Io ho sempre odiato le discriminazioni. Di razza, genere, religione, censo,
guai a maltrattare gli animali, figuriamoci le persone.
Mai mi era capitato di essere considerata troppo colta e fuori dalla portata
di qualcuno, ma mai dire mai, ieri è successo.
Che la cultura è un po’ una coltura e non servono spazi enormi da liberare in
una testa per coltivarla, non occorrono scuole, master, università
supermegarinomate, basta la curiosità e l’interesse per farla crescere. E l’aspetto più affascinante e magico di questa strana coltivazione
intellettuale è che non è mai ripetitiva o banale, non ti stanca ed ha la
capacità di stupire sempre con nuovi pensieri che non spaventano ma accrescono
ed aprono la mente.
Ben vengano i libri, la musica, i film, l’arte, i viaggi, le passioni, la
curiosità.
Cultura è e deve essere conoscenza in fieri. Meglio in progress va, che ultimamente si usa
tanto e forse è più rassicurante.
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