L'argan è come la rucola negli anni Novanta, anche se in Marocco il nuovo argan è l’oil de figue e arriverà pure quello, tra un po’. La rucola, due settimane fa, l’ho piantata nella fioriera con le fragole e la menta marocchina, niente fiori e pollice verde, l’argan impossibile che quello è un albero, a casa mia solo piante invasive e incredibilmente intelligenti. Delle piante mi piacciono i profumi e i colori, soprattutto il basilico e il fiore del cappero, dei fiori trovo ingiusto volerli strappare dai loro vasi, che a volte basterebbe pensare al becco della strelitzia per non farlo, quello che addenta le mani ma nessuno ne parla perchè come becco fa molto arredo. L’albero di argan, per i berberi, è il simbolo della vita, ma come la menta, secondo me, è solo uno dei presensi del Marocco, i veri sensi stanno dietro, li scopri piano piano, poi ti entrano dentro e non escono più.
Pance con dentro la vita che balla e sorrisi sdentati che parole non servono, strade budella dei souk e richiamo alla preghiera delle moschee, incenso e spezie, mille colori poi ombre, perdersi e ritrovarsi quando testa, pancia e cuore la pensano allo stesso modo.
Sta tutto nell’aspettare che i fiori si schiudano, senza voler cogliere a tutti i costi.
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