sabato 25 aprile 2020

nidi

L'altro giorno stavo male da scoppiarmi testa e cuore, allora ho detto alla persona che mi compensa, quella posata, razionale, concreta, adorabile che non sono io, che volevo il pisolone. Lei, la mia persona che mi compensa e completa, non conosceva il pisolone, lui solo lego da vero matematico unisco tutti i pezzettini che non sbaglio. Mai usato i lego io, al massimo lanciavo dalla finestra quelli di mio fratello, chenfatti mio fratello poi ha studiato economia ed io arte contemporanea, lui sa contare, io no. Comunque. Il pisolone è un nido. Io sempre nidi, cucce, posti piccoli: giocavo che ero uno scoiattolo in letargo e vivevo sulla scala, creavo un rifugio dell'albero, pure da grande mi sono sempre rifugiata sotto ai tavoli o nell'armadio a meditare, perché a me il nido mi calma e tranquillizza, gli spazi aperti o costruiti ansia.
Ieri stavo male di una stanchezza da piangere, perché è un periodo che mi alzo, mi metto a lavorare davanti al computer e non vivo, un periodo difficile da respirare il covid,  chiusi in casa senza poter mai uscire. Ieri piangevo e tremavo dalla stanchezza, allora mi è venuto in mente che forse mi serviva un nido. L'ho fatto oggi, il giorno della mia liberazione, il mio giardino magenta. Ora posso giocare coi lego. Non rilegge, perdonate refusi, pubblica.


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