mercoledì 4 febbraio 2015

lontano

Hong Kong sono i Baffi di quel fottutissimo genio di Carrère, che subito appena arrivi resti scioccata, tipo di fianco al mio albergo c'è una statua enorme di Bruce Lee e ti chiedi perchè, perchè pacchiana così, poi però guardi il mare e non ti chiedi niente, allora inizi ad essere avvolto dalle luci, dai fumi, gli odori e le voci, e poi sei parte di una folla che è ovunque, e cresce sempre di più pure in altezza. 
Hong Kong ti sembra di essere dentro un videogioco, poi dopo due giorni stai talmente bene in mezzo a tutto questo che non ti chiedi proprio più niente. 
Hong Kong sono la baia, il Peak, i grattacieli e il Man Mo Temple, sono spezie e incensi e colori, sono negozi modernissimi di fianco a impalcature di bambù, taxisti che non capiscono l'inglese e però capiscono te, sono nottate che ti meravigli di come sia possibile non perdersi a camminare in una città talmente esagerata e contrastante. 
Hong Kong sono i bagni la notte nel silenzio, che dopo ore senza essere mai un attimo da sola fai fatica a ricordarti quella sensazione lì, e allora ti abbandoni nella vasca e inizi a pensare, come cavolo ho fatto in così poco tempo a dimenticare tutto il mio passato? Non dico le voci, che le voci non riesco nemmeno a descriverle e non so se si possa, e lo so che per paura di non affogare ho dovuto rimuovere tutto e comportarmi come se quel macigno non avesse ucciso anche me, legittima difesa o roba simile credo, ma il passato al massimo diventa sfuocato, non lo cancelli, allora come ho fatto a non accorgermi che tutto si muoveva male? Ed è questa spirale di creta quello che voglio? Quali sono i miei bisogni? Non la voglio più la mattina che diventa pomeriggio, nemmeno fingere di stare bene, voglio curare l'aria dentro. Si può vivere, dormire, mangiare e amare senza quest'ansia qui? 
Ho le emozioni fredde come i cani morti che mi perseguitano negli incubi, sono in completa anarchia col mio corpo, la testa domina incontrastata e pesantissima, come si sbloccano i gomitoli? Arriverà prima o poi un pianto liberatorio? Mi sentirò leggera dopo? Non voglio più avere paura di vivere, nemmeno di morire, e non mi basta sopravvivere, voglio riuscire a far un saltino in più. 
Hong Kong sono io che finalmente capisco che mi rivoglio.

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