Un come stai in bicchiere grande con ghiaccio, ma nessuna risposta, parla lo sguardo, tipo quello dei dottori con la mascherina, ride o ha fatto tutto il possibile? Un bicchiere ha il tintinnio e il colore dell’inconscio, è una luce sussurrata che può tagliare, ma mai solo gridare, una delle cose più fastidiose al mondo insieme a chi cerca di mettersi in mostra a tutti i costi non avendo ancora capito che mostrare per nascondere evidenzia ancora di più le mancanze. Ci sono assenze tanto presenti da toglierti il fiato e presenze tanto assenti da toglierlo a loro, il fiato, ma in apnea non ci lascerei nessuno e poi fa caldissimo agosto ladro, meglio un fermi tutti e respiriamo, le parole giuste verranno poi. Non ci vuole fretta per capire, hanno ragione i tempi africani, anche se qui abbiamo la cappa che copre tutto e ci servirebbero il loro blu e il rosa, pure qualche spezia volendo, ma in fondo noi emiliani insipidi mai e va bene così. A noi piace troppo sorridere, conoscere, niente rapporti tanto per, ci piace fidarci pian piano ma le persone le viviamo veramente e per loro ci siamo sempre, che anche di sera col caldo mollano prima le zanzare di noi. E niente musi a lungo, al massimo lunghi una sfuriata per smuovere l’afa, poi basta, che i chiarimenti sono la base di un rapporto e se le fondamenta sono solide poi puoi costruirci una vera casa. E io questa casa qui ce l’ho dentro, vorrei che un po’ ce l’avessero anche gli altri, ma per fortuna nei rapporti viene sempre in aiuto il tempo, che decide lui come e quando, ma poi ti mostra tutto nella giusta dimensione. E le Persone non le perdi, mai.
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