mercoledì 18 dicembre 2013

Il collezionista di bianco

Di giorno elimino le nuvole e rimuovo la neve, la spingo, la sciolgo e ne ricavo un ordine che mi scalda il vetro man mano che scende giù in gola.
Non parlo, mi concentro sulla manualità, nessuna controversia, niente da recuperare, la professionalità è essenza e allora io guardo, ignoro, accordo e proseguo. Pressione e diplomazia, sospetti, pratiche emergenze e fughe, sono l'ambasciatore indispensabile di me stesso.
Di notte tutto cambia, scendo nel mio caveau e tutto è differente, nessun eccesso di clima, solo bianco. Acrilico e lino, tela, carta e olio, tutto è puro, vivo, energia senza dislivello, un cerchio da chiudere gli occhi e andare avanti fino in fondo.
Ho iniziato con un taglio in una galleria di Bologna, poi ho scoperto il caolino, poi i chiodi e via via, dagli anni Cinquanta a oggi, solo io e loro, senza respiri, vetri e profumi di femmina, senza polvere e luci invasive, io e loro in ogni nervo a oltranza. E tutto il resto tace.

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