio luminoso, volerle chiudere in una logica precisa è più un andare contromano in una strada chiusa, che infatti come segnale stradale è una T, il caso, certe teste, la mia, tipo.
Comunque. Queste strane teste, forse di cazzo, forse no, loro adorano la protezione e lo capiscono quando le altre teste, la tua, tipo, agiscono pensando di farle del bene, lo apprezzano davvero, ma prima di decidere cosa fa bene o male per ste povere teste illogiche, la mia, tipo, bisogna provare ad ascoltarle con calma, perché ci provano sempre a spiegarsi, ma mica ci riescono mai, allora lì son craniate.
I piani, a certe teste di banana, la mia, tipo, si sono frantumati senza poterci fare niente molto molto tempo fa, questione di traumi, loro anche solo non sapere cosa faranno domani stanno male di un male che non è semplice ansia, è angoscia vera, hai presente sentirsi soffocare da uno tsunami? Son fatte così ste teste pazze, non so se si capisce, tu le dici non pensare, loro vorrebbero abolire gli imperativi e pensano.
Forse l'unica soluzione, io, averci una testa logica matematica analitica razionale, la tua, tipo, finita l'incazzatura, ste teste di bricco penso ci tirerei una meravigliosa e coloratissima serie di parolacce, poi, siccome capirle è impossibile, probabilmente le spettinerei rassegnato, ma col sorriso.

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