– Pure la sopportavi, – lui disse, – quando non esistevo ancora, io, per te.
– Sì, la sopportavo, – dissi. – Mi pesava, ma la sopportavo. Ma non sapevo, allora, che la vita potesse avere un altro passo. Lo immaginavo, così, vagamente, ma non lo sapevo.
– Non sapevo, – dissi, – che la vita potesse andare di corsa, suonando il tamburo.
Natalia Ginzburg, “Le voci della sera”
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