Sto pulendo casa con la musica di Vasco, sono negata a pulire, ma cantare forte sì. Stasera i miei amici saranno tutti qua, ovviamente non cucinerò io, ma loro, lo sanno.
Ci saranno anche le persone che non ci saranno, i pensieri in testa, il vino, la musica ignorante, le cazzate, i sorrisi, tu. La casa, non chiedo di meglio.
martedì 31 dicembre 2019
dillo alla luna
giovedì 26 dicembre 2019
si capisce?
sabato 23 novembre 2019
Buonanotte
domenica 17 novembre 2019
Fattene una ragione
lunedì 21 ottobre 2019
etichette
domenica 22 settembre 2019
sottosopra
lunedì 19 agosto 2019
si sente?
martedì 30 luglio 2019
Sono dissociata
Sono dissociata. Ci ho messo una vita a capirlo, non so nemmeno bene bene cosa voglia del tutto dire, ma adesso che lo so finalmente mi sento bene. Essere dissociati non è uno scherzo, fai dei collegamenti che da fuori sembri pazza, un po' lo sei, in effetti, ma comunque non è uno scherzo, essere dissociata. Tipo. Ti capita di inseguire idee ed associarle con una logica che capisci solo tu, oppure di essere talmente concentrata da perderti per strada o peggio non riconoscere la gente che incontri, con conseguenti figure di merda per niente diplomatiche sul quanto sei snob da non salutare nemmeno eccetera eccetera eccetera. E ancora: perdere il carrello al supermercato, fare una fatica porca a buttar fuori discorsi lineari perché per te sono troppo lunghi, sapere già dove le persone normali stanno andando a parare coi loro discorsi che ti sembrano infiniti, non lo sono, cercare di stopparle perché avete tempi differenti, non sono lenti loro, sei tu troppo veloce, non sopportare i tempi morti, per loro non lo sono, zampettare di qua e di là con conseguente sfinimento fisico, non ascoltare il tuo corpo, nemmeno una parte di te, quella difficile, chissà se mi spiego. È tutta una questione di traumi: hai la parte del cervello creativa che è talmente sviluppata da immaginare animali parlanti, ragionare coi colori, avere le allucinazioni, epperò ti fa talmente male un qualcosa che hai vissuto, da cercare di escluderlo con tutto te stesso. Quando mia mamma stava morendo mi aveva detto che le dispiaceva tantissimo abbandonarmi perché ero ancora piccola e avevo bisogno di lei. Ero magrissima, fumavo e basta praticamente, il mio corpo era un disastro, la mia testa ha cercato con tutte le forze di stare su perché le alternative erano due, affondare o reagire. Ho combinato un pasticcio, non sarei io altrimenti, sono stata a galla, ho annaspato, ma ho anche sofferto come una bestia. Mi è andata bene, alla fine la mia testolina, che, diciamolo, è carina, si è creata una specie di ventaglio tutto suo sfaccettato multiplo, ha imparato a conoscermi con dei collegamenti tutti suoi, che continuano ad essere incasinati a bestia, ma hanno una base solida, mi pare. Non potrò mai diventare logica o razionale come le persone normali, nemmeno apprezzare i tempi morti, mi sa, ma l'importante è avere i contatti delle varie parti di me belli fluidi, capaci di parlarsi ed ascoltarsi l'uno con l'altro. E ancora. Avrò sempre paura dei traumi, continuerò a reagire malissimo di fronte ai cambiamenti di umore delle persone, sarà difficilissimo dar del tu ai legami, però, però. Però se dovessi descrivermi al momento, a me come immagine viene in mente un cristallo di quelli che col sole fanno i colori dell'arcobaleno, che vuol dir tutto e niente, ma siccome a dirlo mi viene da ridere, allora per ora va bene così.
sabato 6 luglio 2019
Camminare numero 5816
domenica 5 maggio 2019
letteratura contemporanea
L'altro giorno ero ad una fiera di arte contemporanea e pensavo abbastanza schifata che, in generale, c'è una grandissima crisi di linguaggio ovunque. In arte, fotografia, politica, comunicazione, pure tra le persone, saranno i social, boh, in generale fanno tutti fatica ad esprimersi e le idee alla fine si perdono nel banale oppure in insulti cafoni che non portano a niente.
A guardarci bene, però, pensavo, qualcosa di contemporaneo molto vivo c'è: non abbiamo mai avuto tanti giovani così bravi e promettente in letteratura come oggi. Pagina dopo pagina ti coinvolgono in storie appassionanti e forti e tu non devi fare altro che ascoltare, pensare, elaborare.
Ripartiamo da lì: leggere di più, insultare meno.
domenica 7 aprile 2019
sentimenti oggettivi
"Esiste un’oggettività nei sentimenti, si calcola in ore pensiero. Quante volte al giorno pensi alla persona amata e quanto a lungo. Quanto ti senti invasa da una felicità fisica, senza spiegazioni, per la prospettiva di gettarti fra le sue braccia in una casa vuota."
"L'amore che dura", Lidia Ravera
mercoledì 3 aprile 2019
Scrive, non rilegge, pubblica
lunedì 1 aprile 2019
Scrivere i corpi
sabato 23 febbraio 2019
Meglio tardi che mai
Sono alcuni giorni che mi guardo allo specchio e ci vedo mia madre. Mia madre era bella, mi viene un po' il lacrimino a scriverlo, ma è così. Io sto cambiando, è come se avessi tolto dei cuscini difettosi dentro di me, che magari proteggevano anche, però appesantivano molto. Adesso mi sento stanca, vulnerabile, però leggera. Era bella mia madre. Per anni ogni volta che mi dicevano che le assomigliavo stavo malissimo, come si fa a dirmi che assomiglio a una persona morta, mi dicevo dentro, lasciatemi in pace e andiamo avanti, ma la gente mica lo capiva. Pure tingermi i capelli per non essere bionda e distinguermi, ma niente da fare, adesso anche da rossa, nello specchio, la vedo e non ho più paura. E anche se non so cosa succederà, anche se domani mettono meno sei, guardarmi dritto negli occhi è decisamente un gran bell'indizio di primavera imminente.
sabato 12 gennaio 2019
la busta
Il momento in cui ti siedi in disparte e apri la busta è assurdo, poi leggi e non ci capisci niente, allora rileggi per capire e sì, l'esame istologico dovrebbe essere tutto ok. Allora cammini con le gambe che ti tremano e te lo dice anche il medico, tutto ok, sei una miracolata. Ho passato dei giorni in chirurgia oncologica e ho visto tante persone stare male e sprofondare nei dubbi, nonostante davvero tutto il personale fosse meraviglioso. Sei una miracolata, loro invece ancora no. E allora, a parte che tra un po' le gambe torneranno leggere e dopo inizierò davvero a svuotarmi di tutto questo periodo così strano, allora, mai come adesso ora in questo momento penso che noi uomini ci perdiamo dietro una marea di puttanate, seghe mentali, faccio o non faccio, quando in realtà l'unica cosa che dovremmo fare è amarci forte, aiutandoci l'uno con l'altro, invece di dividerci. Forse scritto sembra banale, ma dentro la mia testa non lo è affatto.