"Cercavo qualcosa che fosse diverso dalla canzone e dalla ballata. Cercavo una canzone teatrale ed epica, è giocata su un binario antico e uno moderno. Due partenze: una nave e un treno. La nave parte per portare questo poeta a cantare la guerra di Troia, il treno parte per portare via una donna. L'ispirazione è composita. Poeti greci come Kavafis, Seferis e un film bellissimo, "Mattatoio 5" di George Roy Hill, che univa più tempi di una situazione. Ci sono due modi per cambiare improvvisamente il tempo in questa canzone: la sigaretta Muratti e il binario per Torino. Da quel momento la canzone, che era tutta sull'antichità, diventa personale e sulla modernità, ma contempla due distacchi che sono comunque universali: quello del poeta che descrive la guerra di Troia e perde la sua donna, e quello di un cantautore che gira il mondo, oggi, per cantare, e perde anche lui la sua donna. Ecco perchè sono messi insieme.
Non fu compresa perchè è molto complessa, piena di riferimenti culturali. Chi può capire il dolore di Achille sulle spoglie di Patroclo? Impossibile, anche perchè non si fanno nomi, è molto enigmatica e intensissima. Con folli salti melodici. Un po' alla Monteverdi, scusate il paragone, che cambiava continuamente melodia nei suoi madrigali. La parte antica usa gli archi, la parte moderna usa la batteria e le chitarre elettriche. "L'ultimo spettacolo" rappresenta la forza del destino che prevale su tutto."
Roberto Vecchioni
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