Forse cercavi Suppe. No, cercavo proprio Suppen. E il fatto che l'abbia cercato su Google la dice lunga sulla confusione che ho in questi giorni. Che non è sporco imbroglio, nemmeno oro nero, non è un abbaglio, niente petrolio.
Non sono figlia della solita illusione, sono semplicemente una zuppa. Di consistenza più o meno densa, ma una zuppa. Senza crostini per carità, diversamente colorata a seconda dei giorni, a volte inglese e dolce, spesso solo un pasticcio, un miscuglio di sensazioni ed emozioni varie che un legame tra loro ce l'hanno, anche se inspiegabile ai più.
Zuppa di funghi o zuppa di gamberi? Zuppa tagliente? Zuppa di questa sera o di primavera? Jambalaya o tuttifrutti? Morto per un piatto di zuppa o zuppa di riso? Zuppa sotto la pioggia, la neve o peggio l'acqua ghiacciata?
Cara zuppa, bella zuppa, zuppa cara, via la solita zuppa, quella senza fantasia, niente minestre riscaldate per carità che nemmeno la signora Knorr vorrebbe, via il pan bagnato, mi accontento di essere una zuppetta, che suppchen mi ricorda il mio cane e lui nella mia vita un posto fisso ce l'ha.
Zuppa, you got to change your crazy ways. E chi mai disse che si deve amar come se stessi il prossimo con moderazione, chi? Moderazione de che? Il grado di amare gli altri sta tutto nella capacità di amare se stessi, anche se hai confusione e sei una zuppa. E no, noi non sopravviveremo senza diventare un po' pazzi. Questo è tutto, mi pare.
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