martedì 20 agosto 2013

che giornata vuoi?

Oggi come piatto della casa una sola domanda, una da risposte multiple, fuori dalle righe, sincere e senza confini: che giornata vuoi? Per me dolcezze, fragole con lo zucchero a velo e biscotti che annusarli il burro ti entra dentro e ti libera il sorriso fuori. E fuori la luce sta cambiando, sta arrivando quella bella bella di settembre e al chiuso non ci riesco a stare, devo respirarla tutta, la luce, i campi, il burro. Un bambino fa sempre domande dirette, ma gli adulti riescono lo stesso a non rispondere. Niente mi dà più fastidio, dentro ho la mia parte bambina che in questi casi urla, anche quella adulta, che insomma chiudere una risposta e non farla respirare, lei e il corpo, ecco, mi delude sempre.
Un po' come quelli che quando piove non hanno l'ombrello e si rimpiccioliscono per non bagnarsi, invece di prendersela tutta la pioggia e annusarla, che la terra bagnata ha un profumo tutto diverso dal cemento e ti fa crescere, ma se non l'annusi come fai a saperlo? E una risposta non basta annusarla, va leccata, come la ciotola dove prepari la torta o il budino, che quelle cremine sono diverse dal gelato e mentre le mangi ci assaggi l'origine di qualcosa che poi evolve nel tempo. Il tempo diviso in minuti e ore ce l'ha solo l'uomo, l'ha deciso lui, anche quello per cuocere le torte, ma a pensarci bene certe cose non andrebbero quantificate con nessuna unità di misura, solo accettate. Le cose capitano, anche senza una ragione specifica, come le torte che anche se segui tutti i passaggi della ricetta poi non vengono, ma non avere una risposta non giustifica lo stesso non chiacchierare con se stessi, bambini e adulti, che la nostra cremina ce l'abbiamo sempre, tutti, dolce, da riscoprire e coccolare. Ma ora basta parole, disegniamo la luce, i colori, le torte, i campi, le fragole, i biscotti, la terra, la pioggia, il budino, la crema, le mani e le righe: che giornata vuoi?

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