lunedì 30 marzo 2015
domenica 29 marzo 2015
Gli scacchi di Paolo
giovedì 26 marzo 2015
son giorni interminabili che piove
Io mani bianche, occhi pieni d’anima, ma puttanella fetente la crusca a me mi fa cagare. Per me non esiste un’espressione altrettanto figa di ma però (che tra l’altro presuppone una sospensione della voce coi due puntini da baciare), pure coi congiuntivi si esagera, e ste maiuscole sempre, la rottura di maroni, io sarò troppo bohémien che adesso vado a bagnarmi i piedi in un qualche fiume ortodosso, ma a parte che anche a Manzoni gli piacevan da matti gli anacoluti, a parte questo, che senso ha correggerci pure mentre scriviamo? Secondo me ci si perde di spontaneità anche lì, come quando trombi perchè lo si deve fare, che sono convinta che ci sta gente che programma di scopare il sabato o la domenica, non quando gli sale la voglia matta da saltarsi addosso subito dove capita capita, seguono le tabelle, porco cazzo di un cubotto santo, e se qualcosa va storto è ansia, ansia profonda da matita blu correggersi subito. Ma adesso noi andiamo invece a comprarci un rossetto, rosso. E tanto zucchero, anche nell’espresso.
venerdì 20 marzo 2015
Fantastica
martedì 17 marzo 2015
nero e blu
Odio svegliarmi nel cuore della notte per colpa del cane che abbaia all’improvviso, mi allontano dal cuscino che sembro Beatrix Kiddo quando esce dalla tomba, poi col cazzo che mi riaddormento subito, prima o poi mi verrà un infarto, inizio a pensare, e dopo non mi fermo più. Tipo la canzone del sole, per molti è una canzone d’amore, per me è la storia di una che viene violentata e tutte le volte che provo a dirlo mi guardano come se fossi matta. Vallo a spiegare l’eco dei tuoi no e il mare nero, la gente si ferma ai fiorellini e alle calzette rosse, pazienza. Altro che niente da dire o tacere del tutto, troppi tendono a mascherarsi dietro ai giudizi, poi urlano da matti come difesa, io sti scogli mi son rotta le balle, io non voglio mascherare proprio più niente, allora già che ci sono volevo anche dire che secondo me Mogol è un cazzaro furbissimo e le discese ardite e le risalite son la metafora di un pompino da cielo azzurro e giù la gola, poi ancora in alto col grande salto, ma anche questa cosa non penso venga capita, forse lo scoglio sono io. Niente nevrosi, sì alla fragilità. Giorno dopo giorno. Mica è vero che tutto diventa più facile, forse ci si pensa meno, forse si riesce meglio, ma il normale non è mai comunque come prima. Si sopravvive, poi piano piano si vive. Non si galleggia comunque, che quelle son le merde, si nuota, quindi niente mini mostri di fango accovacciati sulla pancia, io della mia personalissima Salerno – Reggio Calabria mi fido (fidarsi è bellissimo), allora voglio tornare nel mare blu a nuotare con le stelle marine, andiamoci.
venerdì 13 marzo 2015
Paolo Nori | Come son messo
“Non so bene come chiamarmi, non so bene come vestirmi, non so bene cosa sono, che spazio occupo, da che parte sto, a cosa servo, quanti anni dimostro, da dove vengo, quando mi sono incontrato per la prima volta, non è facile scrivere così, comunque cominciamo.”
via paolonori.it
giovedì 12 marzo 2015
Pitturini pesanti
mercoledì 11 marzo 2015
Posso?
Posso saltarti al collo?
fare un sogno di te?
guardarti e toccarti?
assaggiarti un pezzetto?
farmi i codini e fischiare?
giocare al lupo avere paura?
mangiarmi tutta con la tua bocca?
sì?
Vivian Lamarque
martedì 10 marzo 2015
domenica 8 marzo 2015
le sedute della stanza bianca
Penso sia tutta una questione di mondi sommersi, al di là delle macchine, i viaggiatori, le confusioni, le vite che esplodono, i commedianti, la dinamite, sono i mondi sommersi che ci fregano, quelli son roba sempre plurale e poi son caldi sti fottuti e non vorresti mai lasciarli andare via, allora io ho capito che voglio adottare un riccio, se puzza e non è legale pazienza, è più domestico di me e secondo me mi insegnerà un sacco. C’è gente che se gli dici Zelig non pensa a Leonard cazzo, fa pure le battute stupide e si crede superiore agli altri, io niente impresari da luna park, io sono per i cambiamenti, fregancazzo dell’arcobaleno, l'approvazione e le risate finte, preferisco spalancare le finestre e imparare, che tutto ciò che è tentativo è da subito più luminoso e nuovo del sommerso, solo che la mia mente pronta è energica e commuovente, ma tanto indifesa, per questo servono mille attenzioni e forse più, se no è un attimo precipitare nel ritmo sincopato. Maledetti traumi. Sei solo una mia immagine? Non lo sei?
Ma torniamo quindi sulla strada per tornare in me. Fu il suo disturbo a salvarlo Leonard, e allora nonostante la confusione, la voglia di cambiare che cammina sul muro e la poca pazienza scervellata sfarzosa clandestina, io secondo me pure a testa ingiù ci sono sempre delle certezze, tipo indietro a prima mai, che quello è solo esser fermi, e poi soprattutto il bene, il bene che adesso lo so che te che leggi non ci hai capito una fava e ti vien voglia di rileggere per cercare di capire se esiste un senso in tutto quello che ho scritto (Leonard Zelig, del resto, esiste?), ma prima respira e sorridi, che dopo il senso c’è. Le bottiglie vuote non lo so se vanno conservate, comunque il sole se ne frega della morale comune.
venerdì 6 marzo 2015
delusione
Che uno dice la rabbia, e invece è delusione. Che è più profonda come cosa, la rabbia è fondamentalmente merda, tipo che ci sono femmine che proteggono le piante, ti dicono quello che devi fare e quello che no, sempre pronte a sassare le balle, roba che se ti tingi i capelli e lui non se ne accorge vien giù il mondo e allora urlano, urlano che sembrano generalesse, e a guardarle lo vedi che sorridono sempre poco e ti chiedi che ci troveranno in queste iene io boh, ma siccome poi alla fine ottengono sempre quello che vogliono loro, io lo ammetto che un po’ affascinata da questa strana disciplina persuasiva, io un po’ lo sono.
mercoledì 4 marzo 2015
come una chiocciola offesa
“Lei è schiva, silenziosa, con ferite antiche. Devi amarla con attenzione, può diventare fredda e dura, può chiudersi in se stessa come una chiocciola offesa.”
E.M. Reyes