Sarebbe sufficiente così, ma se proprio vogliamo essere precisi, si tratta di un percorso bello che merita di essere raccontato, quindi, come sempre di getto senza rileggere, facciamolo.
Parte male.
La vigilia dell'anno scorso è stata la più brutta della mia vita, è successo che di notte ho soccorso un ubriaco ferito alla testa e non so come ho fatto a restare lucida, ma so benissimo quanto sia crollata dopo, tutta sporca di sangue e insonne per giorni, fino a quando, con "Le schegge" di Bret Easton Ellis, mi sono sentita meglio (lo so, ma ognuno si distrae a modo suo).
Sempre peggio
Gennaio e febbraio mi sembrava tutto sbagliato, ero arrabbiata, stavo persino pensando di cambiare vita e città. Avevo solo voglia di nuotare in silenzio sott'acqua, abbracciare un enorme ET (lo vorrei ancora) e ovviamente piangere, poi si vede che ho toccato il fondo e marzo è cambiato tutto.
Mettersi in gioco
Ho respirato al mare con la fissa del surf e capito che, per proteggermi, dovevo rinunciare ad aiutare gli altri. Non per egoismo, ma proprio per sopravvivenza, avevo bisogno di fermare tutto e capire cosa volessi veramente.
Take your time, think a lot e sticazzi: è stato così che mi sono rimessa in gioco e cambiato il punto di vista. La creatività è l'intelligenza che si diverte, diceva Einstein, e io ho preso questo motto alla lettera per cambiare la mia vita. Ha funzionato.
Vivo la vita così alla giornata
Aprile e maggio sono stati mesi all'insegna di libertà e liberazione. Sono stata a sentire Vecchioni cantare Luci a San Siro a Roma, ho camminato e nuotato un sacco, realizzato che Johnny Utah mi arresterebbe in trenta secondi e fatto il bagno per il mio compleanno con un sorriso pazzesco. Un disordine caloroso che ci voleva proprio, perché senza periodi di leggerezza saremmo sempre fottuti, questo bisogna ricordarlo sempre.
Il rimosso
Giugno è cambiato tutto. È stato un libro, Ohio, che all'improvviso mi ha fatto ricordare una cosa bruttissima, di cui non sono ancora pronta a parlare, tornata fuori come fosse ieri.
Tutto è diventato chiaro e purtroppo doloroso.
Luglio e soprattutto agosto sono stati mesi di lacrime e cambiamenti necessari, poi da lì mi sono ammalata e sto ancora cercando di venirne fuori.
Altri modi
Se non sai dove stai andando continua a camminare, qualcuno arriverà da te.
Da settembre è stato tutto nuovo, strano, brutto, disagiato, ma anche incredibilmente sorprendente. Mio, ecco.
Non posso bere e mangiare niente, sto dimagrendo molto, prendo un sacco di medicine, ho grandi soddisfazioni sul lavoro, faccio quel che posso e sul resto meglio evitare. Sto elaborando questa cosa, ogni giorno un pezzetto, a volte ho paura, altre respiro e passa. Sono stanca, malaticcia, fragile e spesso col muso, però in un anno ho fatto da sola tanta di quella strada che a guardarmi indietro sì, un brava stavolta me lo merito davvero.
E ora?
Tutto ciò che ami probabilmente andrà perduto, ma alla fine tornerà in un altro modo. Lo diceva Kafka, mica io, però è con questa frase che chiuderei il bilancio di quest'anno. Cambia tutto alla velocità della luce, i sentimenti, le situazioni, i rapporti tra le persone. Il brutto, la delusione, la rabbia e pure il male pian piano passano, per fortuna, ma credo sia davvero importante non trascurare mai tutto quello che c'è dietro un sorriso. È su questo che vorrei concentrarmi ora. Perché magari troverà forme diverse, ma sarà sempre bene.