venerdì 31 gennaio 2014

alla radio

Ho appena sentito per radio provinciua, amiciui e esserciui in tripletta tac tac tac, allora ho pensato che è un peccato non aver aggiunto ciccioli, ci sarebbe stata benissimo come parola, ma forse sono di parte perchè al fruitto preferisco il burro, allora magari sbaglio.

giovedì 30 gennaio 2014

Nanalutea | On the non-linear traverse of time

On the non-linear traverse of time.<br />© 2014 nanalutea

Learco Pignagnoli | Opera numero 3

Dariusz Klimczak

Loris era un poeta che una volta ha scritto un endecasillabo con tante di quelle sillabe, che l’endecasillabo è scoppiato.

Learco Pignagnoli

poi sbam

Dariusz Klimczak

Uno la sua libertà può volersela iniziare in tanti modi, ma dipende sempre anche da che cosa il mondo ti dispone davanti, perché non c’è nessuno che stia in mezzo a un’immensa sfera piena di vuoto, ma chiunque, cioè tutti, stanno sempre in mezzo a delle sfere piene di pieni e in questi pieni ci trovi anche delle cose che un bel momento ti saltano davanti alla faccia, senza che tu te le aspetti e anche senza che tu te le veda fino a un microsecondo prima. Poi sbam.

Ugo Cornia, Il Professionale

expliCit

Finisce sempre così. Con la morte. Prima, però, c'è stata la vita, nascosta sotto il bla bla bla bla bla. È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore. Il silenzio e il sentimento. L'emozione e la paura. Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l'uomo miserabile. Tutto sepolto dalla coperta dell'imbarazzo dello stare al mondo. Bla. Bla. Bla. Bla. Altrove, c'è l'altrove. Io non mi occupo dell'altrove. Dunque, che questo romanzo abbia inizio. In fondo, è solo un trucco. Sì, è solo un trucco.
La grande bellezza

martedì 28 gennaio 2014

Fiocca

Tutte le volte che nevica prendo su un sacco di insulti per via del sorriso innamorato che mi viene e lo so che regredisco ad una pirlaggine ancora più pirlaggine del solito, lo so, ma anche in fondo in fondo, prendendola pure da vicino, a me degli insulti non me ne frega niente, l'importante è non perdere la rima spontanea di bocca baciata. Tanto poi smetto, credo.

un saluto dal muso

Memo

 

domenica 26 gennaio 2014

zebra crossing

Cross

Due cose, forse tre

Siccome a camminare mi viene sempre da cercare i tesori nel fosso, ho pensato due cose, la prima che alla testa piace un sacco acchiappare i pesciolini di plastica colorata come quel gioco che da piccola delle ore, la seconda, considerando i pescini veri e la pioggia di palline più o meno da ping pong, il mangia ippo, Susan, Anita, Maria, Anne e Claire, ma anche Via dei Giardini e il Parco della Vittoria, la seconda è che il passato remoto, per le persone, non vale.
Come avrà fatto una y a finire nel monopoli, secondo me, è un'altra cosa ancora.

giovedì 23 gennaio 2014

attimo

scrittosulmuro:<br /><br />Sassari

Io capisco che esistono due tipi diversi di amore.
C’è l’amore che dura per sempre.
L’amore del matrimonio coi figli che crescono e si fanno la varicella e la scarlattina, con la vacanza al mare con la roulotte e il mutuo agevolato per la casa.
E poi c’è l’amore che è una cosa di un attimo.
È come quando casca una stella cadente, che pure se sei uno scienziato che studia lo spazio pure tu esprimi il desiderio.
Per quell’attimo che casca la stella non ti metti a fare le teorie sulle stelle spaziali.
Davanti a quella stella pensi al tuo desiderio come quando eri ragazzino.

