“La gente lo definiva istrionico ma non era vero: Lucio viveva la musica con così tanta compenetrazione che assumeva atteggiamenti spettacolari, ma perché era totalmente dentro la sua parte musicale. E’ come quando vedi un grande jazzista: non fa scena, la scena viene fuori perché sta soffiando dentro il sassofono. E Lucio quando cantava era impressionante. Lui si approcciava al canto in modo mai protocollare, mai diligente, era un eversore: Dalla se ne sbatteva tranquillamente i coglioni del protocollo musicale, del rullante, e mi sconvolgeva perché gli veniva tutto bellissimo lo stesso. Capire questa cosa per un musicista è molto importante”
Francesco De Gregori in questa bella intervista qui: clic
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