Cara Bianca, Emma, Vittoria, Allegra e Viola no, niente Andrea che da donna a me piacerebbe un sacco ma no e quindi cara Quindici Centimetri, che chiamarti con i centimetri man mano che cresci ha quella tenerezza non smielosa che piace a me,
sono tua zia uso ridere, quella che i bimbi in braccio non li prende perchè ha paura di fargli male e l’unica volta l’ha fatto perchè incastrata ad un battesimo ma a momenti scivolava sull’altare per via dei tacchi e di mettere le cose in chiaro, quella che però i piedini guai infatti sarò la zia delle scarpe, le prime minuscole da ginnastica poi vedremo, la zia delle mostre di arte contemporanea pronta a farsi raccontare le favole e a giocare con la fantasia e l’immaginazione, quella degli animali che farà cartello un cane (un gatto) io e te per convincere mamma e papà e andranno benissimo anche un cavallo un coniglio o un maialino nano ma niente scoiattoli che sono belli liberi e ci giocherai sugli alberi, quella che per tutte le domande c’è il mare ma inutile pensarci ora, alle domande tue, meglio rispondere alla domanda mia, visto che su tutto, io, sarò la zia che ti insegnerà la prima parolaccia e non vedo l’ora, solo che ho un po’ di problemi, cara la mia Quindici.
Devi sapere che l’ho già trovata, molto minimale ma fondamentale, di quelle che nel vocabolario femminile non possono mancare, ma i tuoi genitori mi hanno detto che non va bene, che se loro figlia la dicesse a cinque anni ci resterebbero male (come se aspettassi cinque anni, illusi), allora ne sto pensando altre, ma non hanno mica lo stesso sapore. Prendi caccotta, che parola indefinita è caccotta?, un po’ come mettere il dolcificante nel caffè dopo che ti sei fatto tre paste alla Nutella, certe parole devono essere chiare cazzo, senza giri e rigiri. Appena mi hanno fatto vedere la tua prima foto, i tuoi genitori, a me, ho esclamato un commosso “cazzo Ventisei Millimetri è un maschio allora, si vede il pisellino”, poi mi hanno spiegato che quella era la coda e che sei femmina, non ho approfondito che cosa sia ‘sta coda ma stai tranquilla quando nascerai non ce l’avrai, comunque mi è uscito un cazzo esclamativo spontaneo ed emozionato, mica perdindirindina ohibò uhh o chezzo, cazzo ha una resa che altre parole no.
E niente Quindici Centimetri, ho ancora un po’ di mesi per pensare alla parola, ma intanto ti ho scritto perchè ho scoperto che da adesso puoi sentirmi e ci tenevo a dirti che quella che canta, ride, spara cavolate, la zia pirla ad uso ridere che un giorno sì e uno no chiede quanti centimetri sei per cambiarti il nome, insomma, cazzo, proprio quella, sono io.
(nel testo potrebbero essere nascoste parole subliminali, ci scusiamo con i lettori inferiori ai Sedici Centimetri)
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