sabato 24 agosto 2013

a me il cielo senza nuvole sa di vuoto

 
A me il cielo senza nuvole sa di vuoto, pazienza se poi devi ripararti mentre la pioggia si trasforma in un temporalaccio poco estivo, pazienza se sei in mezzo ad una strada da abbracciarti per scaldarti, tanto vale respirarla quest'aria che spettina le idee e le rimescola un po' come vuole lei.
E se il tempo si misurasse in respiri? Di quelli lenti, profondi, cristallini, che il fuoco si spegne se togli l'ossigeno e di fuoco ne abbiamo bisogno, dei respiri affannati e corti no.
Delle persone mi piace quando dagli occhi vedi attraverso, della musica che ti respira dentro e fuori ad occhi chiusi. Di musica senza momento ma con un gran tempo il respiro del mare, che quando si rotola sulla spiaggia e sui piedi ti entra per sempre. Della memoria l'indipendenza, sa regalarti pugni allo stomaco o sorrisi inaspettati a piacere, suo. Ti raccatta come una lumaca quando piove, te e il tuo guscio, poi affonda, guardia, un passo avanti, ancora uno, ma niente tende, che le finestre devono farla entrare l'aria, la luce, la pioggia e i pensieri.
Una strada è una finestra sempre spalancata su gente e suoni e lì, tra accumolo e dispersione, gusci aggrovigliati ed edifici silenziosi, un respirone ti viene sempre perché lo capisci che siamo tutti diversi ed è vero che quelli solo pezzi di ricambio niente indispensabile tutto sostituibile sono tanti, troppi, ma nelle pulci, quello, un tesoro che allontana l'aria fredda lo trovi sempre. 

Nessun commento:

Posta un commento