giovedì 16 giugno 2016

Iniziamo a immaginarmi

Subito l'ombelico, ma da fuori: un cappelletto. Poi il fegato, un enorme sofficino, probabilmente che ride. Un insulto può essere una dichiarazione d'amore fortissima. Vicino al fegato cosa c'è? Il pancreas tipo la pista delle macchinine colorate con le curve a scala a chiocciola, colorate come un leccalecca giallo verde. Il cuore? Come cazzo sarà fatto il cuore? Penso tipo l'albergo delle puttane della Fratta, che sono avanti anni luce e quando sono impegnate ci mettono la stoffa rossa alla finestra. L'ombelico non ci riesco mica a guardarlo, fuori. Anche dentro. Però il cordone me l'immagino tipo il tubo del vino quando imbottigli le damigiane. Mi avranno imbottigliata anche a me, possibilissimo. Ci avrò avuto anche dei bei piedi da subito. [Continua, ma per oggi basta che c'ho la fatica]

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