Io, se devo parlare di violenza sulle donne, innanzi tutto direi che sarebbe meglio non averla mai provata. La violenza ti blocca, ti annienta, ti mette addosso talmente tanta paura da rimuoverla per non doverla ricordare mai più. Non ci riesci.
La violenza è una forza bruta che ti sbatte sul pavimento e ti riempie di parole rabbiose mentre ti strappa la camicia, finalmente cagherai anche me, hai finito di ignorarmi, adesso ridi meno, troia, vediamo se godi. E tu provi a spingerla via questa violenza, ma il peso addosso è troppo forte. Non ci riesci.
La violenza, dopo, ti entra dentro, ti riempie la pancia e l'ombelico di pietre da togliere il fiato, ti cambia la testa, il corpo, le parole e gli affetti. E tu ci provi a comportarti normale, a fidarti di nuovo, a non sentirti in colpa per un sorriso, uno sguardo o un vestito scollato. Non ci riesci.
Per salvarti da sola decidi che non è mai successo niente. Forse ci riesci, pensi, la tua testa è talmente determinata che cambi la storia, hai dimenticato tutto, lui è solo uno dei tanti che ti voleva e ti ha pedinato per scoprire dove abiti, uno sfigato, solo questo. Però poi certe reazioni non te le spieghi. Perché confondi l'affetto con l'invadenza? Perché non riesci a farti abbracciare? Perché non impari a dire no? E come la mettiamo con la paura di sbagliare e fare arrabbiare qualcuno?
Ci provi a volerti bene. Non ci riesci.
Non capisci, hai la testa bloccata, giorno dopo giorno vai avanti e sopravvivi, ma non vivi, l'ansia e la paura crescono, tu rimani piccola. Iniziano gli attacchi di panico, cosa vuole questo corpo? Adesso passa, respira, stai calma, ci riesci? Non ci riesci.
Decidi di andare a parlare con qualcuno, prendi per mano il panico e inizi a scavare, analizzare, cercare di capire. Ci riesci.
Un passo alla volta butti fuori un fiume di parole sconnesse di cui non capisci il senso, però ti senti più leggera. Inizi a calmarti e capisci che quello è lo spazio per sfogarti dentro, fuori puoi prenderti il lusso di non pensare. Ti godi il panorama e pian piano prosegui, non ti senti più pesante e insicura, ti fidi, cammini a testa alta. Ci riesci.
Scavi ancora e ancora. Inizi a coccolarti come se fossi un neonato. Di cosa hai bisogno? Semplicità e chiarezza. Ti basta? No. Il tuo nutrimento è ascoltarti. Cresci, vuoi capire, diventi più calma, tutto scivola via. Ci riesci.
A primavera all'improvviso ricordi. La voce, la forza, la rabbia, il male, la paura, il dolore. Sono tanti frammenti che piano piano si uniscono e finalmente ti fanno piangere l'anima. Ci riesci.
Butti fuori tutto, vuoi stare da sola, sei arrabbiata, hai bisogno di uno spazio solo tuo per continuare a crescere senza paura. Non è più rimozione, ma elaborazione. Non hai ancora finito, il tuo corpo è stanco, le immagini tornano, non sai nemmeno se finirai o all'improvviso ricorderai ancora. Però finalmente sei diventata tua amica, sorridi, ti ascolti e ti vuoi bene. Senza paura. Ci riesci.
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