mercoledì 23 ottobre 2013

L'anno scorso avevano studiato in inglese il "present continuous"

“L'anno scorso avevano studiato in inglese il "present continuous". Aharon si era proprio entusiasmato per questa invenzione che non esisteva in ebraico, "I am going", "I am sleeping". Ghideon non aveva capito questo suo far faville. D'accordo, lui era contrario a tutto quello che non fosse israeliano e sionista, e se l'era presa allora con quegli inglesi che devono complicarci la vita anche adesso, e aveva detto se noi avessimo avuto solo un briciolo di coscienza nazionale, non saremmo certo qui a studiare la loro lingua. Aharon avrebbe voluto discutere con lui e dimostrare che anche in ebraico ci sono diversi problemi e forme irregolari, ma era stato zitto e si era detto fra sé, con compiacimento: "I am jumping..." e nel suo pensiero si era disteso in un salto lungo lungo, quasi infinito, che dal momento in cui lo cominci, ti ci trovi immerso dentro con raccoglimento e abbandono assoluti, e sei tutto solo; "jumping", come se ti fossi rinchiuso dentro una bolla di vetro sigillata, e quelli che stanno di fuori pensino pure, sbagliando: ehi, lui "is" solo "jumping", ma dentro, dentro la bolla sigillata succedono cose, tantissime cose succedono lì in quel mentre, e ogni secondo dura un'ora, e solo tu conosci i segreti che si svelano a quel qualcuno che sente il tempo come lo senti tu, attraverso una lente d'ingrandimento, e tutto quello che ti succede li e proprio, privato, e fuori la gente guarda, bussa sulla bolla di vetro, si stupisce di quel che gli succede là dentro; ma loro sono solo fuori, loro con i loro volti e l'odore del loro sudore e le loro schifezze, e di nuovo si chiese come si sarebbe sentito tra un po' di tempo, tra un anno e mezzo circa, supponiamo intorno al suo "bar-mitzwah", quando cominceranno anche a lui peli neri e duri su tutto il corpo, forse i suoi saranno gialli, perché è piuttosto biondo, ma comunque duri, quand'è che questo comincia, com'è che arriva da te, e chissà forse c'è una forza potente e invisibile che spinge con forza dal di dentro questi peli, come si schiaccia fuori dalla buccia il frutto del fico d'india, con i due pollici, e forse questa spinta e questo bucherellio fanno male alla pelle, e così fece un voto, che anche quando sarebbe stato adulto e grande e peloso, e con la pelle ruvida e dura come quella di suo padre, come saranno tutti, si sarebbe ricordato del bambino che era adesso, se lo sarebbe inciso profondo nella memoria, perché forse ci sono cose che si dimenticano in questo diventare adulti, è difficile definire esattamente cosa, ma comunque c'è certamente qualcosa che rende gli adulti tutti un po' simili uno all'altro, non sulla faccia, ovviamente, anche non nel carattere, ma in un qualcosa che esiste in tutti, una cosa cui tutti "appartengono", cui persino ubbidiscono, e quando Aharon sarà diventato così, cresciuto come loro, lui sussurrerà a se stesso almeno una volta al giorno, "I am go-ing"; "I am fly-ing"; "I am aharoning"; e così ricordando a se stesso che è anche un po' Aharon nome proprio sotto tutti questi nomi comuni. Otto minuti. Tanto era assorto che ne ha saltati due insieme.”
David Grossman, Il libro della grammatica interiore

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