Ascanio Celestini, La Pecora Nera

rencontre | linda vachon, tête de caboche

rencontre ¬<br /><br />linda vachon / tête de caboche<br />

comici ed eroi



Sei proprio un comico" dice Marinella e io capisco che fino ad adesso ho fatto il bambino comico, ma le bambine non amano i bambini comici anche se le fanno ridere, le bambine amano gli eroi. Così decido che faccio un gesto eroico: prendo un ragno e me lo mangio vivo, lei si innamora istantaneamente.
Pure lei, pure lei vuole essere un eroe come me, così si gira, si porta la mano alla bocca e mi dice: "Anche io mi sono mangiata un ragno."
"Non è vero, le femmine non se li mangiano i ragni, lo hai fatto per finta, sei una bugiarda."
"L’ho mangiato… era piccolo, ma l’ho mangiato."
"Se è vero che l’hai mangiato allora dimmi che sapore c’aveva"
"…"
Così glielo prendo io un ragno, uno vero, mica per finta. E lei se l’è mangiato, e quando ripenso a sto fatto mi ritorna in mente pure lo scrocchio della coccia del ragno tra i suoi denti perfetti.
"Ora siamo come Batman e la Donna Gatto, due robot atomici indistruttibili"
"Potevamo stare insieme per sempre, invece tu hai rovinato il nostro amore. Io ti avrei amato fino alla morte, c’avrei fatto i figli con te, ti avrei ricordato di prendere le medicine e ti avrei baciato sulla bocca davanti a tutti. E’ vero che era una bugia, è vero che non me l’ero mangiato il ragno, ma tu ci dovevi credere uguale, tu dovevi credere a me e io ti avrei scelto per sempre. Ora non lo so più se ti scelgo
La Pecora Nera

Letizia Battaglia, spiazzamenti

Letizia Battaglia
1993
“Lei è Rosaria Schifani, suo marito Vito è stato ammazzato, era una giovane guardia del corpo di Falcone. Si amavano, avevano un bambino piccolo e un futuro insieme. Quando è venuta a casa mia le ho chiesto di mettersi vicino alle persiane perché c’era una bella luce; mi guardò e io le dissi “chiudi gli occhi” e tutto diventò più essenziale e segreto. Perché faccio sempre chiudere gli occhi? Le donne che posano per me quasi sempre su mia richiesta chiudono gli occhi, io penso che ho un segreto dentro che io sconosco ma che è bene che rimanga dentro.”
tre donne, fotografia di Letizia Battaglia
2010
“non riesco a liberarmi dal dolore di storia della mia gente, della mia vita e della mia terra, con tutte queste corruzioni, mafie, morti ammazzati, dolore, sangue, povertà, droghe… Distruggere i miei negativi, bruciarli in riva al mare è veramente uno dei miei sogni ricorrenti. Ma non posso buttarli via, né cancellare del tutto quello che ho provato dentro di me, allora cerco di trasformare quest’esperienza passata – che mi ha segnato molto – in qualcosa che si proietti in un altro tempo, in quello presente. Scelgo il negativo del passato e lo stampo in un formato molto grande, tanto che la presenza femminile, o il fiore o la bambina che gli metto davanti gli si possa relazionare per dimensione. In genere scelgo il nudo femminile per contrapporre un presente vivo ad un passato di morte. Nella foto della copertina di questo mio ultimo libro*, mescolo tre creature: Marta con i suoi quattordici anni, in primo piano; dietro di lei, lo stupendo volto di marmo di Eleonora D’Aragona di Francesco Laurana, conservato al Museo Abatellis. E poi Rosaria Schifani, vedova dell’agente Vito, ucciso da Cosa Nostra insieme al giudice Giovanni Falcone.Tre donne, tre storie. La mia vita.”
*Giovanna Calvenzi, Letizia Battaglia: sulle ferite dei suoi sogni, Mondadori

corri criceto corri

Non so perché abbiamo la tendenza a voler complicare l'incomplicabile, non so nemmeno perché ai panni degli altri preferiamo scarpe pesantissime, so che nei panni ci metterei tasche fino all'orlo per riempirle di appunti e chiacchiere colorate, che le disuguaglianze sono funzioni monotone, che preferisco la quadratura del semicerchio per non escludere mai nessuno dalla mia vita, ma soprattutto che voglio crederci tantissimo, io prima persona singolare, a me, sempre io, ma poi anche agli altri tutti nessuno escluso, come frase è stupenda.

