Verde acido biologico?
Giallo polenta - Valentino Rossi?
Quando due amici prima ancora di salutarmi mi guardano con un sorriso tra l'ironico e la presa in giro e mi chiedono curiosissimi un colore, capisco subito che è iniziato il mese del brodo.
Non so chi abbia inventato il detto "Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi", ma va precisato subito che per me non vale proprio, perchè da anni passo tutte le feste con la mia pazza famiglia allargata che ai legami di sangue gli fa un baffo.
E anche noi, sbronza a parte, anno dopo anno abbiamo istituito le nostre tradizioni pseudonatalizie ed una su tutte, purtroppo, mi riguarda direttamente. Sto parlando della preparazione del brodo per i cappelletti, brodo che regala sempre un misto di stupore, incredulità e prese in giro tra i commensali a causa del suo colore finale assolutamente casuale, ma decisamente pittoresco.
Dorato non mi è mai venuto, ma una volta all'anno ci provo lo stesso a farlo senza delegare, sperando sempre nel miracolo natalizio. E ho capito che non ci va il dado, anche se due o tre devo aggiungerli per forza per dare un po' di sapore all'acqua, ma ad oggi sono rimasti indimenticabili i cappelletti margherita che galleggiavano in un verde prato che sfido chiunque a ricrearlo, il brodo grigio che tutto era tranne che natalizio, quello talmente arancione che sembrava di mangiare un uovo e soprattutto il brodo burrocacao, che il nettare dei cappelletti va colato a freddo e l'ho scoperto troppo tardi, regalando agli ospiti un effetto unto da garantire labbra morbide e protette tutto l'anno.
La ricetta base l'ho capita, sono sul pezzo anche con il mio kit da brodo di verdure già assemblato dal supermercato, ho ancora un po' di problemi con la carne da usare visto i nomi assurdi come suora, paletta e doppione, ma anche per quella posso farcela.
La mia vera difficoltà resta sempre l'ingrediente finale. Perchè se chiedi la ricetta del brodo a dieci persone, tutte ti diranno più o meno la stessa cosa, regalandoti però sul finale il famoso ingrediente segreto, che è sempre diverso ma guai a non metterlo se no il brodo resterà comunque di serie B.
Pomodoro, chiodi di garofano, noce moscata, peperoncino, crosta di formaggio, alloro, ci sarebbe da scrivere un libro sulle varianti da brodo e prima o poi qualcuno mi illuminerà su quella giusta, perchè ancora non l'ho proprio capita e penso che il colore dipenda tutto da questo.
Comunque l'anno scorso, stanca di tutte queste varianti, ho deciso di fare di testa mia, pensando che nella vita non puoi sempre ascoltare i consigli di tutti per trovare il brodo giusto.
Come le vere casalinghe ho cercato il mio ingrediente e, senza pensarci neanche troppo, ho optato per un colorante alimentare rosa fluo glitterato, che non è ancora entrato nella classifica dei suggerimenti da brodo, ma si abbina perfettamente al vino rosso e regala un effetto tra sorpresa e risata perfetto per la vita che intendo io.
Ma il colorante nel brodo è uaudiomiononhoparole. Glitterato, poi. Geniale. Lo dice una che da quattro anni cerca disperatamente gli ingredienti del pane di zucca di sua nonna (cha, pace all'anima sua, s'è portata tutte le ricette nella tomba, tanto "le dosi sono tutte ad occhio". Mannaggia)Uau. Uau. uauuauuauuau!!!
RispondiEliminale dosi ad acchio e i qb sono tremendi! (Glitterato e non zuccherato, vedessi quanti colori ci sono..)
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