Che belle scarpe che hai, come frase, quelli che studiano i fenomeni di comportamento della società e del costume dicono che sia tipicamente femminile e che agli uomini non verrebbe mai in mente di dirlo quando si incontrano. Può essere, boh, io da piccola al posto delle bambole mi arrampicavo sugli alberi e avevo un ragno che si chiamava Axl, un ragno che gli volevo un bene che guai, un ragno che ad occhi di gatto ero Tati e sul generale Lee Bo, un ragno che da grande non so cucinare e lucidare il piano cottura, non mi pitturo me e le unghie, uccido le piante e rubo la camicia ai maschi, un ragno che credo nel mescolarsi e al posto degli autoscatti foto col vinile da farci l’amore, un ragno che le calze a rete il posto dei calzettoni non lo avranno mai, un ragno che le scarpe le guardo sempre a tutti, per i tacchi impazzisco, ma pure per le papere, le bicolori e la doppia fibbia, un ragno che sono scarpa dipendente e però cammino sempre scalza, un ragno che ecco, secondo me, certe generalizzazioni sui fenomeni di comportamento della società sono tutte delle grandissime cagate.
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