martedì 25 giugno 2013

e se non trovi la risposta la scoprirai domani

Mario Merz
Mario Merz, Se la forma scompare, 1982-89, Venezia, Collezione Peggy Guggenheim
Da piccoli abbiamo imparato a camminare un passino alla volta, senza fretta. Camminare, cadere, piangere, rialzarsi e riprovarci fino a correre con un sorriso che vola.
Liberi da ansie non ci importava di avere una risposta all’istante, ci emozionava di più scoprirla piano piano come un tesoro nascosto, acqua fuochino fuoco senza se e senza ma.
E le salite ci stimolavano come vette da conquistare, mica esistevano i no basta questa volta non ce la faccio sul serio.
La vita era più semplice? Spiegatelo voi ad un bimbo che vede tutti correre e non sa ancora come si fa oppure vuole chiacchierare ma il suo linguaggio nessuno lo capisce.
La vita non era tutta in discesa, era semplicemente un po’ più spensierata e secondo me il vero problema è che da grandi ci dimentichiamo questa cosa qui di “giocare”, come se coerenza fosse per forza necessariamente ed esclusivamente sinonimo di serietà e non di libertà.

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