Lo ammetto, il pollice verde proprio mi manca.
L'anno scorso, ad esempio, una persona veramente dolcissima mi ha regalato una pianta che, in teoria, avrebbe dovuto sorprendermi con fiori coloratissimi a primavera. Il problema è che l'ho messa sul balcone appena prima che iniziasse a nevicare e me ne sono ricordata quando ormai la sua sorte era irrimediabilmente compromessa.
Vuoi l'allergia al polline, vuoi la testa sulle nuvole, vuoi che di solito mi vengono in mente i film in cui una donna tratta una pianta talmente responsabilmente da sembrare una missione, io le piante le rimuovo. Le cancello proprio, in qualsiasi stagione.
Fortunatamente non tutti sono come me e, per risolvere questo mio problemuccio da potenziale serial killer, ho iniziato ad affidare le piante ad amiche bravissime, in grado di adottarle, curarle e farle addirittura rifiorire.
Ed oggi ho pensato proprio a loro quando ho sentito una povera fanciulla esclamare, come niente fosse, di avere problemi di misantropia.
Non credo sapesse davvero il significato del termine, ossia odio totale e sfiducia completa nel genere umano, penso si sia trattato più che altro di un esercizio fonetico-stilistico influenzato dal Dr. House o CSI (dubito da Leopardi o Molière).
Sentendo questa frase, però, mi sono chiesta sul serio come faccia una persona ad odiare proprio tutti e a non avere fiducia in niente e nessuno. Perchè può capitare di non sopportare una persona, ma fortunatamente non siamo omologati in serie, abbiamo tutti caratteri, pregi e difetti ben definiti e diversi l'uno dall'altro.
E non riuscire a sorprendersi del legame che si crea tra due persone che si compensano e supportano a vicenda, crea siccità mentali capaci di annientare persino i cactus.
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