lunedì 20 gennaio 2014

perdersi



“Fu un album dei Radiohead a far scattare qualcosa. Si intitolava Amnesiac. Il titolo si confaceva al mio destino, visto lo stato di amnesia sensoriale. Lo acquistai. Lo ascoltai e non provai nulla. Era l’effetto che ormai aveva su di me ogni genere di musica. Stavo quasi per alzare le spalle all’idea di essermi procurato altri sessanta minuti di niente quando cominciò la terza canzone, il cui titolo alludeva a una porta girevole. Una sequenza di suoni sconosciuti, distribuiti con parsimonia sospetta. Il motivo aveva un nome azzeccato, che ricostruiva l’attrazione assurda per le porte girevoli che hanno i bambini piccoli, incapaci, se vi si avventurano, di uscire dal loro cerchio. In teoria, non c’era nulla di commovente, ma mi stupii quando mi accorsi di avere una lacrima all’angolo dell’occhio.
Dipendeva dal fatto che non provavo niente da settimane? La reazione mi parve eccessiva. Il resto dell'album non suscitò in me altro che il vago stupore provocato da qualsiasi primo ascolto. Finito l’album, riprogrammai la traccia numero tre: cominciai a tremare in tutte le membra. Il mio corpo, folle di riconoscenza, si protendeva verso quella musica scarna, come se si trattasse di un’Opera italiana, tanto era profonda la sua gratitudine di uscire finalmente dal congelatore. Bloccai il tasto repeat affinché la magia continuasse a prodursi ad libitum.
Prigioniero appena liberato, mi abbandonai al godimento. Ero il bambino vittima della sua fascinazione per la porta girevole, ruotavo come una trottola in quel percorso circolare. Sembra che i decadenti cerchino la sregolatezza di tutti i sensi: quanto a me, ne avevo uno solo funzionante ma, attraverso quella breccia, mi inebriavo fino alle profondità più abissali della mia anima. Non si è mai così felici come quando si è scoperto il modo di perdersi.”

Amélie Nothomb, Diario di rondine, Voland

domenica 19 gennaio 2014

zebra crossing

La scoperta dell'acqua calda

Quando occhi chiusi pancia al cielo mi faccio cullare nell'acqua calda ho una sintonia talmente profonda con me stessa che non mi accorgo mai di niente, che strano, sto pure zitta, spiritosello santissimo.
Dopo comunque mi viene sempre una fame da bombolone, non da piada o legge elettorale, ma questo non è affatto strano.

venerdì 17 gennaio 2014

Tempeste

Oggi c'è quel grigiastro che ad avere la malinconia diffusa è dura, tipo essere innamorati da soli a Venezia coi tacchi alti e le scarpe rosse a pensare che un amore vivo dovrebbe stravincere sugli amori morti e che parlare dal presente al futuro, senza numeri e passato, sarebbe da cappotto blu.
Io come impeto, oltre ai numeri e alle regole inattuali, eliminerei dal tutto anche l'odio per vedere come sarebbe, ma purtroppo a me oggi manca lo sturm, forse perché odio, rabbia e rancore non fanno più parte del mio sentire da un bel po', forse per dell'altro, io oggi lo sturm proprio non ce l'ho, ho solo sonnissimo, che è tutto un altro sentimento banal intempestoso, lo so, ma chissà se esisteranno più domande o risposte, chissà.

mercoledì 15 gennaio 2014

To make love

“To make love, le piaceva farlo e lo faceva accompagnandosi con i suoni più impensabili: godere nel fare l’amore non è forse una manifestazione di santità? Questo Cristo in gonnella si metteva la gonna, un impermeabile folle e correvamo sulla sporcizia sotto il cielo feroce di Venezia, lei appesa a noi, le gambe ripiegate, e così fino all’Adriatico. I turisti tedeschi accoglievano il suo richiamo quando strillava: «Viva Venezia! Viva Italia!»
Tutti gli uomini vivono nell’attesa che accada loro un miracolo, qualcosa di meraviglioso. A qualcuno può capitare, ma poi si tira indietro, spaventato. Per quanto mi riguarda, io non mi sono mai lasciato scappare niente di meraviglioso.”

