domenica 27 settembre 2015

granelli

Io non ce l'ho mica il perché delle cose, non ce l'ho, perché uno ad esempio da un momento all'altro diventa violento, perché un altro ti abbandona senza nemmeno una spiegazione, perché il bene diventa male così a cazzo? Perché la bolla esplode e si rimane lì senza poterci fare niente? E come si fa a perdonare un castello di sabbia che crolla? Io non ce l'ho il perché, secondo me è tipo un granello che abbiamo dentro che pian piano senza farsi notare attacca tutto fino a diventare una tempesta rumorosissima, mi viene da dire, ma comunque il perché non ce l'ho, ho il terrore di cader nella banalità monocellulare, non ce l'ho il perché, però se ce l'avessi, il perché, penso che lo guarderei in silenzio dritto negli occhi e poi gli soffierei fortissimo da fargli bruciare le pupille, e poi lo farei non dico sanguinare, che cadiam nel pulp, ma piangere tanto tantissimo da buttare fuori tutto, la rabbia, la cattiveria, il viola grigio livido, l'abbandono, il dolore irrisolto, tutto soffierei via, fino a recuperarlo quel cazzo di granello, allora dopo non chiederei niente nemmeno a lui, gli sorriderei fino a fargli sentire il disagio e poi lo scioglierei col calore del sorriso, tipo metallo liquido da riplasmare lucido liscio limpido come dico io, e dopo lo trasformerei in una medicina portentosa che l'ingoi e guarisce tutto il dolore. Sarebbe bello. Impossibile, direte voi. La vita è una zoccoletta che mescola tutto e ti annienta a sorpresa e bla bla bla, la gente sono tutti stronzi coi coltelli nascosti e sbarababam, l'amore è fottutamente difficile e appena ti abitui 9 volte su 10 la prendi nel culo, so tutto, le croste, le incomprensioni, il rancore, tutto, proprio per questo al perché non gli farei le domande, credo.

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