giovedì 8 agosto 2013

un come stai in bicchiere grande con ghiaccio

Un come stai in bicchiere grande con ghiaccio, ma nessuna risposta, parla lo sguardo, tipo quello dei dottori con la mascherina, ride o ha fatto tutto il possibile? Un bicchiere ha il tintinnio e il colore dell’inconscio, è una luce sussurrata che può tagliare, ma mai solo gridare, una delle cose più fastidiose al mondo insieme a chi cerca di mettersi in mostra a tutti i costi non avendo ancora capito che mostrare per nascondere evidenzia ancora di più le mancanze. Ci sono assenze tanto presenti da toglierti il fiato e presenze tanto assenti da toglierlo a loro, il fiato, ma in apnea non ci lascerei nessuno e poi fa caldissimo agosto ladro, meglio un fermi tutti e respiriamo, le parole giuste verranno poi.  Non ci vuole fretta per capire, hanno ragione i tempi africani, anche se qui abbiamo la cappa che copre tutto e ci servirebbero il loro blu e il rosa, pure qualche spezia volendo, ma in fondo noi emiliani insipidi mai e va bene così. A noi piace troppo sorridere, conoscere, niente rapporti tanto per, ci piace fidarci pian piano ma le persone le viviamo veramente e per loro ci siamo sempre, che anche di sera col caldo mollano prima le zanzare di noi. E niente musi a lungo, al massimo lunghi una sfuriata per smuovere l’afa, poi basta, che i chiarimenti sono la base di un rapporto e se le fondamenta sono solide poi puoi costruirci una vera casa.  E io questa casa qui ce l’ho dentro, vorrei che un po’ ce l’avessero anche gli altri, ma per fortuna nei rapporti viene sempre in aiuto il tempo, che decide lui come e quando, ma poi ti mostra tutto nella giusta dimensione. E le Persone non le perdi, mai.

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