lunedì 25 marzo 2013

corollario dell'effetto velocità - il soffitto

Adoro fissare i soffitti. Non tutti, quello di camera mia. Niente immagini veloci tipo finestrino del treno, niente caleidoscopio anche se quello resta una delle creazioni più stupendissime che esistano e il lampadario marocchino un po' me lo ricorda, niente soffitto di vetro trasparente che se ci fosse sarebbe impossibile alzarsi dal letto, non più quello mansardato con le sue venature che conoscevano i miei pensieri a memoria, ora ho un soffitto bianco con ombre diagonali che cambiano a seconda della luce e dell'orario. E mentre le fisso e ci gioco me lo chiedo come facciano certe persone a non perdersi mai nei pensieri da soffitto, a guardarlo solo un secondo assonnati e poi via, subito in piedi di corsa, senza nemmeno chiedersi quanti modi ci siano per fermarsi un attimo e pensare. E a me questa cosa del non correre piace, mi calma talmente tanto che appoggiare la testa su una spalla che legge, restando in silenzio ma con il corpo in diagonale, mi fa sentire protetta.

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