Oggi al parco c'era un sacco di gente alle prese con la pausa di riflessione della domenica, gente serissima chiusa in un silenzio selettivo che gli impediva di rilassarsi, respirare e soprattutto ridere, ma stranissimo, gli concedeva di criticare in modo sgradevole un signore che mentre loro bla bla bla, lui non li aveva neanche in nota, lui abbracciava e sussurrava un sacco di segreti agli alberi.
Io e il muso ad osservarlo ci siamo incantati e allora, un po' perché gli alberi hanno almeno sei generazioni più di noi e un profumo che chissà la saggezza, un po' perché pazzo deriva da pathos e folle invece è un sacco pieno di aria che ha a che fare più con la vita che la sofferenza, un po' perché da piccola giocavo sempre ad essere uno scoiattolo che viveva dentro un albero, ma a me le piante mica hanno mai detto niente, un po' per tutte queste cose e anche per dell'altro, io, quella gente estranea e superficiale, da dentro e poi anche da fuori, io mi sono sentita autorizzata a mandarla a cagare.
Io e il muso ad osservarlo ci siamo incantati e allora, un po' perché gli alberi hanno almeno sei generazioni più di noi e un profumo che chissà la saggezza, un po' perché pazzo deriva da pathos e folle invece è un sacco pieno di aria che ha a che fare più con la vita che la sofferenza, un po' perché da piccola giocavo sempre ad essere uno scoiattolo che viveva dentro un albero, ma a me le piante mica hanno mai detto niente, un po' per tutte queste cose e anche per dell'altro, io, quella gente estranea e superficiale, da dentro e poi anche da fuori, io mi sono sentita autorizzata a mandarla a cagare.
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