sabato 7 febbraio 2015

un nuovo (possibile) pezzetto di esistenza

Come fissare una vertigine. L’ho rivista in primavera, seduta su una panchina mentre leggeva palesemente altrove. Ho iniziato a sorriderle da lontano, poi all'improvviso sbam, ha alzato la testa e ha sorriso anche lei:
- mi sento un pesce nell'acquario se mi guardi così, lo sai? Ciao Tommaso, vieni a salutarmi cucciolone.
- scusa, è che stavi leggendo tutta concentrata e non volevamo disturbarti, ti ricordi di noi?
- di Tommaso sì, di te un po' meno, canofilo.
- da non confondere con cinefilo o cinofilo, tutta un’altra roba molto più seria.
- mi chiamano Pulce sai? Un canofilo con la C maiuscola potrebbe pure uccidermi a colpi di frontline, non lo so se mi conviene darti confidenza.
Pirla è pirla, ho pensato, ma io, con quel sorriso lì, io sento di essere proprio al mio posto. Un posto che con precisione può essere ovunque.
- io per ora pensavo di uccidere solo rane.
- ma dai povere, certo che la storia di Magnolia ti è rimasta impressa un bel po’.
Ha riso di nuovo, allora ho capito che con lei, nel nostro posto, ci stavo parlando da sempre.
- è che ti avrei fatto vedere Woody Allen.
- le aragoste di Io e Annie?
- quello è amore vero, altro che rane.
- sì sì, quello è l’amore più amore di tutte le scene d'amore di tutti i film d'amore dell’universo. Scusa, ho la tendenza a precisare quando un’idea mi piace molto.
- comunque niente aragoste, ti avrei fatto vedere la mammella gigante di “tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere”.
- non ti facevo tanto profondo, Victor.
Stavolta ha riso guardandomi dentro, allora mentre accarezzava Tommi ho pensato che il nostro posto avrà un giardino, un orto, un trattore, mille aragoste e probabilmente un bruco mela, che secondo me lei è da bruco mela.
- ohi cinefila, non ti sono venuti gli occhi a mandorla a Hong Kong, mi pare.
- purtroppo no, sono rimasti quelli grandi e stanchi da mostra.
- e cosa stavano leggendo gli occhi grandi, che eran così assorti?
- un altro giro di giostra di Terzani, lo stavano rileggendo per la verità, che ci fa decisamente bene.
- vuoi respirare senza maschera?
- ehi, questa è una signora citazione, canofilo. Diciamo che per ora mi basterebbe anche solo imparare a respirare.
- Terzani mi piace molto. Poi ho notato che non rispondi più a una domanda sì e sette no, merito suo?
- suo, ma anche un po’ mio, e comunque non ti ignoravo del tutto nemmeno l’altra volta.
E pareti blu, e una vasca da bagno enorme, e tantissimi libri. Il nostro posto avrà un pavimento da camminarci scalzi.
- vorrei tanto uscire con te, se te lo chiedo sette volte su sette, stavolta mi rispondi?
Silenzio (rispondi, dai, rispondi).
- Scusami non posso proprio. Cioè vorrei, credimi, non so perchè ma vorrei, ma non ora.
- ma come perchè? Perchè sono canofilo, ecco perchè.
- no ma sul serio, è che mi son messa in testa tutto un percorso di tanti passini, è una cosa difficile e sono solo all'inizio. Vorrei uscire con te, ma quando sarà il pezzetto di esistenza giusta, ecco.
- non ti preoccupare, non scappo.
- non prendermi per pazza, i miei tre neuroni l’hanno pensato già ad Hong Kong, sento che quando arriverà quel momento lì, sarà un nuovo possibile talmente spontaneo e senza filtri, che ce ne accorgeremo senza nemmeno parlarne.
- non prendermi per pazzo, ma io, i tuoi tre neuroni, io li adoro già.
Il nostro posto sarà nostro in capo al mondo, che adesso che ti ho trovato, mica ti perdo più.

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