sabato 17 ottobre 2015

due mesi di scarabocchi sparsi

Ho imparato che il tiramisù va fatto almeno il giorno prima, penso sia per quello che non l’ho mai cucinato, credo. Mi son detta che forse deve essere più facile vivere senza affezionarsi mai veramente alle persone, ma nel caso preferisco il difficile. Ho farneticato che magari piangiamo per far scivolar via i pensieri brutti, tipo l'ansia con le boccate di sigaretta, e che certe volte vorrei piangere, ma non fumo. 
Urlare dentro per farmi sentire, sbaglio lì, secondo me, mi son detta. Che cosa ha fatto mentre stavi male? La risposta è (quasi tutta) lì. Svegliarsi alle 4 con l’urlo in gola da incubo, pensare che tanto l’attrazione, volutamente, non la fermi mica, che non esiste dolore di seconda classe (il dolore è sempre dolore), che la gente che compra un libro perché va in vacanza e invece tutto l'anno non ha tempo di leggere, e te lo dice pure, è quella che di più fa paurissima, e che invece, nell’inventare in due le parole crociate, lì c’è moltissimo amore. Lo spazio va sempre e solo dopo la virgola, non è difficile, che a veder scritto a cazzo mi vien il fastidio visivo, però molti tuttologi, più che le cose, dovrebbero imparare a guardar dentro le cosce, secondo me, gli si aprirebbe un mondo. Quale sarà il mondo giusto di conoscersi? 
Le lenzuola verde acido e l’insonnia, non digerire nemmeno un succo di pesca, poi la citrosodina e le mille medicine. Di tutto il corpo, solo i polsi che dormono, o forse sono anestetizzati, poi la fitta forte all'ombelico, i ricordi e in un attimo sbam. Uno sbam fortissimo. Se vuoi bene a qualcuno non dovresti fargli male, non è così? Non era vero niente (ci son delle domande che fan male peggio di tutti i minipimer del mondo)? E come mai la vita, più che effervescente, delle volte è solubile? 
È la collisione delle rispettive finzioni che manda tutto in caos, come nei film di Wes Anderson, la vita non dovrebbe essere sempre tipo un trionfo di chantilly, con le fragole, oppure sogliole e champagne? Il fallimento più grande del genere umano è mettercela tutta per uccidere molto forte l'amore, allora io, per un po', io come stile di vita, in quanto le vite ogni tanto si mescolano e cambiano, io vorrei essere la più lenta delle lumache lenti, starmene lì ad ascoltar la pioggia, che tanto chi cazzo ha mai rincorso una libellula in un prato? Fuori è un brutto mondo pieno di nonostante, poi c’è la solitudine dei marciapiedi affollati che è un fenomeno stranissimo, tipo che se di una persona pensi qualcosa di carino buffo dolce gentile, ma non lo condividi con lei, son pensieri sprecati, mi pare. Anche meditar su se stessi senza pensare agli altri è uno spreco. 
Siam tutti dei diversi molto simili, mi pare, ciascuno con la stabilità come cazzo gli pare, allora va detto che la vita è quella cosa che ogni tanto si diverte a sbalestrarti la fiducia e a farti sentir il male, poi però all'improvviso ti meraviglia di nuovo. L'importante è sdrammatizzare nei momenti critici di scoperte note, in pratica sempre, penso.

[Se hai voluto veramente bene a qualcuno non potrai mai odiarlo, dopo il broncio continuerai a volergli bene. Penso sia un bug del cuore.]

Ogni tanto è bello rileggersi e coccolare il disagio. Siamo in autunno, e un po’ si vede, ma andiamo a camminare.

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