venerdì 18 luglio 2014

la mia settimana: rare tracce

Gilbert Garcin, Le danger des images, 2009

Rare tracce, la soluzione a tutto è l’osmosi, forse. Quando leggo un libro che non mi piace lo finisco lo stesso perchè spero sempre di ricredermi, non succede mai.
Ho un’auto col tettuccio trasparente per vedere scender giù la neve, ci ho visto la grandine e sto aspettando le rane, che il dettaglio è importante e alla stabilità razionale pensata ponderata quattro ruote motrici vigliacc’una volta se ci penso. 
Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità è una frase d’effetto che Neil Armstrong aveva preparato a tavolino giocando a risiko, per noi della siffatta nostra umanità non sarebbe stato meglio qualcosa di più spontaneo?
Ci sono le tappe, mi han detto, un tempo per tutto, io allora a parte che sembra una frase di Max Pezzali, a me è venuto in mente che a non uscire mai dalle piste per via dell’ansia da squalifica l’unico traguardo che si ottiene è non sorprendersi più e che no, preferisco essere pronta per nuove tradizioni su misura piuttosto che in prigione senza passare dal via. 
Camminare, inciampare, ricordare, tremare, respirare, pensare, guardarsi dentro e fuori e dentro e dentro. Elaborare. Conoscere se stessi è un casino, è veramente dura, però io una sbirciata l’ho fatta e non potrei più farne a meno, che amarsi un po’ però volersi bene no non fa decisamente per me, io voglio volermi bene tutta me e gli altri e di più e di più, allora come traccia conosco che presto sarà e che quel sarà lì sarà bellissimo.

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