Come definire l'arte della Yoko Ono di oggi proprio non saprei, ma un tempo lei era del Fluxus e faceva le performances di arte concettuale, tipo invitava il pubblico a tagliarsi i vestiti con le forbici e a rimanere nudi ma seri e concentrati, oppure scriveva frasi artisticozen da completare e guai a essere ovvi, ironici, szen o un po' caciaroni perchè la regola era essere sperimentali e all'avanguardia o sei fuori dal Fluxus. E lei ci teneva al gioco, ha fatto la misteriosaconcettuale anche quando ha incontrato John Lennon ad una sua personale a Londra, che lui voleva attaccarle subito un chiodo immaginario ma lei no, ha saputo litigarci, tirarsela e farlo aspettare due anni prima di dargli l'ok via libera. Comunque, dopo questi 700 giorni, in arte non saprei ma con lui un po' più pratico pragmatica lo è diventata, poi se i Beatles si siano sciolti per colpa sua non è dato saperlo, ma che sia sempre stata in riserva di risata spontanea, di questo, sono convintissima.
Ed io non lo so se gli uomini preferiscano il genere Ono, ma da donna difendo alla grande la signora libertà signorina fantasia, quella spontanea che se la ride, che canta (tante) parole leggere e non ha per niente paura di completare le frasi di Grapefruit con cavolate e stupidate da far rabbrividire il Fluxus intero.
Nessun commento:
Posta un commento