Eduard Limonov, Libro dell’acqua

racconto

lunedì 13 gennaio 2014

Del vivere sperimentale

Un desiderio preciso implica una mancanza da colmare, allora ho pensato che io preferisco esprimere una sorpresa, senza progetti o aspettative varie.
Dalla casualità nasce un fare spensierato che coi suoi alti e bassi è subito molto più vita del solo progettare, mi sembra, ma forse sbaglio.

domenica 12 gennaio 2014

Abita



"Abita", animated short film about Fukushima children who can’t play outside because of the radioactivity. About their dreams and realities.

Sempre in fondo a destra

Io e il muso di cane ultimamente cerchiamo l'energia in una stradina di campagna che all'andata hai il sole in faccia, al ritorno i pensieri leggeri, solo che a volte, tra una canzone e l'altra, incontriamo degli automobilisti con una fretta che dopo la sgasata mi viene sempre da controllare che il muso non si sia trasformato in barboncino.
Io non lo so dove, come e soprattutto perché non possano rallentare un pochino coi pedoni, non lo fanno neanche col bugaboo della nipotina, penso sia un codice stranissimo tipo le bicicline che girano sempre in coppia, non so, comunque grazie a loro si è aggiunto all'energia un momento di esuberanza decisamente liberatorio. Spero solo leggano i labiali.

zebra crossing

giovedì 9 gennaio 2014

Cody Rocko, Senza titolo

Cody Rocko,  Senza titolo

posizioni

Al mio telefono, che è intelligente e profumato e snello e pieno di foto del mio muso di cane, non so perché, ma a lui piace un sacco darmi le previsioni del tempo di Albinea, che è abbastanza soleggiata e vicina neanche tantissimo a dove vivo, teletrasporto a parte.
Io comunque, tutte le volte che guardo la mappa con  Parigi, Berlino, Londra e Atene che circondano la dignitosissima e minuscola Albinea, io rido sempre da matti.

lunedì 6 gennaio 2014

quella foto è il suo talismano

Limonov
“Se attorno al 1970, nel più tetro grigiore dell’era brežneviana, c’è stato in Unione Sovietica qualcosa di simile al glamour, ebbene Eduard e Tanja ne sono stati l’incarnazione. C’è una foto in cui si vede Eduard in piedi, con i capelli lunghi, trionfante, e con addosso quella che lui chiama la sua «giacca da eroe nazionale» – un patchwork di centoquattordici pezzi variopinti che ha cucito lui stesso –, e ai suoi piedi Tanja, nuda, incantevole, gracile, con quei suoi piccoli seni sodi e leggeri che lo facevano impazzire. Quella foto Eduard l’ha sempre conservata, se l’è portata dietro dappertutto, e l’ha appesa come un’icona alla parete di ogni suo alloggio di fortuna. Quella foto è il suo talismano. Quella foto dice che, qualsiasi cosa accada, per quanto in basso possa cadere, un giorno lui è stato quell’uomo. E ha avuto quella donna.”
Emmanuel Carrère, Limonov, Adelphi

domenica 5 gennaio 2014

dei finto sintetici

A me le persone che quando l'amore dalle gambe va alla testa vanno in confusione e ci credono al lieto fine, ma sono abituate a quello degli altri e quindi non sanno bene come spaccare le uova, le persone che quando hanno qualcosa di bollente per le mani subito sotto l'acqua fredda e niente frasi sdolcinate che la complicità è un'altra cosa, le persone che il brodo color brodo mai e quando è il momento di spiegarsi ci provano, ma fanno su una confusione che non si capisce un cazzo e allora dignitosissime scappano con la loro figura di merda sotto al braccio e inciampano e un po' gli viene da sorridere, ma dentro si prendono a testate a oltranza, a me, quelle persone lì, così imperfette finto sintetiche, a me piacciono da matti.

Zebra Crossing