giovedì 13 agosto 2015

Compito della parola

Io di parole faccio un po' fatica a scegliere, me ne piacciono troppe, tipo: orsù, che è una parola trascurata ma quando uno la dice dopo gli viene il sorriso, pirla, per lo stesso identico motivo e cioè che fa complicità e mai offesa, abitacolo, perché mi sembra iniziato molto da lì, gnappa, che è la molletta del bucato e quando le trovo per terra abbandonate mi vien sempre da adottarle, tipo come con gli accendini gialli, solo che le gnappe le uso per chiuder i biscotti, gli accendini adesso che non fumo più li uso meno. 
Son lunga, lo so, ma prima della mia parola volevo aggiungere anche scopavirgole, che ho scoperto da pochissimo e si usa in Finlandia per indicare la gente puntigliosa che ti corregge solo le banalità. Scopavirgole mi piace da matti, la userei sempre. 
Ma veniamo a noi. La parola più mia non esiste in italiano e nemmeno in dialetto, è una parola che ha inventato mio papà quando era piccolo ed è uovo sbabolato. L'uovo sbabolato, in pratica, è una frittata venuta male tutta mezza rotta, che girar la frittata è difficilissimo e io non son capace, infatti il primo uovo sbabolato poteva esser un errore di giramento di mia nonna, mi vien da dire, oppure, siccome era durante la guerra, poteva esser anche una variante voluta, chissà, quello che so con certezza è che mio papà non aveva mai appetito, invece dopo voleva sempre solo l'uovo sbabolato, e siccome così mangiava, allora andava bene. 
L'uovo sbabolato, dopo, è diventato un grande classico anche per figli e nipoti, almeno una volta a settimana senza guai, però io se devo dire il ricordo più grosso legato a questa parola, io è quando mio papà si è ammalato e non riusciva a mangiare più niente, invece l'uovo sbabolato faceva sempre molta fatica, però quello un pochino lo mangiava lo stesso. Deve averci delle proteine magiche.

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