"A forza di guardare il cielo e di respirare a pieni polmoni l’aria fresca della notte, mi sembrava di riempirmi di stelle."
(Terzani, Un indovino mi disse)
Ieri sera sul marciapiede di fronte a me è passato uno strano personaggio che camminava guardando in alto e urlava amami al cielo fortissimo, senza rabbia o disperazione, semplicemente rapito dalle stelle che ieri avevano una luce tipo gli occhi che ridono, i più belli insomma, quelli che ti parlano in silenzio e a guardarli non ti stancheresti mai.
Comunque una coppia di fianco a me, calice in mano e sigaretta nell’altra, ha iniziato a fare i classici commenti superficiali di chi vuole dire la sua a tutti i costi anche se non sa poi bene cosa, ma guarda ‘sto pazzo che urla contro il cielo, ma dai che canta Ligabue, certo che bevuto ha bevuto, riuscirà ad andare a casa, ma poveretto ridursi così ed io alla parola poveretto mica ci sono riuscita a non fulminarli con gli occhi e gli ho detto che secondo me prima di etichettare una persona che non si conosce bisognerebbe riflettere un po’, magari guardando nel frattempo le stelle come lui, perchè al di là di tutto quell’amami aveva una tenerezza che non tutti sanno esprimere in quel modo.
Dopo le parole della qui presente boccasana, la coppia si è guardata, ha spento la sigaretta ed è tornata al ristorante ignorandomi ma dandomi mentalmente della poveretta e nel silenzio mi sono messa a guardare in alto anch’io, non ho urlato amami anche se tornando indietro lo farei troppo, ma gli occhi mi ridevano leggeri e spensierati come non mai e mentre mi riempivo di stelle ho pensato che ad esprimersi in modo sincero e spontaneo, anche se diverso, non si è mai banali e finti ma semplicemente se stessi.
Nessun commento:
Posta un commento