Questo è uno di quei discorsi che van capitolati tutto d'un pezzo, che se no a pensare dopo poi mi perdo e mi imbuco chissà dove, e allora divento logorroica, e invece ho smesso.
Ci ho messo dieci anni ad andare dallo psicologo, e dieci è una cavolata colossale, che certe cose son grosse e non ce la si fa da soli, e rimuovere senza prima elaborare è inutile e faticosissimo, invece fidarsi e aprirsi con le persone (chiusissima me) è magnifico e rende leggeri.
Perché sei venuta qui? mi ricordo che mi ha chiesto al primo appuntamento, e io avevo talmente nascosto il problema da raccontarmi(gli) che lavoravo troppo e non ce la facevo più. Dei miei e Frency un accenno giusto per, il problema era solo quello più esterno morbidino poco cotto.
Dopo, la seconda domanda è stata quali sono i tuoi interessi, e a me, che l'arte la fotografia la musica i viaggi i libri il design, io non ho saputo rispondere, io un groppo in gola da scena muta, allora ho capito che il problema aveva una crosta bella spessa da dover proprio farci qualcosa.
Il primo passo è stato sbloccarmi, che ero in anoressia emozionale, rifiutavo tutto il bello per paura che diventasse brutto, non pensavo al passato perché faceva male, niente futuro per carità, solo presente ma a piccole dosi, un blocco vero, peso, allora ho dovuto prendere delle pastiglie che si danno alle quattordicenni con le crisi amorose. La notizia numero uno è che le quattordicenni non leggono più cioè, c'han Moccia e van di pastiglina, la numero due che non ho preso prozac o psicofarmaci fighi ai più, io solo quelli ignoranti da ragazzetta, però pian piano mi hanno aiutato a tornare a sentirmi, e allora ben vengano i pastiglini, che riscoprire il sorriso dopo tanto tempo è veramente indescrivibile (sì, io col canofilo ci voglio uscire, è la mia risposta definitiva e manca poco pochissimo non vedo l'ora).
Dopo essermi sbloccata (senza peraltro andare in discoteca di nascosto, gesto pseudo rivoluzionario che invece a quattordici sempre), dopo ho cercato di riavvicinarmi a me, e giuro che quando ti ignori per tanto tempo non è mica facile avere a che fare con una te stessa completamente sconosciuta. Chi cazzo sono, ero, sarò? Per capirlo, non in ordine tanto sparso e per niente remoto, per riabbracciarmi vecchia e nuova, io questo elenco qui:
- leggere libri pensanti da stimolare la testolina, su tutti Terzani, l'albero dei mille anni di Pietro Calabrese e Grossman, ma lui mi fa ancora un effetto troppo forte, allora devo sempre aspettare un bel po' tra un libro e l'altro, che i libri pensanti non bisogna smetterli mai
- rendere la casina più mia (colore colore calore)
- provare a cucinare (non ci riuscirò mai, ma spesso rido forte)
- Marocco Marocco Marocco Marocco (a far il bagno nelle arance son tornata nell'utero)
- camminare, l'unico modo che conosco per farmi uscire i pensieri
- scriverli sti pensieri, se no non li elaboro mica
- stonare molto forte (son stata senza musica, come caspita ho fatto?)
- imparare a ricordarmi i sogni e pian piano avvicinarmi in zona ombelico
- sdrammatizzare più che si può
- trovare tempo per mangiare lento e sano
- smettere di fumare
- licenziarmi (l'ho detto che avevo un lavoro che al diavolo veste prada gli spicciava casa? che mi regalavano scarpe borse vestiti? che tutti i giorni la moda e il vipzzz da ricevere? che lavorare 14/15 ore serviva solo a non pensare a me e al passato, e che a un certo punto mi son detta io mica voglio diventare così, io preferisco starmene nell'armadio a pensare a me, allora mi son licenziata? Non lo so se l'ho detto, allora nel caso lo dico ora)
Pausa. Spazio. Respiro. Quasi finito.
Dopo che mi son licenziata, dopo in un film ci sarebbe il fottuto lieto fine, ma scordiamocele ste cose, del resto genio come Wes Anderson c'è solo lui, io invece mi son persa del tutto sul fiume, e ho scoperto una rabbia che a me quattordicenne ha fatto un male pazzesco. Dopo mi son sentita trasparente e fragile e immobile e ingenua, dopo l'abbandono l'ho vissuto attimo per attimo ed è stato il momento più difficile, da piangere e buttar fuori tutto il dolore che c'avevo, da chiedersi adesso come riparto?, da non dormire la notte per paura degli incubi orribili, da insomma non capirci nello scarabocchio veramente più un benemerito cazzo.
Poi però pian piano tutti gli incubi che non avevo rimosso son usciti fuori, una roba brutta brutta brutta che non so come facesse a starci tutta nella pancia, un coso nebbioso gigante che una mattina ha toccato l'apice con una classe pazzesca e mi ha fatto svenire appena alzata, e farmi un male fisico mentale da rimanere immobile un bel po', poi però (respira respira respira), dopo pian piano gli incubi son finiti, tipo boccione dell'acqua che si svuota e tu con l'allergia finalmente riannusi il mare, tipo aria pulita impagabile così, allora ho capito che correre a cazzo o restare immobili non serve, meglio un passo alla volta, che il dolore lo rivivi, ma pian piano lo accetti e inizi a considerarlo una parte di te sempre più lontana, che una corazza purtroppo non l'avrò mai, ma con la pelle sottile sottile, cercare di tenere i pensieri leggeri e non darla vinta a quella casinista dell'ansia aiuta tanto, che amarsi un po' però volersi bene no è una cazzata pazzesca e invece certe volte, per ritrovarsi, bisogna proprio perdersi del tutto.
Dopo che mi son licenziata ho imparato anche a organizzare il mio tempo e pian piano me stessa, testa corpo lavoro, che a cavarsela da sola è impagabile, e delle volte, quando qualcuno si lamenta per delle cavolate, delle volte molto spesso un po' di indipendenza di quella buona non forzata, delle volte io gliela auguro molto.
Dopo che mi son licenziata, da ultimo ma non per ultimo, siccome da quando son nata senza solo stavolta, cosa effettivamente insolita, dopo son volata al canile e ho adottato il primo esemplare di razza cubotta, Bruno Cubotto Mordecai Trillo, presidente delle signore ronfate e paladino di tutti i salami felini dell'universo, adorabile attaccabrighe, prepotente coi fagiani, cinico coi minibimbi, una vera e insostituibile parte del mio percorso. Ma forse lui ha adottato me, stiamo ancora cercando di capirlo.
(dopo adesso subito ora correre al parco velocissimi)
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