Libri, quadri, foto, tanti oggetti di design che per quello ho il pallino,
cuscini e pouf dappertutto che tanto sul divano ormai ci vive il cane e guai a
cacciarlo giù, ricordi di viaggi e biglietti di amici che spuntano a sorpresa un
po’ ovunque, tantissima luce ma guai rinunciare alle candele. E disordine
sparso, che una casa deve essere vissuta e l’ordine mi spaventa. Ma soprattutto
tante risate, chiacchiere a fiumi ed allegria grazie ad amici che vanno e
vengono come se fosse un porto di mare e quando si impossessano della mia
cucina seminuova e un po’ trascurata creano miracoli da commuovermi ogni volta. Sempre e solo musica e colore, che per
sentirsi a casa serve il contenuto.
E ieri sera, mentre ascoltavo un briattore vanziniano
pontificare sulla ricchezza e povertà della gente, ho pensato che una
persona può avere tutti i pezzi di design del mondo, case su case, discoteche e
mille alberghi extralusso, anche una donna diversa ogni sera, ma senza
contenuto resterà sempre povero e vuoto dentro. Senza sentirsi mai davvero a casa.
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