mercoledì 16 ottobre 2013

Il treno partì senza di lei

Il treno partì senza di lei. Ella lo colpì con un intercity notte, sottotitolo niente classe nemmeno in coda, solo luce bassa e puzza dei freni che ti spalanca le narici e scende nella gola.
Niente più professionisti con la valigina, niente colpi di sole e burberry, solo gente che dorme a parte madre e figlia che si parlano una di fronte all'altra al telefono, un nonsignor che ascolta la radio senza auricolare preo di disturbare gli altri e due ragazzi che per sedersi spintonano un extracomunitario in piedi senza nemmeno chiedergli scusa.
Zero sorrisi, sonno misto a nebbia, ombre sparse, nessun colore.
Nemmeno un teletrasporto o uno straccio di asciugamano a quest'ora, improbabile che la situazione migliori, pensò la fanciulla mentre osservava il mondo fuori e dentro il finestrino senza riuscire a leggerci nulla. Dato che tra due minuti nessuna quasi casa, ma tra alcune settimane potrebbe essere addirittura al mare poiché le mezze misure nei cambiamenti non sia mai, ella decise di scendere da questa introduzione sospesa e accendere la luce dentro. Aveva decisamente bisogno di respirarsela tutta.

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